Serie D
03 Dicembre 2025
SCAFATESE SERIE D - Antonio Di Natale lascia il ruolo di club manager del club campano
La scena è di quelle che restano appiccicate: la porta della sede della Scafatese che si chiude alle spalle di Antonio Di Natale in un pomeriggio di inizio dicembre, mentre la squadra è ancora capolista e la città ha negli occhi l’entusiasmo dei primi mesi. Sul tavolo, due comunicati in meno di 48 ore: prima l’interruzione con l’allenatore Gianluca Esposito; poi l’ufficialità della separazione con il Club Manager più celebrato che la Serie D ricordi negli ultimi anni. Entrambi gli addii hanno una parola in comune: «consensuale». Ma è sempre la stessa storia quando una società che vola in classifica cambia in corsa anche i suoi uomini-chiave? La risposta sta nei dettagli, nel calendario, nelle ambizioni dichiarate e, sì, anche in ciò che dicono i comunicati ufficiali.
LA CRONOLOGIA DELLA STAGIONE
1) Nomina: 8 luglio 2025. La Scafatese Calcio 1922 ufficializza Di Natale come nuovo Club Manager per la stagione 2025-2026, un colpo di immagine e competenza che fa il giro dei media nazionali. 2) Pochi giorni prima, il club aveva scelto in panchina Gianluca Esposito (comunicato del 30 giugno 2025). 3) La squadra parte forte nel nuovo girone (spostata nel Girone G), fino a ritrovarsi capolista con una mini‑fuga certificata anche dai numeri. 4) Il 1 dicembre 2025 arriva il primo scossone: esonero di Esposito nonostante il primo posto e +4 sulle inseguitrici. 5) Il 2 dicembre 2025, la seconda nota: Di Natale e Scafatese si salutano «di comune accordo». In meno di 24 ore la catena decisionale si ridisegna in alto e a bordo campo. Per una società che ha messo nel mirino la promozione, non è un dettaglio.
UN DIRIGENTE DAL CAMPO ALLA STANZA DEI BOTTONI
Che Antonio Di Natale sia un nome‑calamita per ogni progetto calcistico italiano non è una notizia. Lo dicono i 209 gol in Serie A, i 2 titoli di capocannoniere, le 42 presenze e 11 reti con l’Italia. Ma il profilo che interessa qui è quello dell’uomo di club: prima allo Spezia tra staff prima squadra e Under‑17; poi l’approdo alla Carrarese da allenatore (2021–2022); quindi l’ingresso nei quadri della Orvietana con il ruolo di vicepresidente a partire dal settembre 2022. Alla Scafatese, la chiamata di luglio 2025 lo ha rimesso a contatto con la trincea quotidiana del calcio: costruzione culturale del club, relazioni con spogliatoio e staff, sponda operativa al lavoro del direttore sportivo Pietro Fusco e raccordo con la proprietà, il presidente Felice Romano. È la definizione concreta, nella Serie D di oggi, del concetto di Club Manager: un «ponte» tra anime diverse che devono correre alla stessa velocità.
IL CONTESTO TECNICO: UNA CAPOLISTA CHE NON HA FRETTA
Qui sta uno dei paradossi affascinanti della notizia: la Scafatese è in testa nel Girone G. Cronache e dati delle prime undici‑dodici giornate hanno raccontato una squadra con imbattibilità intatta, miglior attacco e miglior difesa nel periodo, trascinata dai gol di Domenico «Mimmo» Maggio e dagli innesti di categoria superiore come Emilio Volpicelli, Roberto Convitto e profili esperti come Marco Baldan o Alberto Acquadro. Proprio quando il ritmo ha conosciuto una piccola frenata (due pari di fila, uno nel big‑match col Trastevere e l’altro ad Olbia al 93’), la società ha scelto il cambio in panchina, sottolineando al contempo che il vantaggio restava di 4 punti e che l’imbattibilità non era in discussione. Una mossa forte, che ha fatto rumore, ma in linea con la cultura delle ambizioni dichiarate: nessun alibi, massima pressione sul risultato. In questo frame si inserisce l’uscita di Di Natale: un addio che sposta simbolicamente gli equilibri, perché tocca la dimensione identitaria del progetto.
COSA PERDE E COSA TIENE LA SCAFATESE
L’uscita di Di Natale toglie alla Scafatese un «fattore» di esperienza, relazioni e autorevolezza: il peso specifico di chi ha vissuto vent’anni da protagonista nel professionismo. Ma non lascia un vuoto, se la struttura regge. 1) Presidenza solida: Felice Romano ha mostrato in questi mesi centralità decisionale e capacità di presidiare la comunicazione quando la pressione sale. 2) Direzione sportiva: Pietro Fusco, confermato in primavera per la stagione 2025-2026, è l’architetto dell’ossatura attuale: un blocco competitivo, giocatori «vincenti» in categoria, mercato lucido. Il suo rinnovo ha dato continuità al piano. 3) Rosa profonda: i nomi elencati (da Maggio a Volpicelli, da Convitto a Baldan, Acquadro e altri) indicano una squadra costruita per stare in alto, non per sorprendere episodicamente. Sul lato «perdita», oltre al capitale umano di Di Natale, scompare una figura‑cerniera che in D ha un valore spesso sottovalutato: gestione delle micro‑crisi, stabilizzazione emotiva dei gruppi, relazione quotidiana col tecnico e mediazione con le aree del club. In altre parole, il lavoro invisibile che aiuta a trasformare una rosa forte in una squadra vincente.
LA CHIOSA NECESSARIA
Un club che taglia e cuce con questa tempestività si espone alle critiche. Ma si espone, soprattutto, a se stesso: quando alzi l’asticella, diventa naturale pagare il conto della coerenza. La Scafatese ha acceso i riflettori su di sé in estate; oggi li regge, con la stessa intensità. L’addio di Antonio Di Natale non è una nota a margine: è una pagina. La stagione dirà se sarà un capitolo complicato o l’innesco di un finale che a Scafati sognano da più di dieci anni: tornare tra i professionisti (la Lega Pro manca dal. Se accadrà, i tifosi ricorderanno queste 48 ore come il punto di svolta. In caso contrario, le leggeranno come l’attimo in cui la corsa si è complicata. È il bello e il brutto del calcio quando ci si gioca tutto: ogni dettaglio pesa. Anche un comunicato di 20 righe.