Serie C
11 Dicembre 2025
UNION BRESCIA SERIE C - Eugenio Corini da giocatore ha iniziato la sua carriera proprio a Brescia dal 1987 al 1990 per poi tornare successivamente come allenatore
La scena è semplice e potente: al tramonto d’inverno, sul prato d’allenamento, un fischio netto ferma l’esercizio e tutti alzano lo sguardo verso il nuovo capo-orchestra. È il rientro di Eugenio Corini nella città dove tutto è iniziato, ma con una maglia diversa addosso: quella di Union Brescia, la società nata nel 2025 per rimettere al centro il calcio professionistico della provincia. Nessuna nostalgia, poca retorica: un contratto fino al 30 giugno 2028, uno staff scelto con cura, un’idea precisa di gioco e di club. È la quarta volta che il «Genio» siede sulla panchina bresciana; la prima, però, in un contesto societario nuovo, con proprietà e governance ridefinite e un orizzonte strategico esplicito: ricostruire identità, cultura quotidiana e performance, senza scorciatoie.
L'ANNUNCIO E I PALETTI DEL PROGETTO
Il comunicato è arrivato nel tardo pomeriggio di giovedì 11 dicembre 2025: Union Brescia affida la prima squadra a Eugenio Corini con un accordo fino al 30 giugno 2028. Contestualmente, il club ha ufficializzato lo staff che lo accompagnerà: Salvatore Lanna (vice), Stefano Olivieri (assistente tecnico), Alessandro Vitrani (allenatore dei portieri), Salvatore Sciuto (preparatore atletico), Matteo Camoni (match analyst) e Vincenzo Leonardi (osservatore). Nel gruppo è confermato anche Marco Bresciani, responsabile dell’area «Recovery», a testimoniare una linea di continuità sul fronte del monitoraggio e della prevenzione infortuni. Il dettaglio contrattuale, durata fino al 2028, è la spia di una scelta «di progetto», non di transizione, in un campionato dove spesso si vive alla giornata. L’ufficialità e la composizione dello staff sono state rese note dai canali d’informazione specializzati e locali, con la puntualizzazione sui ruoli e sulle competenze operative.
IL PERCHÈ DI CORINI, L'UOMO GIUSTO AL MOMENTO GIUSTO
Non è un nome qualsiasi. Corini, bresciano di Bagnolo Mella (classe 1970), dopo essere stato apprezzato giocatore per molti anni (proprio al Brescia agli esordi, dal 1987 al 1990 per poi tornare nella stagione 1994-1995) è l’allenatore che nel 2018-2019 ha riportato Brescia in Serie A, costruendo una cavalcata fondata su principi offensivi chiari, valorizzazione dei giovani e leadership condivisa. Quella promozione ha segnato un prima e un dopo nella sua relazione con la piazza, fissando uno standard di ambizione tecnica ancora oggi riconoscibile. Le cronache di allora ricordano il passo da capolista, la forza di un’idea, la capacità di trasformare una squadra in fiducia collettiva. Per parte della scorsa stagione, Corini ha guidato invece la Cremonese in Serie B.
IL CONTESTO, L'UNION BRESCIA DI OGGI
Per comprendere il significato di questa nomina bisogna saldare l’annuncio con la geografia societaria. Union Brescia nasce nel luglio 2025 dal cambio di denominazione e sede del titolo sportivo dell’ex Feralpisalò, guidato dall’imprenditore Giuseppe Pasini. Un’operazione accompagnata da una visione: riportare il calcio professionistico al Rigamonti, cucendo tra città, imprese e tifosi un progetto identitario, sostenibile e competitivo. Il club ha fissato un obiettivo temporale chiaro: tornare in Serie B nell’arco di 3 anni, rafforzando allo stesso tempo struttura, brand e radicamento territoriale. Presentazione, marchio, colori e strategia hanno compattato sin da subito una parte importante del tessuto cittadino. Sul piano della governance, il percorso è stato accompagnato da delibere formalizzate: approvazione del bilancio al 30 giugno 2025, nomina del Consiglio d’Amministrazione e, soprattutto, sottoscrizione di un aumento di capitale da 12 milioni di euro, con una compagine che arriva a 75 soci. Numeri che spiegano l’orizzonte temporale del contratto di Corini: per inseguire traguardi tecnici serve una base societaria solida, risorse pianificate e processi replicabili.
DALLA FINE DELL'ERA DIANA ALLA NUOVA PAGINA
La svolta si consuma dopo l’esonero di Aimo Diana, decisione che ha chiuso un ciclo iniziato con l’obiettivo di un pronto assestamento in alta classifica del Girone A. La sconfitta nel derby con il Lumezzane e il distacco dalla vetta hanno accelerato il cambio di rotta. In Coppa e Campionato la gestione ad interim è stata affidata a Nicola Ferrari, tecnico della Primavera, fino alla formalizzazione del nuovo corso. Un contesto tipico da «subentro» in Serie C, dove il margine di recupero in classifica è concreto se accompagnato da una scossa tecnica e mentale. Nel breve, l’agenda è già fitta: l’inserimento di Corini in pochi allenamenti e un possibile debutto a breve giro contro la Dolomiti Bellunesi allo stadio Tognon di Fontanafredda, appuntamento che, calendario alla mano, può fare da spartiacque per la percezione interna ed esterna del nuovo corso. La stampa locale ha anticipato tempi e scenario della prima uscita. Prudenza d’obbligo, ma il segnale è chiaro: tempo zero.
UNA PAROLA AI TIFOSI
Il pallone, a Brescia, è un fatto serio. La gente chiede una squadra riconoscibile, coraggiosa e «vera». Corini conosce il lessico e le attese della piazza; l’abbraccio, però, andrà meritato, non chiesto. Lavoro quotidiano, scelte chiare e responsabilità condivise: sono questi i mattoni per riempire il Rigamonti, e gli stadi dove la squadra giocherà «in trasferta» per esigenze logistiche, di una passione che non ha mai smesso di covare sotto la cenere. La scintilla l’ha appena accesa la firma fino al 2028; la fiamma la terranno viva i 90 minuti del weekend. Il campo, da subito, dirà se il «metodo Corini» riuscirà a trasformare un progetto ambizioso in una traiettoria stabile.