Serie C
04 Dicembre 2025
LUMEZZANE SERIE C - Andrea Caracciolo ha giocato per oltre un decennio con il Brescia e dal 2022 è presidente dei rossoblù
La porta 9 dello Stadio Mario Rigamonti cigola appena, spinta da un refolo d’inverno. Nell’aria, un odore inconfondibile di erba tagliata e vernice fresca. Dietro quella soglia, una storia: l’uomo che in questo impianto ha esultato 179 volte con la V sul petto, oggi torna da «avversario più amato». Si chiama Andrea Caracciolo, per tutti l’Airone. È il presidente del Lumezzane, ma il Rigamonti resta la sua stanza dei ricordi. Domenica, alle 14.30, toccherà a lui attraversare quel corridoio, non in tuta né con gli scarpini, ma con la giacca di chi guida un club. Emozione garantita, equivoci no: resterà in tribuna, non scenderà in campo. È la partita che aveva segnato in calendario «dal giorno dell’uscita dei calendari». Una sfida che parla al cuore prima che alla classifica.
UN DERBY «NUOVO» CHE SA DI STORIA
È un derby inedito e insieme antichissimo. Inedito perché l’avversaria del Brescia di una volta oggi si chiama Union Brescia, il progetto nato nell’estate 2025 per garantire alla città un club professionistico, dopo gli scossoni societari che hanno travolto il vecchio Brescia Calcio. Antichissimo perché il filo emotivo, quello che lega tifosi e simboli, è rimasto intatto. L’Union gioca e vive al Rigamonti, con ambizioni dichiarate, un pubblico tornato a riempire gli spalti e una classifica da protagonista in Serie C. Dall’altra parte, il Lumezzane, alla terza stagione consecutiva tra i Professionisti dopo il ritorno in categoria del 2023, società in crescita e idee chiare: costruire, consolidare, rilanciare. Una sfida di territorio, identità e progetto.
CARACCIOLO, UN AVVERSARIO AMATO
Chi, se non Caracciolo, poteva condensare tutto questo in 90 minuti? Miglior marcatore nella storia del Brescia, presidente del Lumezzane dal 2022: un paradosso solo apparente. L’Airone ha raccontato l’attesa con parole limpide: tornare «nello stadio che considero casa mia» e aspettarsi «un abbraccio» da chi non lo ha mai dimenticato. Ma ha anche sciolto ogni dubbio operoso: in campo non ci va. È un ex calciatore, un presidente. E, a maggior ragione al Rigamonti, non indosserebbe altra maglia che non sia quella che ha amato. Domenica siederà in tribuna, con l’emozione del ritorno e la lucidità di chi rappresenta un club.
IL CAMPO: SQUADRE A CONFRONTO
1) L’Union Brescia di Aimo Diana ha messo in vetrina una struttura riconoscibile: difesa a 3, ampiezza e gambe sulle corsie, palleggio verticale e ricerca costante della profondità. La qualità tra le linee passa dalle giocate di Davide Di Molfetta e dagli inserimenti di Balestrero e Zennaro. In avanti, con Vido di nuovo disponibile, aumentano le combinazioni: la prima punta «pura» può essere Cazzadori, ma a gara in corso la carta Spagnoli aggiunge fisicità e mestiere. In più, i piazzati sono una voce sempre aperta, con Pasini e Silvestri minacce aggiuntive. 2) Il Lumezzane ha viaggiato tra accorgimenti e necessità. Dal lavoro estivo con Massimo Paci al subentro di Emanuele Troise, i valgobbini hanno puntato su compattezza centrale e ripartenze verticali. Le settimane autunnali hanno imposto qualche rattoppo in difesa per infortuni e rotazioni, ma la squadra ha trovato una sua dimensione di solidità, con attenzione alla gestione dei momenti dentro la partita, tema che lo stesso Troise ha ribadito più volte. Davanti, le alternative non mancano: Caccavo per attaccare la profondità, Donnarumma per giocare tra le linee e finalizzare in area.
LE PAROLE, IL CONTESTO, LA PRUDENZA
In questa settimana di avvicinamento si sono moltiplicate interviste e commenti. L’Airone ha già fatto capire di aspettarsi un’accoglienza speciale «da uno di loro». Nessun proclama, piuttosto la consapevolezza che certe partite non hanno bisogno di ulteriore carica: si preparano rispettandole. In casa Union, la notizia forte è il rientro di Vido, con la conferma che la gestione degli infortuni ha funzionato; in casa Lumezzane, l’attenzione è sulla disponibilità effettiva di Donnarumma, reduce da una scorsa stagione complicata e ora arruolabile: l’ultima valutazione sul suo minutaggio spetta allo staff, senza forzature. La logica dice che il suo impiego sarà calibrato sulle necessità della partita.
LA CHIOSA DELL'AIRONE
Si dice che «certe strade riportano sempre a casa». Per Andrea Caracciolo, quella strada passa da via Giuseppe Longhi e finisce sulla pista del Rigamonti. Domenica tornerà lì dove ha trasformato i palloni in ricordi, con il compito diverso, e forse più complesso, di un presidente. È l’avversario più amato, e resterà tale anche dopo il triplice fischio. E questa è, in fondo, la notizia più bella: che il calcio sappia ancora tenere insieme appartenenze, rispetto e memoria. Lo farà per 90 minuti, lo farà a Brescia, lo farà con l’Airone in tribuna e una provincia intera a guardare. Se è vero che i derby non si giocano: si vincono, questa volta, forse, basta anche solo saperli vivere. Il resto lo dirà il campo, come sempre.