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04 Dicembre 2025
NEYMAR SANTOS • A 33 anni, Neymar sembra essere la pedina fondamentale - nonostante il menisco fratturato - per salvare il Santos dalla retrocessione (foto: Attribution 4.0 International - Haute.at)
Una questione di cuore, quella fra il Santos e Neymar. «Eu vou, mas… eu volto» - "Me ne vado...ma tornerò" - aveva dichiarato nel 2013. Promessa mantenuta, a distanza di dodici anni. In un momento delicato per il club; i debiti e il rischio retrocessione. Ma, a livello calcistico, la risposta - emotiva e sportiva - è arrivata proprio da O'Ney. Stringendo i denti, personalizzando la terapia, parlando apertamente del dolore e trasformandolo in carburante per una squadra che aveva perso il respiro corto della speranza. Un fuoriclasse di 33 anni che, con una lesione al menisco ancora da risolvere, sceglie di giocare. E non solo: nelle ultime due partite mette insieme 4 gol e 1 assist, trascinando il Peixe dalla 17ª alla 14ª posizione del Brasileirão, fuori — almeno per ora — dal baratro.
La cronologia medica di Neymar è un mosaico di frustrazioni. Nell’ottobre 2023 la rottura del legamento crociato anteriore e del menisco del ginocchio sinistro; il lungo stop, la ricostruzione e un rientro intermittente tra Arabia Saudita e Brasile. Il 2025 doveva essere l’anno della normalità, ma la normalità non è arrivata: in stagione hanno fatto capolino più di una volta guai muscolari, fino alla diagnosi di una nuova lesione al menisco sinistro a fine novembre.
Secondo i report locali, la decisione “standard” sarebbe stata fermarsi in vista di un percorso di recupero; la decisione che Neymar ha preso è stata l’opposto: giocare, proteggendo il ginocchio con tre strati di tutori e bendaggi, personalizzando il riscaldamento e la gestione del dolore. Lo ha detto chiaro: “Non sto bene, ma dovevo decidere”. E la decisione è stata esserci.
L’episodio-cerniera arriva alla Vila Belmiro contro lo Sport Recife: Neymar scende in campo con il menisco dolorante, va in gol nel primo tempo e serve un assist, poi lascia il campo stringendo sul ginocchio una borsa del ghiaccio. Dietro quel gesto c’è un’operazione quotidiana fatta di compressione, fisioterapia continua e un minutaggio calibrato al millimetro. Il messaggio è pubblico e diretto: non è la versione scintillante e indemoniata del ragazzo che partiva in slalom da sinistra, ma è il leader che il Santos in crisi aveva bisogno di vedere. È il primo tassello della risalita.
La conferma più fragorosa arriva nella penultima settimana del campionato: contro il Juventude, Neymar realizza una tripletta in 17 minuti; partita chiusa con un 3-0 che pesa più dei tre punti. È il passaggio dalla paura alla possibilità: Santos due punti sopra la linea rossa, con una finale casalinga all’orizzonte e la curva dell’umore che torna in salita. Nei tre match precedenti il 10 aveva già inciso con 5 gol e 1 assist, garantendo 7 punti che, in un campionato di margini sottili, fanno la differenza tra l’ansia e la prospettiva. Nell’arco di una settimana, il club passa dalla 17ª alla 14ª piazza: non un miracolo, ma una traduzione aritmetica di scelte coraggiose.
La riapparizione di Neymar a Santos non è solo una transazione calcistica. È stata anticipata da una presentazione con oltre 20.000 persone allo stadio, il video “The Prince is back”, la promessa di onorare il “10” che fu di Pelé. Emozione e identità: due parole-chiave in un club che stava ricostruendo autostima e categorie dopo la retrocessione e la pronta risalita. Il primo gol nel nuovo ciclo in bianconero arriva il 16 febbraio 2025, su rigore contro l’Água Santa, in Paulista: passano 502 giorni dall’ultima rete. È un segno che vale più della dinamica del match; è l’avvio di un percorso. Un contratto breve, di soli sei mesi, prolungato poi fino alla fine dell'anno. Parola chiave: leadership.
La stagione, però, ha delle variabili: un paio di stop muscolari, anche una pausa forzata per Covid-19 a metà anno, poi la ricaduta al menisco. Il quadro non è lineare, ma la scelta di restare e rinnovare ha cambiato il significato del progetto: Neymar ha trasformato l’operazione-nostalgia in un percorso competitivo. E quando il campionato ha chiesto una scossa, la scossa è arrivata.
I 4 gol in 2 partite hanno spostato di almeno 3 posizioni la fotografia del Santos nella settimana più delicata, trasformando la rincorsa in un vantaggio psicologico sulla zona calda. Tradotto: 7 punti in 3 gare con 4 gol e 1 assist del 10 significano media da Scudetto. In un Brasileirão compresso, l’14º posto a due punti dal margine di sicurezza, alla vigilia dell’ultima sfida casalinga, non è semplicemente un dato: è lo scenario in cui una stagione può ricomporsi.