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Serie C

Parte con 6 punti in 8 partite, poi ne fa 22 nelle successive 8: la neo retrocessa è fenomenale!

Dalla caduta alle 7 vittorie consecutive: dentro la metamorfosi di un club che ha scelto di ripartire dagli uomini di casa

CITTADELLA SERIE C - DAVIDE CASTELLI

CITTADELLA SERIE C - Davide Castelli, attaccante classe 199, miglior marcatore in campionato dei granata con 4 reti all'attivo

Una porta che balla sul montante, l’urlo strozzato di una curva e un cronometro che sembra non scorrere mai. È l’ultimo assalto dell’Union Brescia al «Tombolato», minuto di recupero oltre il consentito: cross, mischia, palla respinta due volte, poi il fischio. Finisce 1-1 e il Cittadella resta in piedi, con addosso l’odore addensato dei lunedì di provincia che decidono classifiche e umori. Non è un punto qualsiasi: è l’istantanea di una squadra che ha imparato a soffrire, a stare corta, a difendere l’area con i denti e a ripartire, a credere di nuovo nella propria rotta dopo settimane in cui tutto sembrava franare. In mezzo, un fatto enorme: la retrocessione dalla Serie B. Un colpo al cuore, prima ancora che alla classifica. Eppure, 2 mesi dopo l’avvio traballante, i numeri dicono un’altra verità: striscia positiva lunga, solidità ritrovata, identità riconoscibile. E la firma di un uomo-simbolo in panchina: Manuel Iori.

LA STAGIONE SPEZZATA IN DUE: AVVIO A RILENTO, POI L'IMPENNATA
La cronaca dell’anno granata si legge come una linea spezzata. La prima parte del girone d’andata racconta una squadra che sconta il contraccolpo della discesa in Serie C: ritmo basso, pressione psicologica evidente, difficoltà ad adattarsi a un torneo in cui si gioca su campi ostici, contro avversari spesso meno tecnici ma più intensi. Il pareggio-beffa con la Virtus Verona nei minuti finali, lo stop con la Pergolettese, lo schiaffo casalingo nel derby con il Vicenza: tre segnali in rapida sequenza che hanno imposto un bagno di realtà. Poi, senza clamori, la curva si impenna. Il Cittadella cambia pelle, si compatta, trova automatismi nelle due fasi e soprattutto impara a far tesoro degli episodi. Arrivano una dietro l’altra le vittorie che raddrizzano la stagione: prima la Triestina, poi l’Ospitaletto, quindi Inter U23, Pro Vercelli, Dolomiti Bellunesi, Arzignano e persino il colpo da grande squadra contro il Lecco. Una «settima bellezza” che riscrive la geografia del Girone A e proietta i granata stabilmente in zona nobile. Nelle nove gare che seguono lo scivolone di fine settembre con il Lumezzane, il bilancio è da capogiro: 9 risultati utili consecutivi, 7 vittorie e solo 2 gol subiti, con l’asticella della fiducia che si alza di settimana in settimana. 

L'EFFETTO RETROCESSIONE: FERITA APERTA, RICOSTRUZIONE COMPLICATA
La retrocessione dalla Serie B, maturata al termine della stagione 2024-2025, non ha inciso soltanto sull’assetto sportivo. È stato un colpo alla memoria recente del club e alla propria autopercezione: dopo 9 campionati di fila in cadetteria, precipitare in C ha significato rifare i conti con budget, piazze, logiche di mercato e, soprattutto, con la testa. L’ultima giornata al «Tombolato», il ko con la Salernitana e la classifica impietosa sono il fotogramma del punto più basso. Da lì, la necessità di ricucire. Di ripartire dalla cultura tecnica e societaria che il Cittadella ha sempre saputo incarnare: sobrietà, lavoro, coerenza nelle scelte.

LA SCELTA CHE CAMBIA TUTTO: PUNTARE SU MANUEL IORI
Nelle settimane del disorientamento, la società compie un gesto controcorrente e insieme profondamente coerente con la propria storia: affida la panchina a Manuel Iori, ex capitano, 339 presenze in granata, bandiera di un’epoca in cui il club ha saputo sfiorare persino la Serie A. La nomina, ufficializzata il 27 giugno 2025, non è solo una mossa romantica. È un investimento identitario: riportare nello spogliatoio un linguaggio comune, un alfabeto di principi, lavoro, compattezza, coraggio, che l’ambiente riconosce come propri. Iori arriva forte di un percorso formativo lineare: due stagioni alla Primavera del Cittadella, quindi le esperienze al Sangiuliano City, all’Alto Adige con i giovani, infine la Casertana. L’impronta è chiara fin da subito: intensità con e senza palla, linee corte, ossessione per i dettagli della fase difensiva, attacco verticale e pragmatico.

LA RIPARTENZA PARTE DA CASA
Investire su persone legate al territorio è un azzardo solo sulla carta. Nella pratica, quando l’allenatore conosce radici, riti, aspettative e persino i silenzi della piazza, metà del lavoro è fatto. Iori ha portato una grammatica condivisa: si lavora forte, si accetta la sofferenza delle partite sporche, si annulla la distanza tra «titolarissimi» e subentranti. In conferenza, i messaggi sono essenziali: «non dobbiamo essere sazi», «dobbiamo essere più concreti», «si può sempre migliorare». Non slogan, ma chiodi piantati ogni settimana. Il risultato è una coesione visibile: nelle esultanze, nelle coperture preventive, nel sacrificio delle punte che rincorrono fino alla bandierina. Quando il gruppo reagisce così, anche il piano gara più coraggioso diventa praticabile.

LE MIRE DEL CITTADELLA
La matematica invita alla prudenza; la trama delle ultime settimane all’ottimismo. Con il Vicenza lanciato e con Lecco e Union Brescia a scambiarsi posizione e autostima, l’obiettivo realistico è stare dentro al quadrante playoff con la miglior collocazione possibile, per aggredire la fase nazionale con il vento in poppa. La C non perdona cadute d’attenzione, ma, al netto di fisiologici stop, le 7 vittorie di fila e i 23 punti raccolti nel «bimestre caldo» hanno ridisegnato il perimetro delle ambizioni. E qui entra in scena un’altra variabile: la conoscenza della competizione. Nel percorso a incastri dei playoff di Lega Pro (si parte dai turni del girone e si sale fino alla fase nazionale, con vantaggi per chi ha chiuso più in alto), arrivare in spinta può cambiare la vita. Almeno una promossa oltre alle 3 vincitrici dei gironi: la quarta sale dalla griglia finale. E in uno scenario a margini sottili, identità e solidità contano quasi quanto il talento. Non c’è garanzia di successo, non esistono in questo torneo, ma oggi c’è una squadra che sa chi è. E quando una squadra sa chi è, il calendario smette di fare paura.

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