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Serie D

Si allenava con Gasperini, ora fa la differenza tra i Dilettanti: l'attaccante punta al ritorno tra i Professionisti

Dalla spiaggia di Lu Bagnu alle luci del Girone I di Serie D: il viaggio di un giocatore che cerca l’ennesima svolta

ACIREALE SERIE D - FALOU SAMB

ACIREALE SERIE D - Falou Samb, attaccante classe 1997, è arrivato in Sicilia dopo aver giocato nella Real Acerrana

La partita è inchiodata sull’1-1 e l’aria al «Tupparello» si fa pesante. Mancano pochi secondi alla fine quando Falou Samb allunga la falcata, attacca il primo palo e spinge dentro il pallone del 2-1. L’Acireale certifica tre punti vitali, il Paternò crolla, e nella curva granata esplode un boato che profuma di riscatto. Perché quel ragazzo nato a Dakar nel 1997, alto 1,96 e di piede mancino, non è solo un centravanti: è una storia che si ostina a ricominciare. E a ricominciare segna.

UN INIZIO CHE NON SEMBRA UN INIZIO
La scena madre, in realtà, arriva molto prima del professionismo. È una giornata qualsiasi sulle spiagge di Lu Bagnu, in Sardegna. Falou, arrivato in Italia nel 2013 per raggiungere il padre, venditore ambulante, fa due palleggi per spezzare la routine. Due palleggi diventano trecento, dicono. A osservarlo, sdraiato sull’asciugamano, c’è Giovanni Muroni, tecnico dell’Atletico Uri. «Questo è un fenomeno», pensa. E lo porta con sé. Comincia così, tra i dilettanti sardi, il romanzo di un attaccante che non ha mai smesso di provare. Dall’Atletico Uri alla Nuova Tor Tre Teste a Roma il passo è breve ma decisivo: è il salto in un vivaio che mastica talento. Arrivano i provini, le porte che si aprono e si richiudono, il coraggio di restare in piedi. Poi un test che diventa leggenda: Primavera contro prima squadra del Genoa; Samb salta il capitano Nicolás Burdisso e batte Mattia Perin. Lo prendono subito. In maglia rossoblù completa l’intera trafila giovanile e comincia ad affacciarsi al calcio dei grandi.

IL «GASP» E IL MESTIERE DELL'ATTACCANTE
Le cronache raccontano di allenamenti con Gian Piero Gasperini a Pegli, dove il 3-4-3 è palestra quotidiana e l’intensità una legge. Samb parla di quel periodo come di un passaggio formativo identitario, con un sogno che porta un cognome italiano: Marco Borriello, idolo e riferimento. È lì che apprende il valore della corsa senza palla, del tempo d’attacco dell’area, del primo passo per liberarsi sulla giocata breve. Semi che torneranno buoni più avanti, quando tutto diventa più faticoso. Il cartellino è del Genoa, ma il campo è in giro: Mantova (esordio e primo gol tra i Prof), un passaggio al Siracusa, quindi l’Ancona di Lega Pro dove va subito a segno all’esordio. Arrivano Ravenna e Reggina, poi l’estero: Mosta a Malta, Blois e Sedan in Francia, perfino l’Al-Kawkab in Arabia Saudita. Rientra in Italia passando di nuovo dall’Atletico Uri e dalla Serie D tra Avezzano, Derthona, United Riccione e Real Acerrana. È un corridoio pieno di porte, alcune imboccate d’istinto, altre per necessità. Quasi sempre con lo zaino pronto.

LA SVOLTA SICILIANA: ACIREALE
L’estate 2025 porta un contratto chiaro: Acireale, 19 luglio 2025, scadenza 30 giugno 2026. Un patto di un anno per rimettere insieme i pezzi. Sulla carta, Samb è un centravanti puro; nelle letture tattiche più flessibili, una punta che può abbassarsi e aprire varchi. Mancino, 1,96 metri, gioco aereo e capacità di assorbire contatti: il profilo che nel Girone I può fare la differenza, se sorretto da condizione e continuità. E i numeri iniziano a seguire. Sei gol in campionato, uno spartiacque emotivo: al recupero della nona giornata è lui a firmare il successo sul Paternò; pochi giorni prima aveva realizzato una doppietta a Milazzo. È la striscia che dà senso al progetto. Il colpo al Paternò mette in tasca tre punti che pesano: gli acesi risalgono verso la zona di galleggiamento, agitata quanto basta in un torneo con tradizioni nobili e problemi antichi. L’Acireale di quest’anno ha cambiato passo tra fine ottobre e novembre, accelerando la corsa per uscire dai bassifondi. L’apporto di Samb è tangibile: quattro reti in tre partite tra fine ottobre e inizio novembre, produzione che sposta equilibri e convince lo spogliatoio che la via c’è.

GLI SNODI: FAMIGLIA, PROMESSE, METODO
La biografia ha il rigore delle promesse familiari. Samb racconta di genitori che hanno chiesto una sola cosa: «Dare sempre il massimo, senza scorciatoie». Cresciuto tra i turni col padre sulle spiagge e gli allenamenti serali, ha fatto del lavoro la propria cintura di sicurezza. La nuova ripartenza in Serie D è l’ennesimo «giorno uno»: l’obiettivo dichiarato è tornare nel calcio professionistico da protagonista. «Ai miei genitori ho promesso che ce l’avrei fatta», ha spiegato. Tenere fede alla promessa è una forma d’identità.

LO SGUARDO SUL 2026
Se mantiene una media realizzativa stabile, per l’Acireale significa trasformare le gare-pareggio in gare-vittoria, il profilo di Samb tornerà nel radar della Serie C. La scadenza 2026 gli lascia margini negoziali. La priorità è conservare la continuità fisica: con quella struttura, l’ottimizzazione dei carichi settimanali e dei duelli aerei è la prima forma di prevenzione. Migliorare il gioco spalle alla porta contro difese chiuse e registrare i movimenti di smarcamento preventivo negli ultimi sedici metri può spostare la soglia dai 6-7 ai 10-12 gol stagionali, la cifra che nei gironi di D certifica la differenza per una 9 strutturata. Niente di scontato, tutto da rifare. Ed è esattamente il terreno dove Falou Samb si sente a casa.

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