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Serie C

L'attaccante segna a mitraglia e fa volare la città di 15mila abitanti, le big del campionato lo vogliono

Dietro i 15 gettoni e i 7 gol c’è un profilo maturo, su di lui squadre importanti pronte ad affondare il colpo

PINETO SERIE C - GIOVANNI BRUZZANITI

PINETO SERIE C - Giovanni Bruzzaniti, attaccante classe 2000, 15 reti nella passata stagione e 7 in quella corrente

C’è un calcio di punizione al «Del Duca» che taglia l’aria e spezza il silenzio dello stadio. Parte il sinistro di Giovanni Bruzzaniti, la palla si accartoccia oltre la barriera ed entra dove un portiere non può arrivare. Non è l’unico fotogramma di una stagione che ha già un tono preciso: l’esterno d'attacco calabrese classe 2000 gioca come se avesse urgente bisogno di dire a tutti «ci sono». Ed è per questo che il suo nome, oggi, rimbalza sulle scrivanie di club ambiziosi: su tutte Catania e Salernitana, che hanno avviato contatti e monitoraggi per capire se e come trasformare l’interesse in trattativa. Il contesto? Una Serie C che raramente perdona, e un Pineto che si ritrova fra le mani un «tesoro» tecnico e tattico da difendere con attenzione, senza chiudere gli occhi davanti alla realtà del mercato. Notizia del giorno: le cifre corrono in suo favore, 15 presenze e 7 gol, numeri che spiegano da soli l’assedio.

UN GIOCATORE OLTRE I NUMERI
Nato a Melito di Porto Salvo il 9 settembre 2000, Giovanni Bruzzaniti ha compiuto una scalata paziente. Cresciuto fra Novara e Gozzano, ha toccato con mano le diverse sfumature del ruolo di esterno offensivo: prima il passo, poi l’intuizione nell’ultimo terzo di campo, infine la concretezza. Il passaggio al Crotone e i prestiti a Pro Vercelli e Lucchese sono state tappe necessarie per capire il mestiere. L’esplosione vera, però, è arrivata con il Pineto: 15 gol in 36 partite lo scorso campionato, da esterno che «vale doppio» perché sa attaccare la porta come una punta e leggere il corridoio come un rifinitore. Oggi è la freccia principale nella faretra di Ivan Tisci, tecnico confermato fino al 2026 che ha cucito addosso a Bruzzaniti un vestito funzionale alle sue qualità. La progressione palla al piede, il primo controllo che apre lo spazio e l’abitudine a entrare dentro il campo dalle corsie sono tratti ormai riconoscibili. Non un dribblomane fine a sé stesso, ma un giocatore che «vede» porta e compagni.

UN PROFILO CHE «VALE DOPPIO»
Nel gergo degli addetti ai lavori, «valere doppio» significa coprire più bisogni con un solo profilo. In un calcio che vive di rotazioni e occupazioni di zone, Bruzzaniti sa essere: 1) Esterno di fascia nel 4-3-3/4-2-3-1, con la possibilità di rientrare sul piede forte e calciare; 2) Seconda punta in fase di possesso, dove attacca il mezzo spazio per ricevere tra le linee e rifinire; 3) Battitore credibile da palla inattiva, con percentuale alta sul cross teso e sul tiro diretto in porta. La sua «doppia» natura, rifinitore e finalizzatore, è ciò che attira club che hanno bisogno di aumentare qualità e peso specifico nell’ultimo terzo. A Catania, che punta a consolidare un’identità offensiva riconoscibile, un esterno capace di generare superiorità posizionale e ultimo passaggio è moneta rara. Alla Salernitana, alle prese con un percorso di rifondazione tecnica e mentale, un profilo con gol nelle corde e duttilità aiuterebbe a cambiare il ritmo di partite che altrimenti si incartano.

CHI SI MUOVE
1) Il monitoraggio del Catania non nasce ieri: già a gennaio erano emersi segnali di gradimento, poi riaffacciatisi a fine giugno, quando il nome di Bruzzaniti è rientrato nel perimetro degli obiettivi possibili per l’attacco. Segno di una pista mai davvero accantonata, e di un’idea precisa su cosa serva in avanti. 2) La Salernitana ha «scaldato» davvero il dossier fra fine agosto e inizio settembre: il giocatore era nel taccuino del ds Daniele Faggiano, con contatti approfonditi negli ultimi giorni di mercato estivo. L’operazione, all’epoca, non è andata in porto, ma il club granata è rimasto sul pezzo, tanto che voci qualificate hanno rilanciato un pressing di fine estate per capire margini e formule. Il punto comune è che entrambe le società non si sono limitate a un sondaggio, ma hanno tenuto viva la traccia: il che, in termini pratici, significa relazioni aperte, aggiornamenti sulle prestazioni e una valutazione economica in evoluzione.

IL RUOLO DEL PINETO: DIFENDERE IL «TESORO»
La posizione del Pineto è delicata, ma chiara. Con un allenatore saldo, Ivan Tisci, prolungato fino al 30 giugno 2026, e un progetto tecnico che punta alla crescita graduale, la cessione del proprio pezzo pregiato non è «necessaria». Allo stesso tempo, la Serie C è un ecosistema in cui le opportunità vanno ascoltate: la precedente stagione ha visto Bruzzaniti in prestito dal Crotone, con riscatto esercitato e centralità crescente nel disegno abruzzese. Oggi il club sa che ogni valutazione dovrà tenere insieme il valore sportivo (gol e assist pesano) e quello finanziario (plusvalenza e sostenibilità contano). La sensazione, prudente ma realistica, è che serviranno argomenti solidi: non solo economici, ma anche tecnici, come la possibilità di un percorso di crescita in categoria superiore e tempi di impiego garantiti.

CONCLUSIONE: IL PROFILO GIUSTO AL MOMENTO GIUSTO
Il mercato spesso si innamora dei numeri, ma alla lunga sceglie i giocatori che uniscono estetica, sostanza e ripetibilità del gesto. Giovanni Bruzzaniti in questo inizio di stagione ha messo in fila tutte e tre le cose: giocate «belle» perché decisive, sostanza perché pesano sui risultati, ripetibilità perché i 14 contributi diretti non sono un’eccezione fortunosa, ma una tendenza. Catania e Salernitana l’hanno capito e si sono mosse: tocca a loro trasformare l’interesse in un’operazione credibile. Al Pineto, invece, l’onere e l’onore di gestire il proprio «tesoro» sapendo che trattenere chi è pronto a salire è difficile, ma anche che ogni trattativa si può vincere se il prezzo (tecnico ed economico) è quello giusto. Qualunque sarà la destinazione, una cosa è già scritta: la Serie C ha (ri)scoperto un esterno che vale, davvero, doppio.

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