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Serie A

Clamoroso al Torino, Cairo silura Vagnati e fa tornare una vecchia conoscenza granata

La decisione arriva nel bel mezzo di una pesante crisi di risultati e dopo il rocambolesco ko in casa contro il Milan

TORINO SERIE A - GIANLUCA PETRACHI

TORINO SERIE A - Gianluca Petrachi torna in granata dopo 6 anni, il suo ultimo incarico è stato alla Salernitana in Serie B

Gianluca Petrachi torna a sedersi al timone dell’area sportiva del Torino: il dirigente leccese è stato nominato nuovamente direttore sportivo e responsabile dell’area tecnica del club granata. Per lui è un ritorno che sa di déjà-vu, ma anche di sfida: tra il 2009 e il 2019 aveva contribuito a costruire uno dei cicli più solidi della storia recente del Toro, dando forma a una società strutturata, capace di coniugare sostenibilità economica e ambizione sportiva, con piazzamenti di livello in Serie A e due qualificazioni alle coppe europee. A fare spazio al rientro di Petrachi è l’esonero di Davide Vagnati, arrivato al Torino il 14 maggio 2020 e rimasto in carica per oltre 5 anni e mezzo.

LA SCELTA DI URBANO CAIRO
Il club ha deciso di interrompere il rapporto alla luce di una situazione di classifica e di rendimento ritenuta al di sotto delle aspettative fissate la scorsa estate, soprattutto in relazione alla qualità e alla profondità dell’organico allestito. L’idea di fondo è chiara: dare una scossa al progetto intervenendo sui vertici dell’area tecnica, senza però toccare, almeno per ora, la guida della squadra. Il cambio di rotta prende forma 2 giorni dopo la sconfitta casalinga contro il Milan, che ha acceso i riflettori sul momento di difficoltà del gruppo. Già lunedì sera, a caldo, il presidente Urbano Cairo aveva scelto di difendere pubblicamente l’allenatore Marco Baroni, rinnovandogli la fiducia e indicando la strada della continuità tecnica. Una linea confermata anche nelle ore successive, mentre maturava la decisione di intervenire a livello dirigenziale: la proprietà continua a credere che Baroni sia l’uomo giusto per condurre il Torino fuori dalla crisi, a patto di essere sostenuto da una struttura tecnica riorganizzata e più in sintonia con gli obiettivi fissati.

LE COMUNICAZIONI UFFICIALI
La giornata odierna è stata quella delle ufficialità. A metà giornata il club ha diffuso il comunicato con cui ha annunciato l’esonero di Vagnati dall’incarico di direttore sportivo e responsabile dell’area tecnica, ringraziandolo per il lavoro svolto e per l’impegno profuso in quasi 6 anni in granata, e augurandogli buona fortuna per il prosieguo della carriera. Contestualmente è arrivato il secondo annuncio, quello del ritorno di Petrachi: la direzione tecnico-sportiva viene nuovamente affidata a lui, con il Torino che lo riaccoglie sottolineando la lunga e significativa esperienza vissuta insieme tra il 2010 e il 2019 e parlando apertamente di «caloroso abbraccio» per sancire il nuovo inizio.

IL CICLO DI PETRACHI
Petrachi aveva lasciato il Filadelfia e il mondo granata nell’estate del 2019, dopo un decennio intenso in cui il Torino era riuscito a tornare stabilmente nella parte sinistra della classifica e a riaffacciarsi in Europa. In seguito aveva vissuto altre due esperienze di primo piano: prima alla Roma, dove ha lavorato in un contesto di altissima pressione, poi alla Salernitana, misurandosi con una piazza alle prese con l’obiettivo della salvezza e della crescita strutturale. Ora il cerchio si chiude con il ritorno a Torino, in un ambiente che conosce bene e in cui sa già come muoversi. Nel suo primo ciclo granata, iniziato con l’arrivo nel dicembre 2009, Petrachi aveva progressivamente modellato un club capace non solo di competere ma anche di creare valore attraverso il lavoro sul mercato. Sotto la sua gestione, il Torino ha scoperto e valorizzato numerosi talenti divenuti poi giocatori affermati, spesso rivenduti con importanti plusvalenze o trasformatisi in pilastri della squadra. Uno degli esempi più recenti in ordine di esplosione è il portiere Vanja Milinković-Savić, acquistato giovanissimo nel 2017 e cresciuto fino a diventare un punto di riferimento tra i pali.

IL BILANCIO DEL «NUOVO» DS
Sul piano dei risultati, il bilancio di quel decennio racconta due qualificazioni alle coppe europee: la prima nel 2014, con Gian Piero Ventura in panchina, quando il Torino tornò a respirare l’aria internazionale dopo anni di assenza; la seconda nel 2019, con Walter Mazzarri alla guida, coronamento di un percorso di crescita che aveva riportato il Toro in alto in classifica. In quegli anni, l’identità della squadra era chiara: agonismo, organizzazione di gioco e capacità di competere contro avversari di rango superiore. Dirigente dal carattere forte, spesso diretto anche nelle dichiarazioni pubbliche, Petrachi è noto per la sua attenzione maniacale ai dettagli, per il rapporto stretto che cerca di instaurare con staff tecnico e allenatore e per la sua visione della costruzione della rosa come processo continuo, fatto di scouting, programmazione e capacità di cogliere opportunità di mercato. È proprio su queste qualità che il Torino conta per dare una svolta all’attuale situazione.

UNA FASE MOLTO DELICATA
Il compito che lo attende non è semplice: dovrà sostenere Marco Baroni nella gestione di una fase delicata, intervenendo dove necessario per riequilibrare la rosa, rafforzare il senso di appartenenza e restituire fiducia a un ambiente che nelle ultime settimane ha mostrato segnali di nervosismo. L’obiettivo dichiarato è far uscire il Torino «dalla tempesta», riportandolo su un percorso di crescita stabile e coerente con la storia e le ambizioni del club. Il ritorno di Petrachi rappresenta, in questo senso, una scommessa sul passato per provare a costruire il futuro. Si parte dagli attuali 14 punti in 14 partite, da 3 sconfitte consecutive e da 6 incontri senza vittoria. Un ruolino di marcia da Serie B. Categoria di cui i granata non vogliono nemmeno sentir parlare. 

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