Lutto
10 Dicembre 2025
Carmelo Miceli, difensore classe 1958, ha giocato per il Lecce dal 1977 al 1987 risultando il 3° nella classifica di presenze in maglia giallorossa
Il calcio italiano, e in particolare quello pugliese e meridionale, piangono la scomparsa di Carmelo Miceli, figura storica del Lecce degli anni '70 e '80 e uomo di sport profondamente legato ai valori del calcio di provincia. L’ex difensore giallorosso è morto all’età di 67 anni in seguito a un malore improvviso, che lo ha colto mentre si trovava a Rende, in provincia di Cosenza. Un destino crudele ha strappato alla sua famiglia e al mondo del pallone un protagonista silenzioso ma fondamentale di oltre quarant’anni di calcio vissuto con passione, dedizione e grande professionalità. Secondo una prima ricostruzione dell'accaduto, Miceli si sarebbe male mentre si trovava in strada. I presenti hanno prestato i primi soccorsi, allertando i sanitari. Trasportato d’urgenza all’ospedale di Cosenza, l’ex calciatore è purtroppo deceduto poco dopo il ricovero, lasciando sgomento e profondo dolore in tutto l’ambiente calcistico.
LA CARRIERA
Nato a Cosenza il 20 agosto 1958, Carmelo Miceli ha rappresentato per oltre un decennio una colonna del calcio Professionistico italiano, diventando un vero e proprio simbolo dell’US Lecce, club con cui ha scritto pagine indelebili di storia. Difensore roccioso, affidabile e dotato di grande senso della posizione, Miceli ha incarnato alla perfezione lo spirito combattivo delle squadre del Sud, costruendo la propria carriera sulla continuità e sull’attaccamento alla maglia. Era cresciuto nel Rende, ma fu proprio con i salentini che collezionò 290 presenze ufficiali tra Serie A e Serie B, un traguardo che lo rende ancora oggi il terzo giocatore più presente nella storia del club giallorosso, dietro solo a Michele Lorusso e Guillermo Giacomazzi. Un dato che testimonia non solo la longevità della sua carriera, ma soprattutto la fiducia costante che allenatori e società hanno riposto in lui nel corso degli anni. Si era infatti legato indissolubilmente alla squadra che ne avrebbe segnato il destino sportivo.
LA STORICA PROMOZIONE IN SERIE A
Il momento più alto della sua esperienza leccese coincide con la prima storica promozione in Serie A del 1985, un’impresa agli ordini del tecnico Eugenio Fascetti, che resta scolpita nella memoria collettiva dei tifosi. In quella squadra Miceli fu un elemento chiave, contribuendo con la sua solidità difensiva e la sua leadership silenziosa a un risultato che cambiò per sempre la dimensione del club. Nel massimo campionato italiano ha disputato 42 partite (vi giocò anche con l'Ascoli nella stagione 1987-1988), riuscendo anche a togliersi la soddisfazione di segnare 2 reti, evento non comune per un difensore della sua generazione. Fu in campo anche nel famoso Roma-Lecce del 20 aprile 1986, terminato 3-2 per i giallorossi già retrocessi, e che costò lo Scudetto alla squadra della Capitale. In Serie B, invece, Miceli ha costruito gran parte della sua carriera, arrivando a un totale di 335 presenze complessive nella categoria. Oltre al Lecce, in cui tenne a battesimo un giovane Antonio Conte proprio nella stagione 1985-1986, ha vestito le maglie di Ascoli, Catanzaro e Nola, dimostrando sempre grande professionalità e spirito di sacrificio. Proprio a Nola ha deciso di chiudere la sua carriera da calciatore nella stagione 1990-1991, lasciando il campo con la stima unanime di compagni, dirigenti e avversari.
LA SECONDA VITA NEL MONDO DEL PALLONE
Appese le scarpe al chiodo, Carmelo Miceli non ha mai abbandonato il calcio. Al contrario, ha intrapreso una lunga e intensa carriera da allenatore, mettendo a disposizione dei più giovani l’esperienza maturata in tanti anni di professionismo. Anche in panchina ha mantenuto un forte legame con il Mezzogiorno, lavorando con passione in realtà spesso complesse ma ricche di entusiasmo. Ha iniziato dalle giovanili del Cosenza, per poi guidare numerose squadre dilettantistiche come Messina, Ragusa, Corigliano, Rossano e Rende, diventando un punto di riferimento per intere comunità calcistiche. Nel corso della sua carriera ha avuto anche esperienze in piazze più strutturate, tra cui Casarano, Pisticci, Turris e Palmese, dimostrando sempre grande capacità di adattamento e una profonda conoscenza del calcio di base. Era inoltre il padre di Mirko Miceli, attuale difensore classe 1991 del Monopoli, che ne ha ripercorso le orme negli ultimi anni tra i Professionisti.
IL CORDOGLIO UNANIME
Ovunque abbia giocato e allenato, Miceli ha lasciato un segno umano prima ancora che sportivo, distinguendosi per il suo stile pacato, per l’attenzione alla crescita dei giovani e per una visione del calcio intesa come strumento educativo. La notizia della sua scomparsa ha suscitato numerosi messaggi di cordoglio da parte di club, ex compagni, calciatori allenati e tifosi. In particolare, il popolo giallorosso del Lecce lo ricorda come uno dei simboli di un’epoca fatta di sacrifici, identità e appartenenza, valori sempre più rari nel calcio moderno. Con Carmelo Miceli se ne va non solo un ex calciatore e allenatore, ma un uomo di calcio autentico, che ha dedicato l’intera vita allo sport che amava. Il suo ricordo resterà vivo negli stadi che ha calcato, nelle panchine che ha occupato e soprattutto nelle persone che hanno avuto il privilegio di conoscerlo e lavorare con lui.