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Serie D

Il club che fu tra Serie C1 e C2 dal 1985 al 1996 ora rischia, il presidente perde la pazienza e annuncia l'addio

Delusione, spalti vuoti e un addio irrevocabile: ecco perché il numero 1 della società apre allo scenario della cessione

NOLA SERIE D - GIUSEPPE LANGELLA

NOLA SERIE D - Giuseppe Langella, presidente del club campano

Una sciarpa bianconera appoggiata su una sedia vuota. Attorno, solo brusii e sedie in fila. È la fotografia che resta, più delle parole, dopo la conferenza convocata d’urgenza da Giuseppe Langella: il presidente del Nola (club già tra i Professionisti tra C2 e C1 dal 1985 al 1996) ha annunciato l’addio «immediato e irrevocabile» alla guida del club, spiegando di aver toccato il proprio punto di rottura non per una sconfitta sul campo, ma per la sensazione, nuova e insopportabile, a suo dire, di non provare più rammarico per il risultato. A spingerlo oltre il crinale, una cornice impietosa: allo stadio, appena 180-183 paganti di fede nolana contro gli oltre 700 ospiti al seguito della Paganese. Uno squilibrio che, unito a critiche giudicate sterili e alla percepita assenza delle istituzioni cittadine, ha trasformato l’insoddisfazione in decisione. Il numero uno bianconero ha così messo sul mercato sia la società sia il relativo titolo sportivo di Serie D.

UN'USCITA DI SCENA CHE SCUOTE IL GIRONE H
Il messaggio è arrivato nel pomeriggio di lunedì 15 dicembre 2025, all’indomani della gara con la Paganese. Langella ha parlato di addio «senza ripensamenti», separando la scelta dal dato sportivo del giorno prima e legandola invece a un logoramento relazionale con la piazza. Ha rivendicato investimenti importanti, ricordato che la squadra è in zona sicurezza con 25 punti e ha ribadito la bontà dei conti: «La società è sana, i conti più in ordine rispetto al passato», ha sottolineato annunciando l’apertura alla cessione. Il presidente ha anche lanciato un appello agli imprenditori: subentrare oggi, ha sostenuto, significherebbe ereditare un club «compiuto» e sostenuto, nella prossima stagione, da una sua sponsorizzazione capace di coprire «fino al 50% degli ingaggi». Un incentivo messo sul tavolo per rendere più rapida la transizione. Ai tifosi, infine, un gesto simbolico: per i 130-140 abbonati che non se la sentissero di proseguire, rimborso del 50% del costo della tessera, vista la stagione a metà del guado. Contestualmente, stop a ulteriori innesti di mercato: «Portiamo la nave in porto», l’immagine scelta da Langella per definire il perimetro dell’immediato.

IL FATTORE STADIO E LA FRATTURA
L’addio viene motivato, soprattutto, con la mancanza di sostegno avvertita in città. Il tema non nasce oggi. Da mesi, attorno al Nola, si è parlato di questione impianti e della necessità di giocare «in trasferta» anche quando si è formalmente in casa. La pianificazione della stagione 2025-2026 aveva infatti previsto il posto unico «casalingo» al campo di Cardito, con la campagna abbonamenti modulata tra 110 e 130 euro e comunicata con largo anticipo. L’assenza di uno stadio cittadino pienamente fruibile, più volte richiamata dal presidente, ha sfilacciato il legame con la tifoseria «occasionale» e reso più fragile l’ambiente. In conferenza, Langella ha accusato l’Amministrazione comunale di essere «scomparsa», un refrain che affiora, con toni diversi, già dalle precedenti tappe del progetto bianconero, quando il club evidenziava la necessità di una sistemazione stabile. Già nel febbraio 2024, all’alba della sua gestione piena, il presidente richiamava pubblicamente la «Questione Stadio» come snodo cruciale per crescere e radicare il tifo.

LE TAPPE DELL'ARRIVO IN SERIE D
Per comprendere il peso specifico dell’addio, va ripercorso il cammino recente: 1) Nel maggio 2025, il Nola è rientrato in Serie D attraverso l’acquisizione del titolo sportivo della Puteolana Flegrea, un’operazione annunciata da Langella come «promessa mantenuta» nell’anno del centenario. Un passaggio amministrativo perfettamente legittimo nel perimetro dilettantistico, ma che richiede comunque il vaglio degli organi federali competenti (iscrizione, Co.Vi.So.D, delibere LND). 2) A giugno, la società ha fissato i primi paletti tecnici, con la nota ufficiale del presidente sul mercato e l’individuazione dell’allenatore, per poi presentare in luglio la campagna abbonamenti «PerDutamente Nola» e i dettagli organizzativi, compreso il «trasloco» del matchday a Cardito. Passaggi che indicavano un progetto solido, scandito e comunicato. 3) In avvio di campionato, la squadra ha tenuto un passo coerente con l’obiettivo-salvezza, ritrovandosi a ridosso della metà di girone con 25 punti, nel gruppone che insegue la vetta del Girone H. Il quadro, dunque, non racconta di un crollo sportivo, ma di un esaurimento del credito di fiducia. Il rapporto con la piazza, più volte entusiasta nei momenti-chiave della scorsa estate, si è sfilacciato nelle ultime settimane, complice la percezione di «trasferta perpetua» e un’affluenza che non ha retto alla durata del campionato.

OLTRE IL CASO NOLA
La fotografia del Nola racconta, in filigrana, un tema più grande: la sostenibilità nei dilettanti non è mai solo contabile. È sociale, logistica, politica. È la somma di un impianto all’altezza, di un matchday che non spinga fuori città, di una community che senta la squadra come propria. Sul piano sportivo, Langella ha accompagnato il rientro in D, ha strutturato il management, ha scelto l’allenatore e ha messo in campo risorse. Sul piano «ambientale», però, si è trovato di fronte un pubblico percepito come troppo sparuto e un sostegno istituzionale non all’altezza delle ambizioni. Da qui la resa dei conti. Non va dimenticato che, nell’ultimo biennio, il Nola ha provato a ricucire il rapporto con il territorio anche con iniziative sociali, dalla raccolta fondi per il reparto di Pediatria dell’ospedale cittadino poi «arrotondata» dalla società, fino a eventi di presentazione in Municipio, segnali di un lavoro sul brand e sulla comunità. Anche questo, però, non ha compensato il «vuoto» negli spalti domenicali.

LE PROSSIME ORE CONTANO COME UN GIRONE INTERO
In questi frangenti, la tempestività è una risorsa. La posizione di classifica – 25 punti – offre margine per evitare scossoni tecnici; ma la governance va ripristinata in fretta. Un club «sano», come rivendicato dal presidente, è appetibile se gli attori economici percepiscono chiarezza: debiti/crediti, contratti in essere, scadenze. Chi fosse interessato sa che la Lega Nazionale Dilettanti è una macchina con tempi e moduli precisi, e che ogni passaggio, dalla mera cessione delle quote alla riammissione o alla ricollocazione del titolo, ha un calendario. Per questo, al netto dello scossone, il Nola può ancora trasformare una crisi in una transizione ordinata.

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