Serie C
10 Dicembre 2025
DOLOMITI BELLUNESI SERIE C - Giacomo Marconi, attaccante classe 2005, nel campionato in corso conta 17 presenze e 2 reti (foto www.dolomitibellunesicalcio.com))
Una sciarpa che sventola al gelo dello «Speroni», uno striscione che chiede «Fate chiarezza» e un tap-in che gela il pubblico di casa. Basterebbero questi tre scatti per raccontare Pro Patria–Dolomiti Bellunesi: la cornice tesa di Busto Arsizio, la rabbia dei tifosi biancoblù e la freddezza sotto porta di Giacomo Marconi, 20 anni, faccia pulita e istinto vecchia scuola. Sì, perché sul pallone respinto corto da Rovida lui arriva prima di tutti, al 24’, e indirizza una partita che i dolomitici trasformano in una prova di maturità. Nel finale, il raddoppio di Luca Clemenza, un colpo di tacco di pura estetica sull’invito di Alcides, chiude i conti: 0-2 e secondo successo consecutivo per la Dolomiti Bellunesi, che risale la corrente del Girone A e soprattutto consolida un’identità sempre più riconoscibile. Per la Pro Patria, invece, è notte fonda: sconfitta numero 9 in 17 gare, classifica pesante e contestazione aperta.
LA PARTITA, OPPORTUNISMO E QUALITÀ
1) Primo avviso dolomitico: corsie alte, pressione forte sulle seconde palle. Saccani costringe Rovida al primo intervento, poi su corner una deviazione ravvicinata di Gobetti accende il campanello. La Pro Patria risponde con Citterio (alto dopo sponda di Mastroianni). Al 24’, la svolta: Mignanelli calcia, Rovida respinge centrale, Marconi brucia tutti e firma lo 0-1. È un gol da vero 9: scatto, anticipo e porta spalancata. 2) Finale di tempo più acceso: i bustocchi sfiorano il pari su palla inattiva (deviata) e con Ferri (alto), mentre gli ospiti costruiscono due transizioni pericolose, ancora con Mignanelli e Marconi. Si va all’intervallo con il punteggio in bilico e l’inerzia dalla parte dolomitica. 3) Ripresa: Greco inserisce Udoh per dare profondità. La Pro Patria trova coraggio, attacca l’area ma sbatte su Saccani e sulla linea a tre che Bonatti tiene corta e aggressiva. Al 71’ l’episodio-svolta: rigore inizialmente concesso ai padroni di casa per contatto Mondonico–Schirò, quindi revocato dopo il confronto con l’operatore FVS. Il controcanto, poco dopo, è quello che chiude il match: al 77’ Alcides serve teso dentro, Clemenza inventa un tacco che sorprende tutti, 0-2 e sipario.
LE SCELTE IN PANCHINA E LA CHIAVE TATTICA
Entrambi gli allenatori disegnano un 3-5-2 speculare. La Dolomiti Bellunesi lavora sull’ampiezza con Saccani e Mignanelli, ma la chiave è l’occupazione dell’area: quando la rifinitura arriva da fuori, Marconi si posiziona in zona luce per raccogliere eventuali seconde palle. È la logica del gol d’opportunismo: attacchi la traiettoria della respinta, non la porta. Sul piano difensivo, la lettura di Mondonico–Gobetti è quasi sempre puntuale sui duelli aerei contro Mastroianni; in mezzo, l’esperienza di Burrai aiuta a gestire i tempi, mentre Agosti e il rientrante Cossalter lavorano sulle uscite in pressione. Nella Pro Patria, la corsia di Giudici porta volume ma pochi cross puliti; Schirò è il più lucido nel provare a cucire, tuttavia la squadra fatica nelle seconde palle e soffre le ripartenze centrali ospiti. La gestione delle sostituzioni di Bonatti, Brugnolo, Tavanti, Alcides, aggiunge gambe e brillantezza quando servono, con il brasiliano decisivo nella giocata del raddoppio.
CHI GIACOMO MARCONI
Il cognome evoca colpi in area e il tesserino dice classe 2005. Giacomo Marconi, cresciuto nel settore giovanile del Parma, è il profilo che la Dolomiti Bellunesi sta accompagnando con pazienza verso la piena maturità professionale. Il gol dello Speroni è un compendio del suo repertorio: postura aperta, attesa attiva, accelerazione breve e tocco semplice. Non solo: sullo 0-2 partecipa alla costruzione che porta al tocco finale di Clemenza, chiudendo così una gara da attaccante «totale», disposto anche al lavoro sporco richiesto da un campo e da un avversario complicati. Le sue parole post-gara («Dobbiamo continuare su questa strada perché è quella giusta») fotografano uno spogliatoio consapevole e un percorso tecnico che sta prendendo forma nelle ultime settimane.
IL VALORE DEL SECONDO SUCCESSO DI FILA
In C contano i dettagli, ma ancora di più la ripetizione del gesto corretto. Per questo il secondo successo consecutivo vale più dei 3 punti. Dopo la vittoria di mercoledì scorso nel recupero con l’Inter Under 23, griffata da una giocata-lampo di Agosti, la Dolomiti Bellunesi ha replicato fuori casa, su un campo storicamente ruvido e in una gara che chiedeva sostanza. Quattro risultati utili di fila, una fase difensiva più solida e l’impressione che davanti i meccanismi tra Clemenza, Mignanelli e Marconi stiano migliorando partita dopo partita. Segnali che fanno la differenza quando la stagione entra nel vivo, anche perché lo Zugni Tauro (in ristrutturazione) non è ancora a disposizione e giocare «in trasferta» pure quando si è formalmente in casa impone risorse mentali extra.
IL QUADRO GENERALE: UNO 0-2 CHE VALE OLTRE I 3 PUNTI
Nel mosaico del Girone A 2025-2026, il successo di Busto vale simbolicamente doppio. Primo: perché arriva dopo una settimana «piena», con l’onda emotiva della vittoria sull’Inter Under 23 e la gestione matura di un campo ostico. Secondo: perché i 21 punti a questo giro di boa non sono soltanto un numero, ma la misura concreta di una squadra che, promossa dallo scorso anno, sta imparando a stare nella categoria. E Marconi, Clemenza, Agosti, Saccani, Burrai sono i nomi che oggi accendono il racconto. Domani, per rimanere agganciati al treno che conta, servirà la stessa lucidità nei momenti-chiave. La strada giusta esiste davvero: passa per la ripetibilità delle prestazioni.