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Serie B

Viene esonerato e 15 giorni dopo è già pronto a tornare in pista altrove, il novembre burrascoso dell'allenatore

Il club della città di 315mila abitanti decide di cambiare e va verso il ritorno di un tecnico a sua volta allontanato dalla panchina da poco

BARI SERIE B - VINCENZO VIVARINI

Vincenzo Vivarini era stato esonerato dal Pescara lo scorso 11 novembre, ora è pronto a tornare in pista sulla panchina del Bari sempre in Serie B

Nel silenzio teso dello spogliatoio del San Nicola, dopo il 2‑3 incassato dal Frosinone sabato 22 novembre 2025, c’è stato un momento in cui si è avuta la sensazione che il tempo fosse scaduto. Non per la stagione, siamo appena oltre il primo terzo, ma per l’idea di gioco che Fabio Caserta aveva provato a cucire addosso al Bari. Quattro giorni più tardi, la stretta: esonero nella mattinata di mercoledì 26. Dopo soli 162 giorni di panchina, la proprietà affida al direttore sportivo Giuseppe Magalini il compito di avviare la transizione: contatti già avvenuti con Vincenzo Vivarini, reduce da un epilogo amaro a Pescara e nome familiare a questa piazza, che nel 2019‑2020 arrivò a un passo dalla promozione. Secondo le ricostruzioni, manca solo l’ultimo via libera per chiudere l’accordo. La scelta, al netto delle formalità, ha una logica spietata: il Bari è a 13 punti, in zona bassa, oggi è quintultimo, con una partita da recuperare, e soprattutto non dà segnali di crescita. Una frattura tecnica e ambientale che ha reso inevitabile la svolta.

I NUMERI DEL CROLLO
I dati sulle prime 13 giornate raccontano un Bari da zona calda: 13 punti e differenza reti in rosso (13 gol fatti, 19 subiti nelle 12 partite ufficialmente attribuite al momento della rilevazione), con rendimento altalenante e una partita da recuperare. La fotografia è quella di una squadra incapace di capitalizzare i vantaggi e di reggere l’urto quando l’avversario alza i giri. Non è solo una questione aritmetica: le sconfitte, come quella contro il Frosinone (2‑3, in rimonta), hanno sottolineato cortocircuiti di concentrazione e meccanismi difensivi intermittenti. In basso, il Bari convive con realtà in difficoltà come Spezia, Pescara e Sampdoria, ma la zona playout rimane pericolosamente vicina. A livello di trend, la flessione è duplice: il possesso palla sterile nelle fasi centrali delle partite e la bassa resa offensiva contro blocchi medi e bassi. Nelle ultime uscite, i biancorossi hanno faticato a costruire sequenze pulite tra le linee; troppe seconde palle concesse, poche corse in profondità e un pressing che raramente si è tradotto in recuperi alti. Sono elementi che la dirigenza ha letto come segnali di un percorso che non stava trovando la sua forma.

IL PASSAGGIO DI CONSEGNE
La scelta di guardare a Vincenzo Vivarini non nasce dal caso. Il tecnico abruzzese, che l’11 novembre 2025 è stato sollevato dall’incarico a Pescara dopo un avvio complicato (al suo posto è arrivato Giorgio Gorgone), è un nome che evoca ricordi contrastanti a Bari: la stagione del Covid (2019‑2020) con il viaggio fino alla finale playoff di Serie C e l’amara sconfitta di Reggio Emilia contro la Reggiana. Ma è anche l’allenatore che, in quella parentesi, aveva dato alla squadra un’identità riconoscibile per principi e organizzazione, basata su struttura, linee corte e gestione delle transizioni. Oggi la dirigenza sembra chiedere proprio questo: ordine e affidabilità immediata. Sul fronte burocratico, Vivarini sta definendo gli ultimi dettagli dopo l’uscita dal Pescara; la sua candidatura è stata attivata da giorni e, salvo imprevisti, è destinata a concretizzarsi nelle prossime ore. A fare la differenza sarebbe stata la volontà del tecnico di rientrare subito in corsa in Serie B e l’apertura del Bari a un incarico che, nella sostanza, somiglia a una missione salvezza di medio periodo con margine di rilancio.

IL CALENDARIO DEL BARI
Il timing della svolta è dettato anche dagli impegni. Sabato 29 novembre 2025 il Bari sarà a Empoli per la 14ª giornata: un test ruvido, contro una squadra che in casa sa alzare il ritmo e che è reduce da un netto successo ad Avellino. L’8 dicembre tocca a Bari‑Pescara: incrocio dal sapore particolare per Vivarini, se l’accordo andrà in porto in tempo. Nel mezzo e subito dopo, incombe anche il recupero della gara rinviata con la Juve Stabia, che lascia un asterisco sulla classifica e alimenta la sensazione di campionato «zoppo». Nel giro di 15 giorni il quadro degli obiettivi potrebbe cambiare sensibilmente.

L'AMBIENTE: CONTESTAZIONI E PAZIENZA FINITA
Il malessere non è nato con l’ultima sconfitta. A Bari l’aria è pesante da mesi: striscioni, scioperi del tifo, cori contro la proprietà De Laurentiis. A inizio novembre, durante Bari‑Cesena, comparvero messaggi eloquenti, “AAA cercasi società seria”, e la curva scelse forme di contestazione visibili. Episodi simili si sono ripetuti nella scorsa primavera, fino a interferire con il clima delle partite casalinghe. È uno scenario che impone al nuovo tecnico non solo di allenare: servirà anche una gestione empatica della piazza, una comunicazione chiara, passi pragmatici che restituiscano senso al percorso.

CASERTA, IL SENSO DI UN ADDIO LAMPO
Quando Fabio Caserta ha firmato con il Bari il 18 giugno 2025, l’idea era quella di un progetto biennale che traghettasse la squadra fuori dalle scorie dell’ultimo triennio, fra promozioni sfiorate e ricadute. Il curriculum parlava per lui: promozioni con Juve Stabia e Perugia, esperienze di livello, con luci e ombre, a Benevento, Cosenza e una semifinale playoff conquistata con il Catanzaro nella scorsa stagione. A Bari però la miscela non ha preso: i tempi di assimilazione del suo calcio si sono scontrati con l’urgenza di risultati, la pressione ambientale ha eroso i margini di manovra e l’ultimo ko ha tolto il velo: serviva una sterzata. La parabola non cancella le qualità del tecnico, ma segnala una verità semplice e implacabile nella categoria: in Serie B gli allenatori vivono di «serie utili» e di immediatezza. Quando nessuna delle due arriva, il calendario non aspetta. E ci si prepara, pertanto, al ritorno di Vivarini.

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