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Serie A

4 mesi dopo l'infortunio, il bomber Campione d'Italia è pronto a tornare

Tra Champions, campionato e Supercoppa il recupero dell'attaccante belga è fondamentale per gli azzurri

Romelu Lukaku, attaccante classe '93 del Napoli e della Nazionale belga

Romelu Lukaku, attaccante classe '93 del Napoli e della Nazionale belga

Una mattina fredda, l’aria tagliente sul prato di Castel Volturno e una scena che i tifosi del Napoli hanno immaginato per settimane: la sagoma di Romelu Lukaku che entra in campo, saluta, si aggiusta il calzettone e si unisce finalmente al gruppo. È un’immagine semplice, quasi ordinaria, eppure carica di significato. Perché mancava da quel maledetto 14 agosto e perché restituisce ad Antonio Conte un riferimento tecnico e carismatico che ha scandito l’ultimo trionfo azzurro. Il rientro in gruppo, però, non significa accelerare oltre il ragionevole: niente Lisbona, niente Benfica-Napoli. Il centravanti non è tra i convocati e resterà al Training Center per proseguire il percorso di ri-atletizzazione che deve riportarlo in campo in condizioni stabili e sicure. La rotta è tracciata, la velocità resterà controllata.

Nella rifinitura della vigilia della gara di Champions, Romelu Lukaku ha sostenuto lavoro con i compagni per la prima volta dall’infortunio estivo, segnale pratico che la fase terminale del recupero è iniziata. La notizia è stata registrata dai canali d’informazione sportivi nazionali, con un tenore convergente: “rientro in gruppo” e “rientro in campo vicino”, ma con cautela. Per la trasferta di mercoledì 10 dicembre contro il Benfica, il Napoli ha optato per la prudenza: Lukaku non figura nell’elenco dei convocati per la gara di Champions e non salirà sull’aereo per il Portogallo. La lista diffusa alla vigilia non lo contempla, con il ruolo di centravanti assegnato a chi, in queste settimane, ha sostenuto il reparto. Il belga rimarrà a Castel Volturno per rifinire la ri-atletizzazione e completare step che, per questo tipo di infortunio, non vanno forzati. L’orientamento del club e dello staff è coerente con quanto ripetuto nelle scorse settimane: sì al recupero progressivo, no agli strappi.

L'INFORTUNIO DI LUKAKU, LESIONE AL RETTO FEMORALE

Nel bollettino post-infortunio, diffuso a metà agosto, la diagnosi era pesante: lesione di alto grado del retto femorale della coscia sinistra. È un danno importante a uno dei capi del quadricipite, cruciale per sprint, cambi di direzione e calciare. Nei calciatori professionisti, una lesione di alto grado comporta: un primo periodo di immobilizzazione relativa e terapie per il dolore e l’edema; una fase centrale di recupero funzionale con rinforzo muscolare “protetto” e graduale riallineamento dei carichi; una fase finale di ri-atletizzazione, quella che oggi ci riguarda, in cui il calciatore ricomincia a “fare il calciatore”: corsa, accelerazioni controllate, gesti tecnici a intensità crescente, fino al rientro nel lavoro collettivo e, solo dopo, alla competizione.

Gli orizzonti temporali comunicati ad agosto parlavano, con le dovute cautele, di un’assenza potenzialmente lunga e di una valutazione chirurgica. La scelta è stata di procedere con un protocollo conservativo, scandendo i passaggi settimana dopo settimana. È dunque fisiologico che la squadra medica e tecnica proteggano l’ultima curva: il passaggio dall’allenamento al minutaggio ufficiale è il più delicato, quello che decide non solo “quando torni”, ma “come torni”.

La migliore notizia, per Antonio Conte, è la qualità del segnale: “gruppo” significa che Lukaku ha superato la soglia che separa il lavoro individuale dalla piena integrazione con i compagni. La decisione di non convocarlo per il Benfica non è un freno, ma un investimento sulla qualità del rientro: meglio completare a Castel Volturno uno o due micro-cicli di carico, piuttosto che anticipare una panchina “simbolica” a Lisbona. È una linea che lo stesso Conte aveva tratteggiato a più riprese: niente scorciatoie, nessun alibi, ma anche nessun rischio inutile su recuperi strategici.

Il calendario non concede tregua. Dopo Benfica–Napoli del 10 dicembre, il cammino azzurro prevede incastri sensibili tra campionato e coppe. In questo quadro, si ipotizza per Lukaku la possibilità di un impiego in Supercoppa nella settimana di metà dicembre, ma la discriminante resta la risposta del muscolo nei micro-cicli di lavoro che Conte e lo staff stanno programmando. Prudenza, dunque, e misurazione meticolosa dei carichi.

REGOLAMENTO SULLE LISTE UEFA

Un tassello da non sottovalutare è la gestione della lista UEFA. All’inizio della fase a girone unico, il posto in lista per l’attacco è stato coperto da un altro profilo, proprio per sopperire alla lunga assenza di Lukaku. In stagione, i regolamenti consentono un margine di manovra — un cambio per sostituire un infortunato di lungo corso — che il Napoli ha monitorato, tenendo però sempre come stella polare la reale disponibilità fisica del belga. Alla vigilia di Benfica–Napoli, il quadro è chiaro: per Lisbona Lukaku non c’è, e la scelta dei convocati fotografa l’attualità. Ogni decisione successiva, sul fronte UEFA, dipenderà dalla stabilità del recupero e dalle esigenze tattiche del momento. È un percorso che tutela il calciatore e, indirettamente, l’intera stagione del Napoli. La scelta di saltare Lisbona non toglie nulla al valore del ritorno in gruppo: semmai, lo rende più credibile. Perché le grandi rimonte non iniziano con le forzature, ma con i dettagli curati.

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