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Serie B

Da giocatore una storica promozione in A, da allenatore cerca la salvezza: l'ex centrocampista riabbraccia la categoria

Un esordio subito di alto livello per misurare le prime scelte del nuovo tecnico, tra numeri che pesano e un dicembre da dentro o fuori

MANTOVA SERIE B - FRANCESCO MODESTO

MANTOVA SERIE B - Francesco Modesto nelle scorse 2 stagioni ha allenato l'Atalanta Under 23 in Serie C

All’alba di martedì, sul campo del Sinergy Center, una voce ha rotto il silenzio: «Veloci, palla a terra, riapriamo il gioco!». Era la prima volta di Francesco Modesto da tecnico del Mantova, un allenatore che predica aggressività intelligente e ampiezza, chiamato a riaccendere una squadra che fin qui ha acceso poche luci. Da quel primo allenamento del 16 dicembre alla prova del nove passeranno soltanto pochi giorni: domenica 21 dicembre al «Martelli» arriva l’Empoli, gara che varrà come biglietto da visita per il nuovo allenatore e, forse, come spartiacque emotivo per l’intero gruppo.

I MOTIVI DELLA SCELTA DI MODESTO E LA TEMPISTICA
La scelta della società virgiliana è maturata dopo una fase di riflessione diventata inevitabile con il progredire del campionato. Davide Possanzini ha salutato dopo due stagioni e mezza intense, una storica promozione in Serie B e una salvezza sofferta, ma con un avvio di annata che ha incrinato convinzioni e classifica. La decisione di cambiare è stata ufficializzata nelle scorse ore: il profilo giusto, per progetto e competenze, è stato individuato in Modesto, ex Atalanta Under 23, con cui ha chiuso il rapporto al termine della scorsa stagione dopo 2 anni insieme. Contratto fino a giugno 2026, con opzione legata all’obiettivo salvezza: un segnale di fiducia che guarda oltre l’emergenza. Il tecnico calabrese, 43 anni, porta con sé uno zaino pieno di esperienze: Pro Vercelli, Crotone (due parentesi in cadetteria dopo aver conquistato la promozione da giocatore nella stagione 2015-2016), Vicenza e, soprattutto, un biennio formativo sulla panchina della seconda squadra della Dea, dove ha affinato una proposta di gioco elastica e verticale. 

I NUMERI CHE NON MENTONO (E SPIEGANO IL CAMBIO)
Al netto della gratitudine per il lavoro di Possanzini, la fotografia del presente è severa: 10 sconfitte in 16 partite, il dato più alto della Serie B al momento, appena 15 gol segnati e 26 subiti. Una emorragia di risultati e fiducia che ha trascinato i biancorossi in piena zona rossa, con la classifica corta a tenere ancora aperti tutti gli scenari. È proprio da qui che comincia la missione del nuovo allenatore. A completare il quadro, ci sono le tappe recenti: lo 0-1 interno con la Reggiana l’8 dicembre, seguito dal 3-2 subito in rimonta a Cesena il 13 dicembre, ha pesato tanto nella valutazione societaria. Con la Reggiana ha deciso un gran destro di Reinhart; al «Manuzzi» i virgiliani sono crollati dopo il doppio vantaggio. Risultati che hanno cristallizzato la quota a 14 punti e hanno fatto scattare il cambio in panchina.

IL CALENDARIO NON ASPETTA
L’esordio di Modesto non ammette tentennamenti: Mantova–Empoli si gioca domenica 21 dicembre alle 17.15 al «Martelli». Per i biancorossi, è una partita che vale doppio: punti pesanti e test credibile per valutare le prime correzioni del nuovo tecnico. Il primo tema è restituire ordine mentale e densità competitiva a un gruppo che, nelle ultime settimane, ha perso certezze. Sul fronte sanitario, le notizie sono miste. Rientrano gradualmente elementi chiave come Leonardo Mancuso e Bragantini; per Mantovani la tabella punta a gennaio. Fondamentale poi il pieno recupero di Fiori, Falletti, Caprini e Majer (quest’ultimo dato in uscita per il mercato di gennaio). A Modesto il compito di armonizzare rientri e condizione, trasformando le disponibilità in minutaggi utili e, soprattutto, in contributi tecnici misurabili.

IDEE TATTICHE: QUALE MANTOVA VEDREMO
Modesto non è allenatore da abiti rigidi ma da principi riconoscibili. I suoi capisaldi: costruzione coraggiosa, ampiezza garantita dagli esterni, riaggressione immediata dopo la perdita e un sistema che sa slittare. Nei precedenti esperimenti ha alternato strutture a tre e a quattro dietro, adattando uomini e binari alla materia prima. L’esperienza con l’Atalanta Under 23 ha consolidato un calcio verticale, che pretende intensità di corsa e letture senza palla da parte dei tre alle spalle del centravanti. Non è escluso un 3-4-2-1 «elastico» in fase di non possesso, pronto a trasformarsi in 4-2-3-1 nelle uscite alte, con uno degli esterni chiamato a “scalare” sulla linea difensiva. Più della lavagna, però, conterà la pulizia del primo passaggio e la capacità di accorciare i reparti: il tallone d’Achille di questo Mantova è stata fin qui la distanza tra i blocchi. Le scelte iniziali potrebbero valorizzare l’attacco dello spazio di Caprini e le doti di rifinitura tra le linee di Falletti, con Mancuso riferimento avanzato se il minutaggio lo consentirà. In mezzo, occorre ritrovare l’impatto di Majer finché resterà in rosa, e recuperare aggressività sulle seconde palle: un dettaglio che in Serie B fa la differenza.

IL CONTESTO: CLASSIFICA CORTA, MARGINI VERI
Il paradosso è che, pur dentro una crisi di risultati, il Mantova è a una sola mossa dal riallinearsi alla corsa salvezza. Dopo la quindicesima giornata, i 14 punti hanno tenuto i biancorossi agganciati al treno, ma la sconfitta di Cesena ha ribadito quanto ogni dettaglio pesi. Con tre gare in dieci giorni, dicembre diventa un mese da punti pesanti più che da estetica. La buona notizia è che la classifica è corta; la cattiva è che, proprio per questo, resta feroce. La prima settimana di lavoro è una corsa contro il tempo: una manciata di sedute per piantare i paletti di base, definire due o tre automatismi in uscita, scegliere le gerarchie per l’esordio. Il resto lo farà il campo. Se è vero che il Mantova ha pagato caro i blackout e una fragilità psicologica evidente, è altrettanto vero che la rosa ha margini: qualità diffuse tra trequarti e corsie, leadership silenziose, e rientri che possono cambiare la faccia alla squadra. Modesto dovrà strappare al gruppo quella «tensione buona» che si riconosce subito: la corsa in più su una seconda palla, la scelta giusta al 90’, la compattezza quando la partita si sporca. Domenica non è una finale, ma qualcosa di molto simile: è l’inizio di un ciclo. E i cicli, nel calcio, non li inaugura un comunicato stampa: li inaugura il primo pallone recuperato, il primo duello vinto, il primo abbraccio sotto la curva. Il Mantova riparte da qui.

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