Serie C
10 Dicembre 2025
SAMBENEDETTESE SERIE C - Marco Piccoli, centrocampista classe 2002, è cresciuto nell'Albinoleffese, società con la quale ha debuttato in Serie C nella stagione 2020-2021
C’è un numero che spunta dalla borsa e dice già molto: l’80. Non è un vezzo, è un promemoria. Perché a Marco Piccoli piace l’8, ma a San Benedetto del Tronto quel numero era già prenotato; così ha scelto l’80 per tornare, sommando le cifre, alla sua bussola in mezzo al campo. È il primo dettaglio che colpisce nella sua presentazione al centro sportivo Ciarrocchi, dove il nuovo centrocampista della Sambenedettese si racconta con parole semplici e una decisione netta: «Ho detto sì subito». Nessuna pausa, nessun giro largo: la passione vera di questa piazza, i progetti del club e la fiducia dell’allenatore Filippo D’Alesio, che ritrova dopo la difficile parentesi di Rimini, sono stati argomenti più persuasivi di qualunque trattativa.
MOTIVAZIONI CHIARE
«Quando mi ha chiamato la Samb ho risposto subito presente». Non è una frase di rito. Il contesto la rende sostanza: la Sambenedettese è una neopromossa in Serie C Girone B che si sta riassestando dopo mesi di onde lunghe, con una tifoseria capace di numeri da categoria superiore e un progetto tecnico appena ricalibrato con il subentro in panchina di D’Alesio il 1° dicembre 2025. Qui è dove la scelta di Piccoli trova coerenza: ambiente caldo, idee precise, opportunità di incidere subito. «Non ci ho pensato due volte», ripete, e i fatti gli danno ragione: convocazione lampo, allenamento con il gruppo e già nel mirino la trasferta del 14 dicembre a Pontedera.
IL PROFILO TECNICO: DUTTILE E UTILE A CHI VUOLE ALZARE IL BARICENTRO
Piccoli si definisce un centrocampista duttile, qualità e quantità. Tradotto: mezzala che sa scivolare sul centro-destra o centro-sinistra, visione per la prima verticalizzazione, gamba per rincorrere e prevenire la transizione avversaria. Negli ultimi campionati tra AlbinoLeffe e Rimini ha somministrato proprio questo mix: minutaggio regolare, una crescita lineare nelle letture e una capacità di adattamento che convince chi cerca affidabilità più che effetti speciali. I dati lo dipingono come un interno di possesso ordinato, mancino, 1,78 di altezza, con un percorso di Serie C ormai robusto: oltre le 150 presenze complessive fra campionato e Coppe, e un contributo crescente nell’ultimo biennio.
PERCHÈ LA SAMBENEDETTESE LO HA VOLUTO
C’è un filo che lega l’urgenza del presente e la costruzione del domani. La Sambenedettese, riemersa dalla Serie D con un’inerzia entusiasmante e una base di pubblico imponente, ha un bisogno molto concreto: consolidare il centrocampo per dare equilibrio a un campionato complicato. I rossoblù sono rientrati nella mappa della Lega Pro proprio nel campionato 2025-2026, inseriti nel Girone B, con un calendario che prevede scontri delicati e una lunga serie di crocevia, fra cui la citata trasferta a Pontedera. In un contesto del genere, un profilo come Piccoli, capace di «smistare pulito» e «tamponare sporco», è un investimento ragionato.
IL PATTO CON D'ALESIO: FIDUCIA CHE PRECEDE GLI SCHEMI
Nella sua presentazione Piccoli ha sottolineato un aspetto che conta quanto un dettato tattico: «Con mister D’Alesio c’è un bel rapporto, mi tiene in considerazione sia come calciatore sia come persona». Fiducia reciproca, dunque, che diventa metodo. Dal canto suo, il giovane tecnico, chiamato a San Benedetto del Tronto con un contratto lungo fino al 30 giugno 2027, è il segnale di una società che vuole stabilità e crescita progressiva. D’Alesio è stato scelto per dare un indirizzo: pressing organizzato, linee corte e un centrocampo capace di accompagnare l’uscita dal basso senza disperdere energie. L’arrivo di Piccoli s’incastra in questo disegno.
LA SQUADRA CON PICCOLI IN CAMPO
1) Uscita palla: con un mancino che cerca la giocata in verticale, Piccoli può dare una prima linea di passaggio sicura al centrale basso, alleggerendo la pressione e alzando di 10–15 metri il baricentro nelle fasi di dominio territoriale. 2) Coperture preventive: la sua attitudine alla doppia fase lo rende prezioso quando la squadra perde palla in zona calda; la reazione al recupero, nei primi 5–7 secondi, può ridurre lo spazio alle transizioni rivali. 3) Connessione con gli attaccanti: la capacità di «vedere» il corridoio interno è utile per innescare una catena di rifinitura che coinvolga la mezzala opposta e la punta che attacca il primo palo. 4) Palle inattive: anche senza numeri da specialista, il piede educato garantisce traiettorie sul primo o sul secondo palo utili a muovere le marcature.