Serie C
18 Dicembre 2025
AVELLINO SERIE B - Giuseppe Panico, attaccante classe 1997, è sceso in campo una sola volta con gli irpini nell'attuale campionato di Serie B
L’ora è tarda, le luci del «Città di Arezzo» sono spente, ma in sede il telefono non smette di vibrare. È il periodo in cui le idee diventano trattative e le trattative provano a farsi firme. Nel taccuino dell’Arezzo un nome cerchiato in rosso da giorni: Giuseppe Panico. Un profilo che la Serie C sta corteggiando con insistenza, mentre dalla cadetteria arrivano segnali di attenzione crescente. La notizia, rimbalzata nelle ultime ore: gli amaranto sono in «pole position» nella corsa all’attaccante di proprietà dell’Avellino, con Brescia e Ascoli sullo sfondo. Un incrocio che racconta molto del mercato di dicembre: la C che pesca verso l’alto per alzare il livello, e la B che osserva per non perdere opportunità a costo contenuto.
PANICO OGGI, UN ATTACCANTE FUNZIONALE ALLA SERIE C MODERNA
Classe 1997, scuola Genoa, 1,78 di statura e un percorso che l’ha portato ad assaggiare tutte le categorie professionistiche: Serie A (esordio coi rossoblù), Serie B e tanta Serie C, dove ha costruito la sua maturità tattica. Negli ultimi due anni, la sua parabola è ripartita con forza tra Lucchese e soprattutto Carrarese: in Toscana ha tagliato il traguardo della doppia cifra in campionato, risultando capocannoniere stagionale dei marmiferi nell’annata della storica promozione in Serie B attraverso i playoff. Un dato: nella stagione 2023-24 con la Carrarese Panico ha segnato complessivamente fra campionato e coppe oltre 10 reti (11 nelle principali rilevazioni), contribuendo in maniera determinante al salto di categoria. Nel gennaio 2025 il passaggio all’Avellino: prima in prestito dalla Carrarese con obbligo di riscatto in caso di promozione, operazione poi effettivamente scattata con il ritorno degli irpini in B. Per i biancoverdi, l’annuncio ufficiale arrivò il 7 gennaio 2025. Formula intelligente, pensata per allineare i costi al risultato sportivo. Oggi Panico è un attaccante più «di reparto» che «di strappo»: può giocare da esterno nel tridente, da seconda punta o da terminale «mobile» in un 4-4-2, con predisposizione al pressing in avanti e attitudine a legare i reparti. È un profilo che nella Serie C attuale fa comodo a chi cerca soluzioni tra le linee più che chili e centimetri in area.
L'AREZZO LO VUOLE: COSA DICE IL CAMPO
L’Arezzo di Cristian Bucchi ha messo in chiaro gli obiettivi tecnici: consolidare la crescita iniziata nel 2025, dare continuità a un progetto definito «di lungo periodo» dalla società, che ha rinnovato sia il tecnico sia il ds Nello Cutolo fino al 2028. Una scelta, questa, che spiega la volontà di investire su profili «pronti» ma sostenibili, che si integrino in un’identità di gioco già tracciata. Nel corso dell’autunno 2025, gli amaranto si sono confermati competitivi nel Girone B, con una struttura solida e una produzione offensiva per larghi tratti efficace, ma con alcuni picchi e cali tipici delle squadre in costruzione. In questo puzzle, l’innesto di Panico sarebbe un tassello coerente: attacca con tempi giusti lo spazio alle spalle della linea, aiuta a «sporcarsi le mani» nel contropressing e offre una seconda soluzione credibile se la partita si sporca.
UN AFFARE CHE CONSOLIDA IL MERCATO
Che la Serie C stia guardando sempre più verso la B per alzare il livello delle rose non è una tendenza nuova, ma negli ultimi mercati è diventata sistemica. In inverno 2025 il movimento di Panico dalla Carrarese all’Avellino aveva già rappresentato un’operazione-ponte tra categorie, con un club di terza serie che pre-acquisiva un profilo in orbita B con una formula condizionata al risultato. Oggi lo scenario si inverte: è un club di C a monitorare un giocatore finito in B (con l’Avellino) ma con minutaggio da ottimizzare. Movimenti come questo dimostrano come la C sappia «leggere» il mercato della serie superiore, puntando su calciatori che possono essere impattanti subito e rivendibili domani. Nel caso specifico, Arezzo in vantaggio e Brescia–Ascoli interessate: un triangolo che non sorprende, visto che rondinelle e bianconeri stanno ricostruendo equilibri d’attacco e tengono aperto un canale con la C per profili complementari.
COSA PORTA PANICO NELLO SPOGLIATOIO
1) Esperienza trasversale: dalla A alla C, con passaggi in club strutturati come Genoa e Cittadella, realtà ambiziose come Novara, Juve Stabia, Pro Vercelli e Crotone, fino alla piena maturazione toscana con Lucchese e Carrarese. Questo bagaglio conta: riduce i tempi d’adattamento in un contesto tecnico-tattico già definito. 2) Numeri recenti: la stagione della promozione con la Carrarese lo ha visto capocannoniere di squadra con 10 gol in regular season, 11 totali secondo alcune rilevazioni, e presenza stabile tra i più utilizzati. Il valore non è solo nei gol, ma nella continuità di rendimento a ridosso dell’area. 3) Formule flessibili: il suo trasferimento all’Avellino nel gennaio 2025 era un prestito con obbligo di riscatto in caso di promozione in Serie B: un precedente che suggerisce come anche l’eventuale operazione con l’Arezzo possa lavorare su formule creative (prestito, opzioni condizionate a obiettivi, eventuali bonus legati a presenze/gol/playoff).
IL CONTESTO AVELLINO: L'USCITA HA UN SENSO PER TUTTI
L’Avellino è reduce da un percorso di crescita che l’ha riportato in Serie B nella stagione 2025-26. L’innesto di Panico a inizio 2025 ha risposto a esigenze di profondità e varietà offensiva; con il salto di categoria, la competizione interna è aumentata e le scelte tecniche hanno premiato, a rotazione, profili diversi. In questi casi, un prestito in Serie C, dove l’attaccante possa trovare minutaggio e centralità, è spesso conveniente per tutti: il calciatore si rilancia, il club mantiene il controllo del cartellino e può rientrare di parte dell’investimento, l’eventuale acquirente beneficia di un giocatore subito dentro la partita. Guardando le dinamiche di classifica e rendimento, la Serie C ha alzato l’asticella: bacini importanti, stadi in crescita, media spettatori in ripresa e società che spingono sui dettagli. Dentro questo scenario, operazioni come Panico non sono «scommesse», ma investimenti mirati su profili verificati. Anche l’Arezzo, spinto dalla continuità tecnica e dal lavoro sul medio periodo, si sta muovendo in questa direzione: meno colpi di scena, più coerenza tecnica.