Serie A
09 Dicembre 2025
Torino-Milan 2-3, Christian Pulisic entra e segna 2 gol
Il termometro poche ore prima segnava 39 di febbre, quando Christian Pulisic entra allo stadio Olimpico Grande Torino, la partita sembra già scritta per il Torino: 2-0 per i granata dopo 17 minuti. Ma il calcio, a volte, è un bisturi affilato nelle mani di chi sta male: due tocchi, due sinistri, una rimonta. E la febbre, quella vera, resta negli spogliatoi. Quella metaforica incendia la notte: Torino-Milan 2-3, rossoneri in testa alla classifica con 31 punti raggiungendo il Napoli, già battuto nello scontro diretto a San Siro.
Fino a domenica, lo statunitense classe '98 era praticamente out: 39 di febbre, niente viaggio con la squadra per evitare rischi nello spogliatoio. Lunedì, sfebbrato, rientra in ritiro e si rimette a disposizione. Una gestione prudente e poi la scelta: in panchina, pronto se servirà. È servito eccome. Al suo ingresso, la partita cambia volume e ritmo: primo pallone toccato, gol. Dieci minuti dopo, doppietta e rimonta compiuta. Un racconto che tiene insieme medicina, mentalità e la crudele, bellissima logica del pallone.
Il Torino parte forte: al 10' Nikola Vlašić trasforma il rigore concesso per un fallo di mano in area rossonera. 1-0. Passano 7 minuti e Duván Zapata raddoppia, destro secco sul secondo palo. 2-0 e Olimpico in ebollizione. Il Milan non affonda: al 24' Adrien Rabiot spara da 25 metri, traiettoria piena, rete che riapre tutto. 2-1. Ripresa: entra Christian Pulisic al 66'. Un giro di lancette e, al 67', cross di Alexis Saelemaekers, controllo e sinistro: 2-2. Al 77', combinazione tra Ruben Loftus-Cheek e Samuele Ricci che crossa basso: Pulisic anticipa tutti e di controbalzo firma il 2-3. Rimonta completa.Sequenza pulita, chirurgica, che certifica la qualità delle rotazioni e l’impatto dei cambi.
ALLEGRI SQUALIFICATO, LANDUCCI IN PANCHINA, LEAO KO
Nel box delle decisioni c’è Massimiliano Allegri, ma sugli scalini della tribuna: squalificato, lascia la panchina a Marco Landucci. La regia dei cambi è decisiva: l’ingresso di Pulisic sposta il baricentro e libera linee di passaggio che il Torino non riesce a schermare. L’idea di forzare gli esterni alti, con Saelemaekers e poi Ricci a cercare il secondo palo, trova i tempi perfetti nel pressing post-perdita e nella riaggressione. È gestione “alla Allegri”, con l’aggiunta della scintilla di chi, per un attimo, si sente con le spalle al muro. La serata non era nata bene per i rossoneri: l’uscita anticipata di Rafael Leão (problema muscolare da valutare) avrebbe potuto togliere ampiezza e imprevedibilità. Invece costringe il Milan a un registro più diretto e verticale, dove i riferimenti tra le linee diventano Rabiot e Loftus-Cheek, mentre l’attacco degli half-spaces viene affidato agli inserimenti senza palla. In questo contesto, la pulizia tecnica di Pulisic nell’impatto gara è più di un dettaglio: è la chiave per posare il piede sulla rimonta.
CHRISTIAN PULISIC, 10 MINUTI PER CAMBIARE LA PARTITA
Gli highlights della serata di Christian Pulisic: subentra all 66'. Segna al 67' con il primo pallone giocato. Firma il bis al 77'. Sogna perfino la tripletta, annullata per offside millimetrico.Una prova di lucidità: tempi d’inserimento, coordinazione sul mancino e freddezza nello scegliere il primo tempo di tiro. Il tutto dopo 48 ore di febbre alta. Il voto popolare chiude il cerchio: MVP della gara e balzo in testa alla classifica dei cannonieri della Serie A con 7 reti, al pari di Lautaro Martinez, in una stagione in cui non c'è ancora il vero bomber capace di prendere un distacco importante.
LA CHIAVE TATTICA DEL MILAN
Ampiezza accentuata a sinistra con Bartesaghi inizialmente “alto” a spingere il Torino a difendere sul lato corto; poi la ripresa disegna piste per i cross “a uscire”. Centralità di Rabiot: nel difendere in avanti (intercetti, anticipi) e nel condurre la transizione corta; il gol è manifesto di come il Milan cerchi la conclusione dal limite quando i corridoi interni si chiudono. La postura del corpo di Pulisic nei due gol: controllo orientato per aprire l’anca e calciare di sinistro; nel secondo, anticipo sul primo palo mascherato come taglio profondo, con piede d’appoggio in avanti a schiacciare il pallone. La gestione di Landucci sui cambi: non solo qualità, ma anche ordine. Con Ricci alto sul lato debole a generare il cross del 2-3, c’è l’idea di incidere sul secondo tempo della giocata e sugli spazi dietro il quinto del Torino. Essere in vetta a 14 giornate dall’inizio non assegna nulla, ma pesa: toglie ossigeno alle inseguitrici e consegna alla squadra la consapevolezza di poter vincere le partite “sporche”. Per di più in un lunedì sera in cui l’Inter guarda e il Napoli tiene il passo. In un torneo dove gli scarti sono minimi, portarsi a 31 in una giornata così era fondamentale per i rossoneri.