Serie C
16 Dicembre 2025
GUBBIO SERIE C - Federico Carraro nella prima parte di stagione agli ordini del tecnico Domenico Di Carlo è sceso in campo 17 volte segnando anche 3 gol
L’immagine è nitida: al minuto 6 del «Cabassi» di Carpi, un destro dal limite di Federico Carraro s’infila a fil di palo. Il Gubbio vola sullo 0-2, poi sarà 0-3. Un dettaglio di ottobre che racconta molto del presente del regista padovano, classe 1992, e spiega perché l’Arezzo lo abbia messo nel mirino. In una stagione che ha già visto gli amaranto di Cristian Bucchi prendersi palcoscenico e rispetto nel Girone B di Serie C, l’idea di un innesto mirato in regia non è un capriccio: è la risposta tecnica a un progetto societario che corre, dentro e fuori dal campo.
AREZZO, AMBIZIONE STRUTTURALE: UN CLUB CHE INVESTE
Il tempismo della mossa non è casuale. L’Arezzo si muove su una doppia direttrice: competitività immediata e infrastruttura. In campo, l’undici amaranto ha messo in fila una serie di prove da capolista o quasi, con vittorie pesanti e una fisionomia tecnica riconoscibile: intensità senza palla, riaggressione feroce, ampiezza e verticalità guidate dall’estro degli esterni e dalla capacità di rifinire tra le linee. Ne è testimonianza, tra le altre, la vittoria d’ottobre al Città di Arezzo contro il Gubbio: 1-0 firmato Pietro Cianci dal dischetto al 4’, dentro una partita «sporca» ma gestita con maturità. Un mese prima, prima ancora, la solidità amaranto aveva già mandato segnali forti al girone. Fuori dal campo, la società guidata da Guglielmo Manzo ha svelato un progetto d’impianto che dice tanto della visione: restyling del Città di Arezzo, circa 13.000 posti, cronoprogramma tra 2026 e 2030, e un impianto pensato per generare ricavi e identità tutti i giorni, non solo in gara. Tradotto: un club che si struttura per reggere l’urto della Serie B, e oltre. In questo scenario, l’innesto di un profilo esperto, flessibile e «da classifica» come Carraro ha una logica industriale, non solo tecnica.
IDENTIKIT: COSA PORTA CARRARO ALL'AREZZO
1) Ruolo e catena preferenziale: regista o mezzala di possesso in un 3-5-2 o in un 4-3-3 fluido; all’occorrenza trequartista a supporto in rifinitura. 2) Dote principale: qualità di primo passaggio sotto pressione e pulizia nel corto; visione laterale e capacità di cambiare lato a due tocchi. 3) Valore aggiunto 2025/26: inserimenti senza palla negli half-spaces e tiro dalla media distanza, fonte dei 4 gol con il Gubbio. 4) Leadership silenziosa: curriculum lungo, dalle giovanili della Fiorentina alla lunga frequentazione della C con picchi in B, e una confidenza con i momenti caldi che all’Arezzo servono come l’aria. In particolare, la capacità di filtrare linee di passaggio e di alzare il baricentro del palleggio si sposa con l’idea amaranto di «dominare la partita anche senza dominarne il possesso»: recupero palla alto, primi due passaggi verticali, attacco alla profondità di punte ed esterni. Un regista che vede la traccia interna per il terzo uomo e che, quando gli avversari proteggono il centro, ha piedi per pescare l’ampiezza sul lato debole, aumenta i giri del motore collettivo.
IL FATTORE ESPERIENZA: UN GIOCATORE AFFIDABILE
Il percorso di Federico Carraro attraversa tappe che pesano in termini di letture e personalità: esordio in Serie A con la Fiorentina, passaggi in B e lunga militanza in C con responsabilità da titolare. Un ventaglio di contesti che spiega la freddezza nelle scelte, soprattutto nelle fasi finali di gara. Non parliamo di un prospetto da strutturare, ma di un giocatore finito che aggiunge affidabilità tanto all’undici titolare quanto alla gestione delle rotazioni su più partite in pochi giorni, scenario tipico del calendario invernale.
DALLA PARTE DEL GUBBIO: PERDERE CARRARO PESEREBBE
Il Gubbio di Di Carlo ha fatto di Carraro un pilastro: minutaggi da leader, gol in trasferta pesanti (Carpi), contributi in partite ad alto coefficiente (il pari ad Ascoli, con rete di Carraro al 32’). Un’eventuale uscita chiuderebbe una porzione importante di conduzione offensiva. Le alternative interne, giovani e profili d’ordine, garantiscono corsa e dinamismo, ma il «piede» e le letture di Carraro non si rimpiazzano facilmente a gennaio. Ecco perché la trattativa, se decollerà, difficilmente prescinderà da un incastro a tre: Arezzo, Gubbio, e un rimpiazzo funzionale per gli umbri.
CONCLUSIONE
Tra ambizione dichiarata, Serie B nel mirino, e una rosa che già oggi compete al vertice, l’Arezzo ragiona su un innesto che ha il pregio di essere più funzionale che «di grido». Federico Carraro porta esperienza, gol, linee di passaggio e una qualità che si integra con i principi di Bucchi. Le cifre dicono che può spostare: le partite chiave di ottobre e novembre lo confermano. Se le condizioni contrattuali e gli incastri di mercato lo permetteranno, sarà un upgrade misurato e intelligente. Quello che, in C, spesso vale una categoria.