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Serie A

Torino schiantato dai ventenni, una pioggia di talento si abbatte sui granata travolti da 5 reti

L’Olimpico Grande Torino viene illuminato dagli «Under 22»: per il Como un avvio da primato che sposta gli obiettivi stagionali

COMO SERIE A - NICO PAZ

COMO SERIE A - Nico Paz, attaccante classe 2004 dei lariani, con la rete al Torino arriva a 5 gol in 12 partite di campionato

L’alba è grigia su Torino, ma all’Olimpico Grande Torino la sera si accende di colori imprevisti: in campo, una squadra sbarcata in Serie A da poco più di un anno decide che l’età anagrafica è un dettaglio secondario. In 20 minuti scarsi della ripresa, il Como ribalta riti e gerarchie: doppietta di Jayden Addai, colpo di testa di Jacobo Ramón, zampata di Nico Paz, stoccata di Martin Baturina. A innescarli, i passaggi chirurgici di Jesús Rodríguez e Maximo Perrone. Al triplice fischio il tabellone recita 1-5: tutti i gol e gli assist portano la firma di calciatori di 22 anni o meno. Un dato nudo, semplice, che da solo racconta un’idea di calcio e di club. E che introduce un’altra cifra: dopo la dodicesima giornata i lariani sono a 21 punti, miglior partenza della loro storia.

L'ASSALTO E UN 1-5 CHE PESA
Non è una goleada casuale. Il primo strappo arriva al 36’: inserimento di Addai, taglio sul primo palo e servizio a rimorchio di Jesús Rodríguez. A pochi istanti dall’intervallo, il rigore di Nikola Vlašić sembra rimettere tutto in equilibrio. Invece, al 52’, il Como si rimette avanti: ancora Addai, ancora rifinitura di Rodríguez, destro rasoterra dai 20 metri che piega la resistenza granata. Poi il flusso diventa inevitabile: al 71’ Jacobo Ramón, classe 2005, svetta su un pallone «secondo tempo» di Perrone; al 76’ tocca a Nico Paz, innescato ancora dall’ex City; all’86’ la cinquina di Baturina, lucidissimo a capitalizzare un retropassaggio sbagliato. Una progressione che fotografa un dominio tecnico e mentale, ma soprattutto una gerarchia nuova dei protagonisti.

IL PESO SPECIFICO DELLA VITTORIA
La fotografia del dopo-partita è sincera: Como al 6º posto con 21 punti in 12 giornate, appena davanti alla Juventus, e scia aperta verso la zona Champions League. L’istantanea non è solo estetica: produce una conseguenza tangibile sugli obiettivi stagionali e sulla percezione esterna del progetto tecnico. In particolare, la squadra di Cesc Fàbregas allunga una striscia positiva in tutte le competizioni e dà sostanza all’idea di un gruppo capace di soffrire, di aspettare il momento ed esplodere quando la partita richiede velocità e pulizia di esecuzione.

I VOLTI DELLA SERATA: PROFILI E GESTI TECNICI
Jayden Addai: Due gol in una partita che sposta l’asse della stagione: il 20enne esterno olandese attacca la profondità, ma soprattutto legge con maturità gli spazi intermedi. Il primo gol è figlio di un tempo d’inserimento perfetto; il secondo, di una esecuzione da fuori area con controllo dell’equilibrio. La sua doppietta lo proietta tra gli under 21 più impattanti del torneo, con un repertorio che unisce strappo e tecnica nello stretto; Nico Paz: Il suo è il gol del 4-1, che chiude simbolicamente la gara. Ma la partita di Nico Paz, 21 anni, è soprattutto gestione delle transizioni, conduzioni che «spaccano» la pressione e capacità di rifinire in verticale. Non è una novità: aveva già firmato una prestazione-monologo nel 2-0 alla Juventus in ottobre, passaggio-chiave per la consacrazione mediatica e tecnica del suo ruolo nel progetto. Jacobo Ramon: Classe 2005, piede educato e tempismo sui piazzati: il suo colpo di testa sul servizio di Perrone vale l’allungo a metà ripresa. Per un centrale di quell’età, la lettura del «secondo pallone» su palla inattiva racconta attenzione e personalità, qualità che si rispecchiano nelle uscite palla al piede viste nelle ultime settimane.

Martin Baturina: La rete dell’86’ sa di attestato: pressing alto, lettura dell’errore avversario, conduzione lunga e freddezza. È il sigillo di un 22enne che unisce visione e step di intensità in crescita. Per Fàbregas è un’arma modulabile tra mezzala e trequarti. Jesus Rodriguez e Maximo Perrone: Due assist a testa, stessa cifra ma nature diverse: Rodríguez lavora la catena di destra con conduzioni esterne e cross arretrati «alla Guardiola»; Perrone illumina in zone interne, verticalizzazioni a «rompere» la linea e intelligenza posizionale nelle seconde palle. In sintesi: uno rifinisce «correndo», l’altro rifinisce «pensando». Quanto basta per spiegare come il Como sia passato dall’1-1 al 1-5 senza strappi di trama.

LE VOCI E LA GESTIONE EMOTIVA
Nel dopo-gara, Fàbregas ha richiamato la linea educativa: «I ragazzi ti faranno anche perdere qualche partita, ma è lì che devi crederci ancora di più», il senso di un messaggio coerente con lo spirito del gruppo. È un principio che tiene insieme prestazione e percorso, senza pretendere la perfezione ma pretendendo disciplina e ambizione. Sul fronte granata, oltre all’ammenda di autocritica tecnica, restano i rimpianti per un elenco di assenze pesanti che hanno ridotto le rotazioni e tolto alternative nelle correzioni in corsa. Ma forse è questo il segreto: non difendere nulla, attaccare tutto. A 22 anni.

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