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04 Dicembre 2025
Wilfried Nancy è il nuovo allenatore del Celtic (INSTAGRAM @casualcelts)
Una lavagna tattica, tre magneti in difesa e cinque frecce a occupare gli spazi alti del campo. Inizia così il primo giorno di Wilfried Nancy al Celtic: non con slogan o proclami, ma con la geometria di un’idea. Il francese ha firmato un contratto di due anni e mezzo e porta a Glasgow la sua identità: costruzione dal basso, ampiezza massima, coraggio nel tenere la linea alta e un gusto quasi educativo per i dettagli del gioco. Il battesimo, però, non lascia sconti: debutto in cima alla classifica contro gli Hearts domenica, esordio europeo contro la Roma giovedì, poi una finale di coppa con lo St Mirren. Un’agenda più da maratoneta che da neo-arrivato. E il suo 3-4-3, il cosiddetto “Nancyball”, chiede tempo, ripetizione, errori corretti sul campo. Quel tempo oggi non c’è: il calendario lo divora, e il mercato di gennaio incombe con l’urgenza delle scelte.
Il Celtic ha voltato pagina dopo l’addio di Brendan Rodgers a fine ottobre 2025, un divorzio carico di tensioni e di recriminazioni sulle strategie di mercato. Nel mezzo, l’interregno di Martin O’Neill ha rimesso in carreggiata la squadra: serie di vittorie, sorpassi sfiorati e un biglietto già staccato per la finale di League Cup. La scelta di Nancy, ex Columbus Crew e CF Montréal, non nasce dall’istinto ma da un profilo elaborato: tecnico emergente, forte sui principi e compatibile con una struttura societaria che pretende coerenza tra campo e reclutamento.
A 48 anni, Wilfried Nancy arriva in Europa con referenze solide: MLS Cup 2023, Leagues Cup 2024, premio di MLS Coach of the Year 2024. Il suo calcio ha segnato una frontiera in MLS per qualità del possesso, aggressività senza palla e capacità di “manipolare” l’avversario con rotazioni preordinate. Ma soprattutto ha mostrato una cifra didattica: Nancy non si definisce per il modulo, bensì per i concetti — attirare la pressione, cambiare lato con tempi precisi, fissare l’ultima linea con cinque uomini e far vivere alla squadra un continuo elastico tra rischio e superiorità posizionale. È il motivo per cui la “Nancyball” seduce chi cerca identità e non solo risultati.
Non è un calcio “facile”: richiede sincronismi, letture condivise e soprattutto giocatori tecnici nei tre dietro, nei due mediani e nelle ricezioni interne. È qui che si apre il vero tema Celtic: quanto in fretta questa rosa saprà metabolizzare i concetti?
Nancy sbarca a Glasgow con una sequenza di partite da grande club: lo scontro diretto con gli Hearts al suo esordio ufficiale, poi l’Europa con la Roma, quindi una finale contro lo St Mirren che può valere il primo trofeo domestico. È l’occasione ideale per accendere entusiasmo, ma anche il banco di prova più stressante per un’idea che ha bisogno di allenamenti, di ripetizioni, di errori “guidati”. Il problema, a dicembre, è l’elasticità del tempo: tra recuperi, viaggi e rifiniture, lo spazio per “insegnare” si assottiglia. Per questo i primi cinquanta giorni saranno un esercizio di pragmatismo: qualche principio svelato alla volta, senza strappi.
Dopo un 2025 di reclutamento percepito da tifosi e osservatori come insufficiente per ambizioni europee, la dirigenza ha già messo in conto un gennaio più incisivo. L’ultimo ciclo ha lasciato scorie: trattative sfumate, tempi lunghi, un’uscita pesante in avanti senza un sostituto all’altezza e la sensazione — rimarcata dallo stesso club nei suoi documenti — che trattenere troppa liquidità sia inefficiente se lo scopo è migliorare la competitività della squadra. Oggi, con Nancy, la necessità di allineare campo e mercato diventa obbligo.
Non servono “colpi” coreografici: servono profili funzionali al 3-4-3 e al suo lessico. Il club conosce la checklist e, per ammissione pubblica dei suoi vertici negli scorsi mesi, ha le risorse per intervenire. Che gennaio sia “facile” non lo è per nessuno — le squadre cedono malvolentieri — ma la pressione competitiva e il nuovo ciclo tecnico spingono verso investimenti mirati. Anche voci interne e figure vicine al club hanno sottolineato la necessità di rinforzi per sostenere l’impatto europeo.
La domanda che si fanno tutti: “Quanto serve per vedere il Celtic di Nancy?” La risposta onesta è: settimane per i primi segnali riconoscibili, mesi per la piena esecuzione. Alla prima finestra utile, due o tre innesti chirurgici possono accelerare l’apprendimento collettivo. Ma il vero acceleratore sarà il campo: con un calendario denso, Nancy dovrà insegnare più in video che in allenamento, più nelle esercitazioni situazionali che nei macrocicli. È un contesto ideale per allenatori “per concetti”: selezionare pochi principi-chiave (uscita pulita sul lato forte, fissaggio a cinque, riaggressione immediata) e ripeterli fino a automatizzarli.
La scelta di Wilfried Nancy dice che il Celtic vuole un’identità forte e scalabile. Ma un’idea di gioco, da sola, non basta. Il 2025 ha insegnato che senza una politica di reclutamento coerente, rapida e focalizzata, anche i progetti migliori si inceppano. Ora c’è una finestra — gennaio — per allineare la rosa ai principi: un centrale con primo passo tecnico, un quinto di ruolo, un riferimento offensivo e, se possibile, un trequarti che sappia ricevere “tra” e non “addosso”. Sono tre-quattro mosse, non dieci. Fatto questo, la Nancyball non sarà un’etichetta: diventerà il vocabolario quotidiano del Celtic.
Nel frattempo, godiamoci la sfida: un allenatore con idee forti, un club che ha il dovere di sostenerle e un pubblico che — più di ogni altro — sa riconoscere il valore dell’attacco fatto di coraggio, dettagli e responsabilità. La strada è in salita e il calendario non perdona. Ma se “alto rischio/alta ricompensa” è una promessa, il posto migliore per testarla è proprio qui, dove il calcio sa trasformare i concetti in identità.