News
02 Dicembre 2025
L’Inter fiuta il colpo Guglielmo Vicario (INSTAGRAM @guglielmovicario)
Al centro Guglielmo Vicario, che guarda la curva del Tottenham Hotspur Stadium e applaude, quasi a difendere se stesso e i compagni più che la prestazione. È la fotografia – cruda, rivelatrice – del momento complicato che attraversano gli ‘Spurs’ e che, paradossalmente, riaccende una pista nota in Italia: il possibile ritorno di Vicario in Serie A, stavolta con la maglia dell’Inter per il dopo Yann Sommer. Un’idea che non nasce oggi e che oggi, però, ha nuove ragioni tattiche, economiche e umane per diventare concreta. A Londra si parla di “crisi di rendimento” e di un rapporto con i tifosi da ricucire; a Milano si ragiona di successione in porta, programmazione e sostenibilità sotto la regia di Oaktree. È su questo crinale che la storia di Vicario e dell’Inter torna ad allinearsi.
Il dato più fresco è anche il più rumoroso: nelle ultime settimane il Tottenham ha vissuto una striscia negativa in campionato, con il malumore esploso apertamente quando parte del pubblico ha fischiato Vicario dopo un errore nella sconfitta interna con il Fulham. Il nuovo allenatore Thomas Frank ha difeso il gruppo e il portiere, chiedendo sostegno e ricordando la fatica di conciliare ritmi di Premier League e coppe. Il punto, però, resta: gli ‘Spurs’ hanno un rendimento casalingo sotto le attese e la pressione cresce. Per un portiere – ruolo esposto per definizione – significa passare in pochi giorni da baluardo a bersaglio. Anche questa crepa può contribuire a rimettere in circolo l’idea del rientro in Italia.
Il controcampo dice che Vicario, dal giugno 2023 a oggi, ha costruito numeri solidi: in Premier ha messo insieme complessivamente più di 70 presenze e 15 clean sheet, con rendimento costante pur in un contesto di squadra spesso instabile. In Champions 2025/26, ad esempio, ha già collezionato 3 gare senza subire gol in 4 partite, indice di un valore tecnico che non si discute. Sono mattoni che certificano la sua crescita inglese e che ne spiegano l’appeal per chi pensa di affidargli una porta “pesante” come quella nerazzurra.
Quando un club punta agli obiettivi massimi, la gestione del portiere è tema strategico. Yann Sommer, arrivato nell’agosto 2023, ha firmato un contratto fino al 2026 e ha dato all’Inter leadership, affidabilità e titoli, risultando tra i migliori del campionato. Il ciclo, però, ha una data: la scadenza del 2026 è la linea naturale per pensare al passaggio di consegne. Nelle ultime settimane - complice anche lo scarso rendimento stagionale del 36enne svizzero - più fonti hanno rilanciato il nome di Guglielmo Vicario come primo obiettivo in caso di avvicendamento, collocando proprio l’estate 2026 come finestra plausibile per l’operazione. Il ragionamento tecnico è chiaro: profilo nel pieno della maturità, abituato alla pressione internazionale, forte tra i pali e modernissimo nel gioco coi piedi.
C’è poi un dato organizzativo: l’Inter negli ultimi anni non ha mai smesso di muoversi per tempo sul ruolo. Lo dimostra l’acquisto di Josep Martínez dal Genoa nell’estate 2024, una mossa di prospettiva che ha garantito copertura e competizione interna. Martínez ha convinto quando chiamato in causa – anche durante lo stop per infortunio di Sommer – ed è una risorsa reale nella valutazione complessiva. Ma l’eventuale occasione Vicario cambierebbe la scala del progetto tecnico, perché parliamo di un titolare già pronto per guidare una big europea per diversi anni.
Che gli ‘Spurs’ stiano vivendo un passaggio delicato è fatto noto. Tra inizio 2025 e autunno avanzato il club ha alternato picchi europei a cadute domestiche, con dichiarazioni pubbliche – da Ange Postecoglou prima, da Thomas Frank poi – che hanno spesso evocato il tema infortuni e tenuta della rosa. In questo clima, la centralità di Vicario è rimasta alta ma il sentimento del portiere di voler tornare in Italia – emerso in più ricostruzioni – trova terreno più fertile. Un esito non scritto, perché il contratto lo lega agli ‘Spurs’ fino al 30 giugno 2028, ma un segnale concreto.
Sotto il profilo contrattuale, le stime più accreditate indicano un ingaggio attuale attorno a £75.000 a settimana (circa £3,9 milioni lordi/anno), con scadenza 2028, e un costo d’acquisto nel 2023 vicino ai €19-20 milioni. Sono parametri utili per immaginare oggi la base di una trattativa: con due anni residui nel 2026, il Tottenham avrebbe forza negoziale, ma l’andamento sportivo e la volontà del giocatore possono pesare.
Quanto costerebbe riportare Vicario in Italia? Le forchette circolate negli ultimi mesi parlano – in modo prudenziale – di 30 milioni di euro come ordine di grandezza, cifra coerente con il valore di un portiere di primo livello con esperienza internazionale e contratto lungo. L’ingaggio, in linea con quanto percepito a Londra, sarebbe sostenibile per un top club italiano che pianifichi la successione su Sommer e la valorizzazione del monte ingaggi in ottica 2026-2028. È qui che entra l’Inter versione Oaktree: una proprietà che nel maggio 2024 ha preso il controllo del club, portando un approccio di stabilizzazione dei conti e di investimenti mirati. Tradotto: operazioni pesanti sì, ma con un perimetro chiaro di sostenibilità e ritorno sportivo.
La governance attuale ha già dimostrato di saper combinare ambizione e prudenza: bilancio in miglioramento, mix di arrivi a parametro zero di alto profilo e investimenti selettivi (vedi Martínez tra i pali e Mehdi Taremi in attacco). Un eventuale assalto a Vicario rientra in questa logica: spesa importante, ma per un asset tecnico destinato a rimanere titolare per 4-5 anni.
Dentro la partita, Vicario offre all’Inter tre vantaggi immediati:
Per gli addetti ai lavori è un déjà-vu: tra primavera ed estate 2023 l’Inter arrivò a un passo da Vicario prima che la trattativa si spegnesse e la scelta precipitasse su Sommer. Un incrocio mancato che alimenta oggi la narrativa del “ritorno di fiamma”. La stima di Piero Ausilio per il profilo è di lungo corso e l’idea di incastrarlo finalmente nel progetto nerazzurro ha una sua coerenza quasi… karmica.
Oltre i numeri e gli algoritmi, c’è il fattore umano. A 29 anni nel 2026, dopo quasi tre stagioni in Inghilterra, Vicario potrebbe valutare il rientro non come una “retrocessione”, ma come un posizionamento al vertice in un contesto in cui conosce la lingua del gioco, i campi, le pressioni. La volontà del giocatore, stando alle ricostruzioni più recenti, è orientata a un ritorno in Serie A. È una componente che nelle grandi operazioni incide eccome, specie se accompagnata da un progetto tecnico chiaro e da una cornice economica rispettosa del suo status.
La ricognizione nerazzurra sul ruolo include anche profili interni ed esterni. In Serie A è stato osservato con attenzione Elia Caprile (Cagliari), più giovane e con un costo d’ingresso inferiore; resta poi l’opzione “in casa” di promuovere Josep Martínez se l’evoluzione sul campo dovesse accelerare ulteriormente. Sono strade compatibili con il tempo: alternative vere, ma oggi – per affidabilità immediata, esperienza e maturità – Vicario resta il “numero 1” della lista.