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L'esterno scuola Inter ha fatto bingo, il nuovo modulo scelto dall'ex Serie A lo porta al record di gol

Un giocatore che diventa riferimento offensivo, la nuova struttura biancorossa ha acceso la vena realizzativa del classe 2001

VIS PESARO SERIE C - FRANCO ORLANDO VEZZONI

VIS PESARO SERIE C - Franco Orlando Vezzoni, attaccante classe 2001, nel campionato in corso 15 presenze e 3 gol

È il minuto 35’ di una partita dal ritmo ruvido, luci fredde al «Tonino Benelli», pallone che viaggia da sinistra verso il centro. Dalla corsia, in zona di competenza di Franco Orlando Vezzoni, parte l’ennesima sovrapposizione: controllo, scelta rapida, esecuzione. La rete si muove. La Vis Pesaro va avanti, l’Ascoli rincorre e troverà il pari solo al 78’ con Emanuele Ndoj. Finirà 1-1 nella serata di lunedì 1 dicembre 2025, ma resta un dato che racconta più del punteggio: l’esterno italo-argentino è sempre più abituato a vedere la porta. È il suo terzo gol stagionale, confermato anche da lui nel dopogara: «Quest’anno il modo di giocare ci porta più spesso lì davanti». Non è un caso, è sistema.

L'AGGANCIO CON L'ASCOLI: L'AMARO IN BOCCA
La cronaca è nota: vantaggio biancorosso con Vezzoni al 35’, pareggio bianconero di Ndoj al 78’; risultato, 1-1. Nel mezzo, una Vis che per un’ora abbondante comanda gli spazi, costringe l’Ascoli a rincorrere, poi subisce la reazione nel finale. «Usciamo con un po’ di amaro in bocca… secondo me meritavamo i tre punti», dirà Vezzoni in sala stampa, fissando anche il punto-chiave: «Arrivo tantissimo in zona gol, il sistema ci porta lì davanti». Sono parole che mettono il riflettore non solo sull’episodio, ma sull’architettura del gioco messa a terra dallo staff pesarese.

IL CONTESTO: UN PROGETTO TECNICO CHE SI CONSOLIDA
Per capire perché Vezzoni segni di più serve una cornice. La Vis Pesaro ha imboccato un percorso di identità chiara fin dalla primavera scorsa: l’arrivo di Roberto Stellone in panchina ha portato un’idea precisa, poi rinforzata dal rinnovo «lungo» siglato il 23 giugno 2025 (staff compreso, fino al 2030). Segnale di stabilità e di un progetto che protegge la continuità tecnica: uno dei prerequisiti perché i meccanismi, soprattutto sulle corsie, diventino automatici. Nel corso dell’autunno, tra squalifiche e rotazioni, la gestione in panchina vede in alcune gare Andrea Gennari (vice) figurare come primo riferimento a referto. La struttura però resta la stessa: un 3-4-2-1 che chiede agli esterni di essere contemporaneamente ago della bilancia difensivo e trampolino offensivo. Contro l’Ascoli del 1 dicembre, le formazioni ufficiali confermano: Vezzoni a sinistra nel «quattro» di centrocampo, Paganini sull’altro lato, due rifinitori alle spalle della punta. Un disegno che valorizza gli inserimenti senza palla, specie sul lato debole.

IL 3-4-2-1 ESALTA UN ESTERNO COME VEZZONI
Il sistema fa la differenza, dice Vezzoni. Ma in che modo, precisamente? 1)Altezze medie più aggressive. Nel 3-4-2-1 della Vis Pesaro, gli esterni sono spinti a ricevere sopra la linea della palla, con compiti di attacco della profondità a ridosso della mezzaluna. È esattamente il territorio di Vezzoni. 2) Il corridoio del lato debole. Una delle chiavi del 3-4-2-1 è la possibilità di arrivare alla rifinitura con i «due» sotto la punta e ribaltare rapidamente verso l’esterno opposto. Quando la palla viaggia dal centro-destra, l’esterno sinistro attacca il secondo palo o il canale tra terzino e braccetto: il gol del 35’ contro l’Ascoli nasce da un’azione in cui Vezzoni s’infila proprio lì, in una zona stealth per la linea difensiva, trasformando una corsa laterale in conclusione. 3) Coperture codificate dietro la spinta. La Vis regge la proiezione offensiva dei quinti con un terzetto dietro che scala in diagonale e un mediano (spesso Pucciarelli o Berengo) pronto a chiudere la transizione. Questo consente agli esterni di osare: se perdi palla sulla trequarti, sai che alle spalle hai una rete di sicurezza. La disposizione vista nelle formazioni ufficiali (con Di Renzo, Primasso, Bove a comporre il trio) dà l’idea di come si assorbano le ripartenze avversarie per lasciare campo a Vezzoni e Paganini. 4) Rifinitura «a imbuto» e tagli dentro. Non di rado la squadra stringe i due trequartisti (Paganini usato anche tra le linee in alcune fasi, e Di Paola) per attirare il blocco avversario e liberare la corsia esterna dove l’uomo a piede forte può scegliere: cross, scarico, oppure l’attacco diretto dell’area.

 

DALLA DICHIARAZIONE AL DATO, UN NUMERO MAGGIORE DI RETI
Il post-partita di Vezzoni contro l’Ascoli contiene la frase-chiave: «Quest’anno arrivo tantissimo in zona gol… il sistema ci porta spesso lì davanti». Non è solo sensazione. Il suo bottino è salito a 3 gol stagionali proprio con la marcatura del 1 dicembre; a fine ottobre i database ufficiali lo registravano a 2, confermando un trend in crescita che il pari contro i bianconeri ha allungato. Un indizio parallelo arriva dalle curve di squadra: nelle letture analitiche della partita, la Vis tende a costruire gran parte del pericolo attraverso le corsie e cresce nei finali (il 42% dei gol dal 70’ in poi), segno di una gestione fisica intelligente e di esterni che continuano a spingere anche quando gli spazi si allargano. Per un incursore come Vezzoni, significa trovare più di una volta per gara la palla giusta sul taglio.

GOL COME EFFETTO COLLATERALE DI UN'IDEA
1) La Vis Pesaro ha scelto una piattaforma tattica chiara (3-4-2-1) che valorizza gli esterni come generatori di ampiezza e come terminali sul lato debole. 2) Gli equilibri difensivi e le coperture mediali consentono a Vezzoni di «restare alto», moltiplicando i tocchi in area. 3) I numeri di produzione (tiri, pericolosità dalle fasce) e la distribuzione temporale dei gol nel finale raccontano perché l’esterno stia trovando più spesso la conclusione utile. 4) Il progetto tecnico blindato fino al 2030 dà continuità e fiducia: un contesto che aiuta le abitudini buone a diventare costanti. La fotografia che resta, al netto del pareggio, è di un esterno che si sente dentro la porta. Con la maglia della Vis Pesaro, oggi, Franco Vezzoni è esattamente questo: un quinto che pensa da attaccante quando conta. E i gol, tre, con quello del 1 dicembre, cominciano a chiamarlo per nome.

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