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Serie C

L'allenatore subentra e dà subito un'energica sferzata: «Ora ci sono io e i giocatori mi devono ascoltare»

Dalla presentazione al primo esame sul campo: perché la scelta di un tecnico-guida può rimettere in moto il club

PRO PATRIA SERIE C - FRANCESCO BOLZONI

PRO PATRIA SERIE C - Francesco Bolzoni è alla prima avventura in prima squadra dopo aver iniziato l'attività da allenatore con la Primavera bustocca

Una riga di coni sul prato, il fischietto che interrompe il brusio, il cerchio che si stringe. In mezzo, un volto che i tifosi di Busto Arsizio ricordano da avversario con maglie pesanti e che negli ultimi mesi hanno imparato a vedere a pochi metri dalla tribuna del settore giovanile. È quello di Francesco Bolzoni, classe 1989, ex centrocampista con un passato tra Serie A e Serie B, oggi promosso alla guida della prima squadra della Aurora Pro Patria 1919. Il calendario non aspetta e la classifica, dopo 17 giornate, parla chiaro: 12 punti, zona pericolosa, necessità di un cambio di passo immediato. «L’allenatore dev’essere una guida. Gli eventuali malumori? Non mi interessano. Adesso ci sono io: i giocatori devono ascoltare e lavorare secondo le mie idee». Parole nette, pronunciate dal neo tecnico biancoblù nella sua prima uscita pubblica al fianco del direttore sportivo Sandro Turotti e dell'avvocato Rosanna Zema, rappresentante della società. Non un vezzo retorico: un manifesto tecnico e culturale, utile a fissare il punto zero del nuovo percorso. E utile, anche, a delimitare il confine tra il prima e il dopo.

UN CONTESTO CHE PREME: RISULTATI E SCADENZA RAVVICINATE
Il contesto in cui si insedia Bolzoni è noto. La Pro Patria ha appena salutato Leandro Greco, esonerato dopo lo scivolone interno contro la Dolomiti Bellunesi e un bilancio di 12 punti in 17 partite: troppo poco per una squadra che in estate ha riabbracciato la Serie C e che non vuole rivivere i patemi dell’ultima stagione. Il club ha comunicato la decisione il 9 dicembre 2025, contestualmente all’interruzione del rapporto con il vice Daniele Dessena. La classifica conferma la criticità: i Tigrotti sono nel gruppo di coda, davanti solo alla Triestina appesantita da una pesantissima penalizzazione, e costretti a inseguire fin da subito per non restare invischiati stabilmente nella zona playout. Non a caso, la prima settimana di Bolzoni culmina con una trasferta già spartiacque: domenica 14 dicembre la Pro Patria è attesa al «Dal Molin» dall’Arzignano Valchiampo alle ore 20:30. Un incrocio che vale molto di più di 3 punti, sia per la classifica che per il morale. L’Arzignano, reduce da un trend positivo, è rivale diretta per gli equilibri della parte destra della graduatoria.

LA CARICA DI BOLZONI
Da ex calciatore, Francesco Bolzoni ha spiegato di avere già individuato la chiave delle difficoltà della squadra: non tanto una questione fisica, quanto soprattutto mentale. «A livello atletico la squadra sta bene, forse il problema era più mentale. Essendoci passato, ho fatto anni dove stavo bene fisicamente ma il sabato o la domenica ero un cadavere. Dobbiamo capire cosa dà fastidio e lavorare in modo diverso». Il nuovo allenatore ha poi delineato l’identità che intende dare al gruppo, puntando su organizzazione e intensità. «A me piace una squadra che lavora bene di reparto, ordinata e allo stesso tempo aggressiva. In Serie C, prima vinci il contrasto e il duello, poi viene fuori la qualità».

LA FIDUCIA NEL GRUPPO
Bolzoni ha quindi mandato un messaggio chiaro ai giocatori, in particolare ai più esperti con cui ha condiviso lo spogliatoio, chiedendo responsabilità e risposta immediata sul campo. «Gli "anziani" che ci sono qua, ho giocato con tutti. Per la persona che sono, qualcosa mi devono, perché mi hanno avuto nello spogliatoio e sanno cosa gli ho dato io». Infine, l’obiettivo è azzerare tutto e ripartire, senza gerarchie consolidate: per tutti è tempo di dimostrare. «È cambiato l'allenatore, partono tutti da zero. Devono dimostrare che a gennaio non c'è niente da cambiare. Devono pedalare e dare il massimo, questa sarà la partita».

IL PROFILO, IL PERCORSO E L'IDEA DI CALCIO
La scelta della Pro Patria è, in apparenza, «interna», ma in sostanza è anche una presa di posizione culturale. Francesco Bolzoni arriva alla panchina dei grandi dopo il lavoro con la Primavera biancoblù e dopo il primo passo da tecnico svolto in Svizzera come vice di Giuseppe Sannino all’FC Paradiso. Prima, una carriera che lo ha visto crescere nel vivaio dell’Inter, esordire in Champions League a 18 anni, transitare da Siena, Palermo, Novara, Spezia, e chiudere il cerchio professionale tra Bari, Imolese, Lecco e le esperienze elvetiche con Team Ticino U21 e Rapperswil-Jona. Questo curriculum non è solo un elenco: racconta un centrocampista abituato a leggere il gioco, a interpretare più fasi della partita, a «stare dentro» le complessità tattiche. Trasportato sul lato della panchina, si traduce in un’idea semplice e impegnativa: l’allenatore come «guida vera», un riferimento univoco che i calciatori devono seguire anche quando la loro percezione suggerisce altro. A Busto Arsizio, da oggi, qualsiasi dettaglio ha insomma un nome e un volto: Francesco Bolzoni.

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