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Serie C

Primi gol tra i Professionisti ed è subito doppietta, l'attaccante è in crescita costante

Un 21enne con il numero 29 scuote lo stadio e rilancia l’ambizione giallorossa, per il giocatore è una vera svolta

RAVENNA SERIE C – ABDEL ZAGRÉ

RAVENNA SERIE C – Abdel Zagré, attaccante classe 2004, veste il giallorosso dalla scorsa stagione e aveva segnato anche nella finale di Coppa Italia di Serie D 2024-2025

Era la sera in cui un rimpallo poteva valere un destino. Minuto 11 allo Stadio Bruno Benelli, una pressione imperfetta dell’Arzignano Valchiampo, il pallone che danza tra un centrale e il portiere: sull’errore si avventa Abdel Zagré, classe 2004, maglia 29. Un tocco, rete, braccia al cielo. Quasi non esulta, come se avesse appuntamento con qualcosa di più grande. Dodici minuti dopo, al 23’, un cross dalla sinistra di Lorenzo Falbo taglia l’area: ancora Zagré, ancora puntuale. Doppietta. La prima tra i Professionisti. Il Ravenna indirizza la partita, e all’89’ il sigillo di Pietro Luciani completa il 3-0 che consegna ai giallorossi i quarti di finale di Coppa Italia Serie C nella notte del 25 novembre 2025. Una serata in cui un giovane attaccante trova finalmente il suo interruttore: «stimolo per il futuro», dirà lui, quasi a proteggere il momento con parole semplici ma pesanti.

LA PARTITA CHE CAMBIA UN GIOCATORE
Non è stata una vittoria casuale. Il Ravenna di Marco Marchionni ha scelto la coppa come laboratorio di consapevolezza, ruotando uomini senza smarrire identità. Contro l’Arzignano, le prove sono diventate certezze. La pressione alta ha messo in difficoltà la costruzione dei vicentini; la squadra è rimasta corta, ha recuperato palla in zone utili e ha trasformato gli episodi in occasioni pulite. La prima rete nasce da un gesto di fame: Zagré legge in anticipo il disguido tra difensore e portiere, si butta dentro e fa 1-0. Il raddoppio, invece, è calcio posizionale: ampiezza a sinistra, cross di Falbo, attacco del primo palo, tempi d’area da centravanti vero. Nella ripresa, mentre l’Arzignano prova a rientrare in partita, è ancora Zagré a sfiorare la tripletta: conclusione deviata in angolo da Nespola, a conferma di una serata in cui tutto gli scivola addosso con naturalezza ma nulla è banale. Il 3-0 di Luciani all’89’ è il sigillo di una prova matura: gestione senza affanni, linee corte, cambi che alzano l’intensità. Al fischio finale, la sensazione è chiara: il Ravenna non ha solo passato il turno; ha guadagnato un giocatore.

LA PRIMA DOPPIETTA TRA I PROFESSIONISTI: IL MOTIVO PER CUI CONTA
La doppietta contro l’Arzignano pesa per tre motivi. 1) Primo: è la prima tra i professionisti di Abdel Zagré, 21 anni, attaccante del Burkina Faso arrivato a Ravenna a inizio 2025. Non un dettaglio simbolico: per un centravanti, il primo giorno in cui i movimenti diventano gol multipli è spesso la porta d’ingresso a un’altra autostima. 2) Secondo: il contesto. Ottavi di Coppa Italia Serie C, gara secca, pressione reale. Sbloccare e raddoppiare in 23 minuti significa leggere la partita e dettare i tempi agli avversari. 3) Terzo: l’effetto sulle gerarchie. In un Ravenna che alterna soluzioni in avanti, una serata così sposta minutaggi, convinzioni e piani partita. Zagré lo ha raccontato senza enfasi, dalle colonne della stampa locale: felice per i due gol, consapevole che sia un «punto di partenza» e determinato a «proseguire nel lavoro quotidiano». Non è retorica: è una grammatica semplice con dentro l’urgenza di chi «aspettava questo momento per sbloccarsi» e ora vuole che non resti un episodio. Parole che, in uno spogliatoio, contano quanto un gol.

RAVENNA AI QUARTI: COSA SIGNIFICA DAVVERO
Il 3-0 all’Arzignano vale i quarti, con abbinamento in attesa tra Inter Under 23 e Renate. Oltre alla vetrina tecnica, la Coppa in Serie C è un percorso con ricadute precise: arrivare in fondo porta ossigeno alla stagione e, per la vincitrice, l’accesso diretto alle fasi nazionali dei playoff promozione. Il Ravenna lo sa bene: nella scorsa annata ha alzato la Coppa Italia di Serie D (finale del 12 marzo 2025, vinta ai rigori), un trofeo che ha consolidato reputazione e slancio, contribuendo alla costruzione dell’attuale progetto. Questa continuità tra un titolo appena messo in bacheca e un nuovo cammino in Coppa di categoria superiore è la trama più interessante della stagione: gli alibi si assottigliano, la mentalità cresce, i dettagli diventano abitudini. Per chi guarda più avanti del tabellone, il messaggio è semplice: il percorso in Coppa non è un intralcio, è un acceleratore competitivo. E a Ravenna lo stanno trattando così.

IL PROFILO DEL GIOCATORE
Per capire la doppietta bisogna conoscere il percorso. Abdel Rachid Noufou Zagré, nato a Bobo-Dioulasso il 9 marzo 2004, 1,87 di altezza, piede destro, ruolo: centravanti. Cresciuto nella JS Konsa Academy, passa al RC Kadiogo in patria, dove partecipa al titolo nazionale 2021-2022. Il salto europeo lo porta al Sion: tra Sion II e prima squadra accumula minuti, apprende la durezza del professionismo svizzero e tocca il traguardo del trionfo in Challenge League 2023-2024. Nel 2024 un passaggio al Sakaryaspor in Turchia per assaggiare un altro calcio, prima dell’approdo al Ravenna FC a inizio gennaio 2025, con un contratto fino a giugno 2027. In nazionale, ha vestito la maglia del Burkina Faso U20 e ha già assaporato il giro della selezione maggiore. A livello tecnico, Zagré è un nove contemporaneo: attacco della profondità, aggressione della prima palla e quella fame da «secondo tocco» che spesso fa la differenza in Serie C. Ma la sua vera cifra, fin qui, era stata più promesse che numeri. La notte del «Benelli» sposta l’ago: non tanto per i due gol in sé, quanto per come sono nati, un mix di istinto, posizione e lettura dei tempi del cross. Per un attaccante, sono segnali di maturazione.

IL PESO SPECIFICO DELLA NOTTE DEL 25 NOVEMBRE
Per il giocatore: la prima doppietta tra i Professionisti è uno spartiacque mentale. Trasforma il «quasi» in consistenza. Per la squadra: conferma che il Ravenna ha un parco attaccanti con soluzioni complementari. Il ritorno al gol di Luciani e i minuti di qualità degli ingressi programmati (da Okaka a Mandorlini) parlano di un gruppo che sa alternare fisicità, attacco degli spazi e gestione palla. Per l’ambiente: in tribuna, la presenza di Nicolas Viola, atteso alla firma, ha aggiunto un briciolo di elettricità. L’idea di inserire un profilo tecnico esperto in un collettivo già strutturato fa pensare a una crescita verticale possibile, purché equilibrio e gerarchie restino chiare. Ma al momento c'è comunque una squadra che, senza proclami, si ritrova con un’arma in più verso un orizzonte che da stasera sembra un po’ più vicino.

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