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Serie C

Festeggia le 100 presenze con la stessa maglia contro l'amata Inter, per il 23enne emozioni a non finire

L'esterno in nerazzurro vinse lo Scudetto Under 17, ora è una colonna del club neo promosso tra i Professionisti

DOLOMITI BELLUNESI - EDUARDO ALCIDES

DOLOMITI BELLUNESI - Eduardo Alcides Dias, esterno destro classe 2002, nel campionato in corso 13 presenze e 2 reti

Allo stadio Omero Tognon di Fontanafredda, alle 18.30 di mercoledì 3 dicembre 2025, un numero tondo diventa una porta che si riapre sul passato. La Dolomiti Bellunesi attende la Inter Under 23 per il recupero della 14ª giornata di Serie C; per Eduardo Alcides Dias, 23 anni, è l’occasione di toccare quota 100 presenze in maglia dolomitica proprio contro il vivaio che l’ha formato, quello nerazzurro. Un gioco di specchi: la storia personale che si intreccia con il presente di una squadra chiamata a fare punti per la salvezza. E un’emozione che lui stesso, nelle ore della vigilia, ha definito «bellissima» ma da governare con la testa di chi oggi è un riferimento della retroguardia.

IL RITORNO AL PUNTO DI PARTENZA
Certe partite iniziano molto prima del fischio d’inizio. Per Alcides, cresciuto nel settore giovanile dell’Inter per 4 anni fino all’Under 18, il match con l’Inter Under 23 è una cartolina che torna indietro. In nerazzurro, sotto la guida di Andrea Zanchetta, ha vissuto traguardi che segnano un percorso: lo Scudetto Under 17 del 2019 e la Supercoppa di categoria, due successi che cementano la cultura della vittoria dentro a un vivaio di élite. Non sono ricordi vaghi: quella finale Scudetto con la Roma finì 3-1 e vide protagonista Sebastiano Esposito; il gruppo avrebbe poi aggiunto anche la Supercoppa confermando una generazione di talento. Nella scheda anagrafica c’è un’identità doppia, italo-brasiliano, nato il 28 agosto 2002, e un cammino che dopo l’Inter passa per la SPAL Primavera, quindi l’esordio tra i «grandi» in Serie C al Picerno prima dell’approdo a Belluno nel 2022. Una crescita lineare, senza clamori, puntellata stagione dopo stagione fino a diventare colonna della Dolomiti.

LA SCIA DELL'INFORTUNIO E RIENTRO IN GRUPPO
C’è anche una piccola cicatrice recente in questa storia. Il 5 ottobre 2025, nella trasferta di Vercelli (finita 4-0 per la Pro Vercelli), Alcides è stato costretto a lasciare il campo poco dopo la mezz’ora per un problema fisico in quella che fu l'ultima partita in panchina di Nicola Zanini, poi esonerato per Andrea Bonatti. Lo raccontano i tabellini e le cronache locali: uscita al 37’, gara in salita per i dolomitici e una sconfitta che avrebbe poi accelerato anche riflessioni tecniche. Il difensore, però, ha recuperato: «Mi sento bene, ho recuperato del tutto», ha spiegato alla vigilia della sfida coi nerazzurri.

UNA RICORRENZA NEL GIORNO GIUSTO
Che la ricorrenza capiti proprio con la Inter Under 23 è il dettaglio che rende il quadro completo. La gara, inizialmente prevista per il 15 novembre, è stata riprogrammata dalla Lega Pro al 3 dicembre per via delle convocazioni dei giovani nerazzurri in Nazionale. Il recupero, fissato per le 18:30 al «Tognon», diventa così il palcoscenico del «centenario» di Alcides in maglia bellunese. La stessa Dolomiti Bellunesi ha ufficializzato il posticipo, in linea con quanto comunicato dai canali del club nerazzurro.

DA MATRICOLA DI SERIE D A PROFESSIONISTA
L’uomo dei 100 è anche una lente per capire la traiettoria del club. La Dolomiti Bellunesi ha vissuto una primavera da ricordare: il 4 maggio 2025 il salto in Serie C è diventato realtà, coronando una corsa iniziata in Serie D e chiusa con il sogno professionistico finalmente in tasca. In quella giornata, dentro il 4-1 al Brian Lignano, c’era anche Alcides tra i titolari: un passaggio di testimone simbolico tra dilettantismo e professionismo che spiega perché le 100 presenze arrivino così presto, in un gruppo dove la continuità ha avuto un peso decisivo.

LE PAROLE DELLA VIGILIA: EMOZIONE E PRAGMATISMO
«È un obiettivo bellissimo», dice Alcides del traguardo personale. Ma subito sposta l’asse sul collettivo: «Dobbiamo interpretare la gara da squadra, con cattiveria agonistica». Dentro c’è l’eco del lavoro del nuovo tecnico, la cicatrice di qualche passaggio a vuoto e l’urgenza di mettere punti in cassaforte. Il calendario, del resto, non aspetta: questo recupero è la seconda tappa in otto giorni, incastrata tra lo 0-0 con la Giana Erminio e la trasferta a Busto Arsizio con la Pro Patria. Servono gambe, ma anche gestione delle energie mentali. C’è un altro dettaglio che qualifica il valore formativo di quegli anni nerazzurri. Alcides ricorda volentieri i nomi che oggi animano i massimi campionati: da Sebastiano Esposito a Gaetano Oristanio, fino a Lorenzo Pirola. È la prova che certe camere di crescita accelerano i tempi. E spiega perché ritrovare quella «casa» abbia un peso emotivo particolare, da convertire subito in concentrazione. Il rischio di farsi prendere dall’onda dei ricordi è reale: la bravura sta nel trasformare la scintilla in lucidità.

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