Serie C
15 Dicembre 2025
OSPITALETTO SERIE C - Mattia Guarneri, centrocampista classe 2004, sale a quota 3 gol in campionato in 15 partite giocate
All’11’ il cross di Claudio Messaggi disegna un corridoio perfetto, Mattia Guarneri taglia alle spalle del terzino e tocca dentro. Il cronometro corre fino al 38’ della ripresa e lo stesso Messaggi chiude il cerchio: palo di Ievoli, ribattuta vincente e stadio Gino Corioni che esplode. Nel mezzo, un rigore prima concesso e poi cancellato dall’arbitro Cappai di Cagliari al 18’. Non è solo la trama di una domenica riuscita: è il manifesto dell’Ospitaletto che sta imparando a fare punti nei momenti decisivi, lasciandosi alle spalle la zona playout e guadagnando fiducia in vista della corsa salvezza. E a farne le spese è la Pro Vercelli.
IL CONTESTO: UNA MATRICOLA CHE CRESCE, UNA PRO CHIAMATA A RISPONDERE
L’Ospitaletto di Andrea Quaresimini arrivava alla gara dopo oltre un mese senza vittorie in campionato, ma con segnali di solidità in crescita. La sfida con la Pro Vercelli metteva in palio punti pesanti e un messaggio: il salto di qualità mentale. Dall’altra parte, le Bianche Casacche di Michele Santoni erano reduci da una delusione di Coppa Italia e cercavano immediato riscatto per restare agganciate alla parte nobile della classifica del Girone A di Serie C.
IL PESO SPECIFICO DEI DUE ESTERNI: AMPIEZZA E CORSA
Quando l’Ospitaletto prende campo, lo fa soprattutto grazie alla spinta laterale. Guarneri garantisce attacco dello spazio e tempi d’entrata sul secondo palo; Messaggi dà qualità nei cross e finalizzazione sul lato debole. Il primo sblocca, il secondo archivia: due giocate che raccontano come gli esterni siano diventati l’asset più riconoscibile del sistema arancione. Un gol per tempo, contro un avversario di rango, e la squadra esce dalla zona play-out: la sintesi è fredda, ma fotografa il salto di qualità. L’episodio del 18’ non cambierà la classifica dei polemici del lunedì, ma vale un inciso. L'arbitro prima assegna il penalty agli orange, poi lo revoca. Un ribaltamento che avrebbe potuto destabilizzare una matricola. Non succede: l’Ospitaletto resta ordinato, non si scompone, accetta che la partita vada rigiocata da zero. È un particolare, ma spesso sono i particolari a separare chi lotta per salvarsi da chi si salva.
IL SALVATAGGIO CHE PESA COME UN GOL
Nella ripresa la Pro Vercelli alza baricentro e ritmo. L’episodio più vicino al pari è un colpo di testa di Comi neutralizzato sulla linea: intervento disperato di Nessi, che diventa icona della serata bresciana. È il fotogramma che tiene l’inerzia dalla parte di casa prima del 2-0 di Messaggi. Il valore aggiunto del successo è tattico e mentale, ma c’è anche la matematica: l’Ospitaletto si stacca dal margine della zona playout e aggancia quota utile a respirare. Un’iniezione di ossigeno che arriva contro una rivale con ambizioni da playoff, segnale non banale nel percorso di una matricola.
FOCUS TATTICO: HA FUNZIONATO L'IDEA OSPITALETTO
1) Pressione selettiva: non un pressing forsennato, ma uscite corte e mirate sui costruttori di prima linea della Pro Vercelli, con raddoppi immediati su Akpa Akpro quando riceveva spalle alla porta. 2) Linea difensiva attenta agli scivolamenti: Gualandris e Sinn hanno indirizzato il palleggio ospite verso l’esterno, dove l’Ospitaletto poteva chiudere con densità e ripartire. 3) Esterni come arma totale: Guarneri e Messaggi hanno interpretato la doppia fase con continuità; il primo si è mosso senza palla con tempi da attaccante, il secondo ha offerto cross, conduzioni e presenza in area sul lato debole. Le due reti nascono da questi principi.
LE IMPLICAZIONI, CLASSIFICA, MORALE E CALENDARIO
Uscire dalla zona playout in una domenica di scontri incrociati è capitale: significa poter lavorare nelle prossime settimane senza l’acqua alla gola, spingendo sul miglioramento, non solo sul risultato. È il primo mattoncino di una «salvezza proattiva». Per la Pro Vercelli, che resta in zona medio-alta e vede i playoff ancora alla portata, è il campanello: servono più gol «sporchi» e meno bellezza fine a se stessa. La sconfitta interrompe inerzia e chiama risposte rapide. Le prossime gare si preparano meglio quando la classifica ti concede un cuscinetto. E questo spesso vale più di mille discorsi.