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28 Novembre 2025
Lois Openda, attaccante della Juventus ex Lens e Lipsia che si è sbloccato nel match di Champions League in casa del Bodø/Glimt
La tre giorni europea da poco andata in archivio è stata particolarmente propizia per alcuni calciatori provenienti dall'estero che fino a questo momento avevano steccato l'impatto con la Serie A. Martedì è stata finalmente la serata della prima volta in Champions League per Lois Openda e Jonathan David, due dei nuovi arrivi più importanti dell'estate in casa Juventus che dopo solo tre mesi stavano già per essere messi sul mercato. Giovedì sera invece ha trovato il suo primo gol con la maglia della Roma Neil El Aynaoui, centrocampista che non era ancora riuscito a mettersi in luce così come il giamaicano Leon Bailey, arrivato già infortunato e che ha fatto registrare un assist per il 2-0 momentaneo di El Shaarawy nel match con il Midtjylland poi vinto 2-1.
Sono solo alcuni dei nomi bollati troppo presto ma che potrebbero invece dire la loro anche in un campionato come quello italiano. La tendenza è infatti quella di decretare inadatti al nostro calcio dei profili che all'estero si sono invece fatti notare per più stagioni. Ma se fuori questi calciatori fanno bene e quando arrivano da noi faticano così tanto, la colpa è loro o di un modo tutto italiano di intendere il gioco? Visti i recenti disastri della Nazionale azzurra e l'enorme fatica di far emergere i ragazzi italiani nelle competizioni europee, la risposta sembra scontata. Ecco allora perchè sarebbe sempre più il caso di andare cauti con certi giudizi, e pensare di invertire la direzione del pensiero comune: non devono più essere i calciatori provenienti dall'estero ad adattarsi al calcio italiano, ma è quest'ultimo che si dovrebbe aprire alle loro caratteristiche.
I nomi per i quali vale questo discorso sono tantissimi, a partire dalle grandi squadre. Abbiamo già detto di David e Openda, due che tra Francia e Germania hanno sempre ampiamente fatto registrare numeri interessanti e che anche con le proprie nazionali si sono messi in luce a livello mondiale ed europeo con Canada e Belgio. Nel Napoli invece sta cominciando a trovare spazio con continuità Noa Lang, olandese ex PSV Eindhoven che, seppur un po' fumoso, sta ora facendo molto bene nel nuovo 3-4-3 di Antonio Conte assieme a David Neres e ha anche segnato il suo primo gol in maglia partenopea contro l'Atalanta lo scorso 22 novembre.
Per quanto riguarda la capolista Roma, abbiamo già detto di El Aynaoui che aveva iniziato davvero con grandi difficoltà ma sta pian piano carburando. Lo stesso vale per il già citato Bailey e anche per l'attaccante irlandese Evan Ferguson, fattosi notare in Premier League con il Brighton, inizialmente titolare fisso e che poi sembrava scomparso dai radar ma che nella scorsa giornata di campionato ha finalmente anche lui messo il timbro nel match in casa della Cremonese. Rimanendo nella Capitale, il discorso che stiamo facendo vale in realtà da più stagioni: con l'arrivo di Gian Piero Gasperini, allenatore "all'europea" per antonomasia, sono tornati a mettersi in mostra calciatori come Evan Ndicka e Zeki Celik, provenienti rispettivamente da Bundesliga e Ligue 1, che almeno fino a un anno fa erano ancora oggetti misteriosi. Più complicata la questione Artem Dovbyk, nel 2024 capocannoniere della Liga spagnola con il Girona, che comunque qualcosa l'ha fatto vedere a sprazzi ma vive anche un periodo difficile legato alla situazione nel suo paese d'origine, l'Ucraina.
Se Juventus, Napoli e Roma vengono da un turno europeo che ha sorriso, lo stesso non si può dire per l'Inter che ha perso all'ultimo minuto in casa Atletico Madrid dopo aver già dovuto cedere il passo nel derby col Milan. In casa nerazzurra non hanno convinto finora Luis Henrique e Andy Diouf. Entrambi provenienti dalla Ligue 1, hanno avuto poche chance finora ma non è detto che possano dire ancora la loro in futuro. Entrare in un meccanismo già ben oliato come quello dell'Inter è sicuramente più complicato, visto che al di là di questi ultimi due risultati la squadra viaggia bene a livello di proposta di gioco e alcuni elementi come Dumfries e Barella sono davvero complicati da sostituire. Sull'altra sponda del naviglio sono invece almeno tre i profili che ancora devono conquistarsi la stima dell'ambiente ma che all'estero avevano sempre fatto bene: Pervis Estupinan, Santiago Gimenez e Christopher Knunku. Tre storie completamente diverse. Il primo viene da diverse stagioni di livello con il Brighton in premier; il secondo aveva incantato al Feyenoord prima di scontrarsi contro il difensivismo della Serie A; il terzo sta cercando la condizione fisica migliore dopo un biennio difficile al Chelsea, seguito ai grandi numeri fatti registrare con il Lipsia. Anche a livelli più bassi gli esempi di calciatori bollati in fretta non mancano. Per rimanere al nord, al Torino è arrivato in estate un calciatore come Zakaria Aboukhlal che nel Tolosa ha messo insieme 25 gol in 80 presenze e che in granata invece non trova minuti e sembra un corpo estraneo. Tutta colpa sua? Siamo sicuri di no.