Serie C
25 Novembre 2025
DOLOMITI BELLUNESI SERIE C - Andrea Antonello, esterno classe 2005, nella scorsa stagione ha giocato in prestito all'Adriese in Serie D
La scena è quella che non ti aspetti. Cronometro oltre il 90’, indicazione di recupero a +6 sul tabellone e una partita impazzita al «Dal Molin» di Arzignano: rigore per la Dolomiti Bellunesi, trasformazione gelida di Luca Clemenza per il 2-2, e, nell’onda d’urto dell’ultimo giro di lancette, la chiamata dalla panchina. Dentro un ragazzo che aspetta questo momento da una vita. Maglia numero 33, Andrea Antonello, 20 anni compiuti il 14 maggio 2005: debutto tra i Professionisti al minuto in cui i sogni di solito si spengono. Qui, invece, si accendono. E diventano titoli.
IL CONTESTO: UNA NEOPROMOSSA E UN PAREGGIO CHE PESA
Non è solo una bella storia individuale. È anche una tappa importante nella marcia della SSD Dolomiti Bellunesi in Serie C 2025-2026, la stagione del rientro del calcio dolomitico tra i professionisti dopo la promozione conquistata il 4 maggio 2025. Quel giorno, lo Zugni Tauro applaudì un 4-1 sul Brian Lignano che ha riscritto la geografia calcistica di un territorio. Da lì, la nuova avventura nel Girone A e un campionato complicato per una matricola che ha imparato subito cosa significhi soffrire, adeguarsi, reagire. E anche cambiare in corsa, dal momento che è stato anche avvicendato il tecnico della promozione Nicola Zanini con l'attuale tecnico Andrea Bonatti.
IL PROTAGONISTA: ANTONELLO
Andrea Antonello, padovano, mancino naturale, nasce come terzino sinistro ma può adattarsi da braccetto o esterno tutta fascia. Arriva in estate in prestito dalla Primavera del Padova alla Dolomiti Bellunesi, con un accordo siglato il 19 agosto 2025 e scadenza al 30 giugno 2026. È un profilo da costruire con calma: fisico, gamba, un buon piede per andare e crossare, e quella disponibilità a farsi «doppi» compiti, difendere e spingere, che i tecnici apprezzano. La valutazione di mercato è quella tipica di un Under che saggia per la prima volta la categoria. Ma il dato che più conta, qui, non è monetario: è il tempo. Il tempo che ci ha messo per arrivare fin qui. E il tempo, brevissimo, del suo primo ingresso tra i grandi.
LA FRASE CHIAVE: «CORONATO UN SOGNO»
Nel dopo-gara con l'Arzignano, Antonello lo dice senza giri di parole: il debutto è «il coronamento di un sogno, coltivato da bambino». È anche l’istantanea di un percorso ad ostacoli: la pubalgia, una compagna scomoda di questi mesi, capace di mordere il fisico e di spegnere la testa. «Mi hanno sostenuto sempre, soprattutto nei momenti difficili», spiega riferendosi alla famiglia. Poi il passaggio di squadra: «Siamo stati bravi a non mollare e riprendere la partita nel finale». Parole semplici, ma pesanti. Dentro c’è la sua storia, e quella della Dolomiti Bellunesi che ancora una volta si rialza quando sembra sul punto di cadere.
PUBALGIA, UN AVVERSARIO INVISIBILE
Nel gergo dei calciatori, la pubalgia è un «male antico». Colpisce a ondate, obbliga a ridurre i carichi, a cambiare gesti, a convivere con il dolore. Per chi, come Antonello, gioca di strappi e cambi di ritmo sulla corsia, è un freno a mano tirato. Eppure, in assenza di speculazioni mediche e al netto della riservatezza dovuta, l’elemento che si può sottolineare è la gestione: prudenza negli allenamenti, minutaggio centellinato, rientro graduale. Il debutto al 90+5’ è un segnale: si sta tornando a una disponibilità piena, senza forzare. In una stagione in cui la Dolomiti Bellunesi ha bisogno di tutti, poter reinserire un under mancino di gamba e prospettiva è un plus non trascurabile.
LA REGIA DALLA PANCHINA: LA MANO DI BONATTI
Dall’8 ottobre 2025, la guida tecnica è nelle mani di Andrea Bonatti, allenatore che ha costruito un profilo di formatore tra Lazio Primavera e Juventus , con un passaggio in semifinale di UEFA Youth League. A Belluno, Bonatti ha portato organizzazione e gerarchie chiare, consolidando la fase difensiva e chiedendo agli esterni un lavoro «a tutta fascia». Il debutto di Antonello nel finale di Arzignano, oltre al valore simbolico, racconta di una gestione attenta delle risorse: premiare chi si allena bene, dosare i rientri dagli infortuni, alzare gradualmente il chilometraggio. È un dettaglio tecnico che può cambiare la traiettoria di una stagione. Per Antonello, il debutto è la porta socchiusa su una rotazione di corsia che può diventare sempre più sua. Non occorrono proclami, bastano minuti. La Serie C insegna che la costanza è una virtù rivoluzionaria. E che certe storie iniziano quando il tabellone segna 90+5’.