Serie C
24 Novembre 2025
AZ PICERNO SERIE C - Luca Baldassin, centrocampista classe 1994, prima esperienza tra i Professioni al Poggibonsi nella stagione 2013-2014
Una panchina rossa, un tavolo di legno e una mappa tattica piena di frecce. È qui che l’AZ Picerno ha deciso di fermare il tempo e mettere un segnalibro sulla propria stagione: la firma di Luca Baldassin, mediano di equilibrio e personalità, è il gesto che racconta meglio di qualsiasi slogan l’idea di una squadra che non vuole galleggiare, ma orientare la rotta. Un profilo che conosce la Serie C, che l’ha attraversata in lungo e in largo affinando letture, geometrie e tempi d’inserimento: il classe 1994 si lega ai lucani con un accordo di un anno e un’opzione per la stagione successiva.
IL CONTESTO CHE CAMBIA E LA SQUADRA CHE CERCA UNA BUSSOLA
A metà autunno, il Picerno ha ricalibrato il proprio percorso tecnico affidandosi a Valerio Bertotto, subentrato a ottobre dopo l’esonero di Claudio De Luca. Il cambio in panchina ha ridefinito gerarchie e necessità: più attenzione alla fase di non possesso, verticalità pulita, un centrocampo che sappia essere sia filtro che rampa di lancio. L’identikit di Baldassin combacia: ordine senza essere scolastico, volume di corsa, postura «a specchio» sulla linea della palla e intelligenza nelle seconde palle. La prima vittoria del ciclo Bertotto è arrivata a Monopoli (2-0, doppietta di Abreu, attaccante pescato dalla Serie D), segnale di una squadra che ha iniziato a riconoscersi in un canovaccio più chiaro e che adesso aggiunge un interprete adatto al copione.
GRECO E BERTOTTO, UNA MEMORIA TECNICA CONDIVISA
Nel comunicato di presentazione del nuovo centrocampista, il direttore generale Vincenzo Greco sottolinea due elementi: l’affidabilità del giocatore e la familiarità reciproca, maturata ai tempi del Lumezzane; e il vantaggio di reincontrare in panchina Bertotto, già avuto come tecnico durante l’esperienza alla Viterbese. Non è un dettaglio: significa inserimento più rapido, linguaggio comune, principi già metabolizzati. Quando una società sceglie un profilo così, sta dicendo che vuole accelerare l’integrazione e limitare i tempi morti.
COSA PORTA BALDASSIN AL PICERNO
1) In fase di costruzione, Baldassin è un mediano che «pulisce» la prima uscita: ricezione orientata, scarico corto per il centrale o il terzino in ampiezza, e quando serve il filtrante basso a superare la prima linea di pressione. La sua mappa delle scelte privilegia l’utile sul brillante, ma con l’abitudine a spezzare il ritmo con il passaggio verticale «scava-linee». 2) In non possesso, l’istinto è da «equilibrista»: si piazza in zona luce, chiude la linea di passaggio verso il trequarti avversario e accompagna senza farsi attrarre dal pallone. È quel mediano che permette alla mezzala di andare, garantendo coperture preventive e densità centrale. 3) Sulle palle inattive è affidabile sia in marcatura che sul secondo palo, dove ha spesso trovato inserimenti utili: lo dicono gli anni con Renate e Viterbese, in cui ha abbinato quantità a un discreto bottino realizzativo per un centrocampista di ruolo.
UN «VETERANO» CHE ALZA GLI STANDARD
Il Picerno è una realtà che negli ultimi anni ha costruito credibilità con una gestione sostenibile e idee chiare: permanenza in Serie C, valorizzazione dei giovani, competitività senza forzare i conti. Nel luglio 2025, la dirigenza, con il dg Vincenzo Greco e il ds Roberto Franzese, ha parlato esplicitamente di nuovo ciclo: Baldassin entra esattamente in questa cornice come «tutore» tecnico per una rosa nelle mani di Bertotto. La sua presenza può: 1) dare struttura al reparto, consentendo rotazioni più logiche tra i profili dinamici già in rosa; 2) migliorare la gestione dei finali di gara, quando la lucidità nel «palla su/palla giù» fa la differenza; 3) fare da mentore ai centrocampisti in crescita, senza togliere loro spazio ma alzando l’asticella quotidiana nell’allenamento.
CONCLUSIONE
La mossa Baldassin è, prima di tutto, una dichiarazione di metodo: riconoscere ciò che manca, individuare il profilo giusto, fare presto. Un mediano capace di dare senso ai metri percorsi, di suonare la nota giusta tra difesa e trequarti, di insegnare senza parole. Se il Picerno voleva un giocatore che somigliasse alla propria idea di calcio, sobria, funzionale, competitiva, lo ha trovato. Il resto lo dirà il campo, ma l’impressione è che questa firma abbia già fatto guadagnare al progetto qualcosa che non sta in nessun tabellino: affidabilità.