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Serie C

Fa 136 punti in 55 partite e riaccende l'entusiasmo della città di 156mila abitanti, è il capolavoro dell'allenatore

Dai Dilettanti al Professionismo senza cambiare faccia, come l’idea di gioco di un ex Serie A ha trasformato la squadra

RAVENNA SERIE C - MARCO MARCHIONNI

RAVENNA SERIE C - Marco Marchionni era subentrato a Mauro Antonioli a ottobre 2024 ai tempi della Serie D

Una domenica pomeriggio al «Benelli», la luce bassa di fine estate che taglia le tribune e un brusio che non si sentiva da anni. La lavagna tattica è ancora aperta nello spogliatoio quando Marco Marchionni esce dal tunnel, saluta lo staff, si volta verso la curva e ascolta. Lì dentro c’è molto di quello che è accaduto in questi ultimi mesi: una squadra rimodellata, una città riaccesa, una classifica che corre al ritmo dei suoi principi. Il resto lo raccontano i numeri, che non hanno bisogno di aggettivi: 55 partite, 43 vittorie, 7 pareggi, 5 sconfitte; 136 punti complessivi, una media di 2,47 a gara dal suo avvento nell'autunno 2024. In Serie D, il prologo della storia: 29 incontri, 22 vittorie, 4 pari, 3 ko, media 2,41. Dati che, più di qualsiasi slogan, fotografano la trasformazione del Ravenna FC sotto una guida tecnica diventata, nel frattempo, un riferimento per l’intero ambiente.

UN PROGETTO NATO PER RIMETTERE IN MOTO I GIALLOROSSI
Il 25 ottobre 2024 segna il primo snodo. Dopo un avvio complicato nel Girone D di Serie D, il club affida la panchina a Marchionni dopo l'esonero di Mauro Antonioli. L’annuncio è asciutto, la missione chiarissima: rigenerare la squadra e rimettere il gruppo sulla rotta giusta. Con lui arrivano collaboratori fidati, una metodologia quotidiana che alza l’intensità, idee semplici eseguite con rigore: ampiezza costante, pressione organizzata, ricerca della superiorità nelle catene laterali. Non è teoria: la prima svolta si vede già nelle partite immediatamente successive al suo insediamento. Il club, intanto, struttura il contesto: la società giallorossa conferma l’ossatura dirigenziale e nel tempo ritocca lo staff per cucire addosso al tecnico un gruppo di lavoro coerente con la sua identità. Nel giugno 2025 viene ufficializzato anche l’ingresso di nuove figure nello staff e la continuità di ruoli chiave, un segnale alla squadra: l’idea non è una corsa breve, ma un percorso.

DALLA SERIE D ALLA SERIE C SENZA SCOSSONI, IL CONTESTO RESTA COMPETITIVO
C’è un passaggio che spiega più di altri la solidità del progetto. Nel salto di categoria, quello che di solito frena le neopromosse, il Ravenna non cambia passo: lo mantiene alto. Le prime settimane in Serie C sono un laboratorio di conferme. Il trend fotografato dai dati racconta che, nelle prime 16 giornate, la squadra di Marchionni ha messo assieme 12 successi, 2 pareggi e 2 sconfitte, restando a ritmo di vertice. Una conferma che rafforza il senso della sua media generale di 2,47 punti a incontro sull’intero arco di 55 partite: non un picco, ma una linea. Dietro i risultati c’è una cooperativa del gol: la varietà dei marcatori è uno degli indicatori della ricchezza del gioco. A inizio ottobre 2025, a conferma di una produzione offensiva distribuita, ogni giornata portava un volto nuovo nel tabellino: un segnale di efficacia del sistema e di crescita individuale.

LA CULTURA DEL RISULTATO, COPPA E PLAY OFF
Se c’è un territorio dove la mano dell’allenatore emerge, è la gestione delle gare ad eliminazione diretta. Nel percorso di Coppa Italia di Serie D, la squadra ha tenuto un ritmo quasi irreale: 10 partite, 9 vittorie e 1 pareggio in trasferta a Lavagna con qualificazione già ipotecata. Quel successo di primavera ha avuto un valore simbolico, riportare un trofeo in città, e uno concreto: consolidare convinzioni, abituarsi a partite «pesanti», cementare la mentalità. È lo stesso filo che porta alla vittoria dei playoff di girone, un passaggio che racconta l’affidabilità del gruppo nei momenti che contano. Non è un caso se, al momento del rinnovo, la società ha sottolineato proprio questa cifra: media punti altissima, trofei, gestione dei picchi di pressione.

UNA CIFRA TATTICA RICONOSCIBILE
Nelle interviste post-partita, Marchionni è misurato, ma non nasconde i cardini del suo lavoro: compattezza nelle distanze, baricentro dinamico, principi chiari senza irrigidirsi in un unico sistema. La squadra alterna fasi di pressione alta a momenti di riabbassamento guidato, con linee corte e marcature preventive pulite. Il primo possesso è spesso paziente, ma la rifinitura cerca la verticalità rapida quando riceve il trequarti in zona di luce. Un calcio pragmatico, sì, ma mai rinunciatario. In un derby d’alta quota con il Forlì, lo stesso allenatore ha riconosciuto, con franchezza, i momenti di difficoltà del suo gruppo, evidenziando l’importanza dello «stare dentro» la partita con la testa: è l’altra faccia della mentalità vincente, non il trionfalismo ma l’attenzione al dettaglio.

L'EFFETTO MARCHIONNI SUI CALCIATORI
Gli allenatori incidono quando spostano l’asticella dei singoli. Il Ravenna versione 2025-2026 ha visto crescere la propria batteria offensiva (leggasi le 7 reti di Cristian Spini, che ha mercato in Serie B) per varietà di soluzioni e qualità delle scelte, e consolidare un reparto arretrato capace di giocare coraggioso pur restando protetto. L’elasticità con cui la squadra sa alternare una prima costruzione ragionata a un gioco più diretto contro avversari aggressivi racconta la maturità acquisita. Che questa identità sia stata percepita anche fuori città lo dimostrano i riscontri di pubblico e la costante presenza del Ravenna tra le candidate per il vertice del Girone B. Lo stesso Marchionni, alla vigilia di una sfida pesante, ha messo un paletto: «Meglio essere in testa a maggio», quasi a congelare gli eccessi di entusiasmo. È una frase che definisce lo stile del tecnico: realismo competitivo. Ma chi guarda la curva dei dati ha già una certezza: questa squadra, con Marchionni, ha imparato a stabilizzare l’alta quota.

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