Serie C
18 Dicembre 2025
PRO PATRIA SERIE C - Ferdinando Mastroianni, attaccante classe 1992, nel campionato in corso ha realizzato 8 reti
Una sera di ghiaccio allo «Speroni», il boato che arriva due volte dalla stessa voce: la punta col numero 10, Ferdinando Mastroianni, spinge la palla in rete al 14’ e all’81’ su rigore. Il tabellone dice 3-1 alla Pergolettese, tre punti d’aria per la Pro Patria. Eppure, scorrendo la classifica, il contrasto è stridente: il capocannoniere del Girone A viaggia su ritmi da alta quota, ma la sua squadra è ingabbiata in una stagione con il freno a mano tirato, penultima e «virtualmente ultima» soltanto perché alle spalle c’è una Triestina gravata da una maxipenalizzazione. Un cortocircuito calcistico raro, che impone domande e pretende risposte.
I FATTI ESSENZIALI
Ferdinando Mastroianni ha segnato 8 gol in 17 gare di campionato, di cui 3 su rigore: al momento è il capocannoniere del Girone A. Nelle partite in cui è andato a segno, la Pro Patria ha raccolto soltanto 1 vittoria (la doppietta alla Pergolettese), 3 pareggi e 3 sconfitte. La Pro Patria, riammessa in Serie C nel luglio 2025 dal Consiglio Federale FIGC, sta affrontando una classifica complicata: a metà dicembre i biancoblù hanno messo insieme 12 punti in 17 giornate, con 13 gol fatti e 26 subiti (medie: 0,76 reti segnate e 1,53 incassate). La Triestina sconta un totale di 20 punti di penalizzazione (prima 7, poi altri 13), ribaltando la coda della graduatoria e falsando, nei fatti, la percezione della lotta salvezza: senza la sanzione, la Pro Patria sarebbe ultima. Questi numeri, messi in fila, raccontano un paradosso: un centravanti che segna con regolarità, ma i cui gol pesano troppo poco sulla classifica. Perché?
MASTROIANNI, UN ATTACCANTE «VECCHIA SCUOLA»
Il profilo è noto agli appassionati di C: classe 1992, cresciuto tra Bari e un lungo giro tra Lega Pro e Serie D, con la stagione da «copertina» ai tempi dell’Este quando, poco meno di 10 anni fa, superò quota 20 reti e vinse la classifica marcatori del suo girone di Serie D. Da professionista ha costruito un curriculum solido (tra Pro Patria, Lecco, Fiorenzuola, Latina), ma raramente aveva mantenuto una media così elevata su un arco di mesi. Tornato a Busto Arsizio nell’estate 2025, s’è preso la maglia numero 10 e, soprattutto, la responsabilità dell’area di rigore. Oggi il suo peso specifico è enorme: con 8 gol su 13 segnati complessivamente dalla squadra in campionato, Mastroianni «firma» oltre il 60% delle reti biancoblù. Un dato che, da solo, spiega il doppio volto della Pro Patria: dipendenza offensiva dalla sua efficacia e fragilità strutturale nel produrre alternative.
LE PARTITE DEI SUOI GOL: QUANDO LA FIRMA DI UN BOMBER NON BASTA
Per comprendere il corto circuito tra rendimento individuale e punti, basta ripercorrere alcune gare chiave: 1) Pro Patria–Pro Vercelli 2-3: esordio di campionato. Mastroianni accorcia su rigore, i tigrotti ribaltano nella ripresa, poi crollano nel finale. Gol del 10, zero punti. 2) Inter U23–Pro Patria 2-2: doppio vantaggio nerazzurro, rimonta firmata Giudici e Mastroianni. Gol pesante, un punto portato a casa. 3) Giana Erminio–Pro Patria 2-1: Mastroianni rimette in equilibrio la partita, ma nel recupero arriva il ko. Gol, ma nessun dividendo. 4) Pro Patria–Pergolettese 3-1: la serata che fa eccezione. Doppietta di Mastroianni e rete di Di Munno, primo successo interno stagionale. Qui il suo timbro «vale» davvero 3 punti. Questo filotto racconta un trend: la Pro Patria spesso segna con Mastroianni quando è costretta a rincorrere o quando la partita è aperta e «spezzata». In altre parole, l’apporto del bomber è più di reazione che di governo del match. È un dettaglio tattico non banale.
E ADESSO?
Le prossime settimane diranno se la Pro Patria saprà uscire dal cono d’ombra dopo l'esonero di Leandro Greco e la promozione di Francesco Bolzoni dalla Primavera. Gli indizi sono chiari: 1) I gol di Mastroianni ci sono e continueranno ad arrivare; 2) La classifica è «storta» per l’effetto penalizzazioni, ma gli scontri diretti restano il vero termometro; 3) Il cambio in panchina è un azzeramento: serviranno idee semplici, immediate, misurabili. Se i biancoblù riusciranno a trasformare il capocannoniere in leva «collettiva», e non in alibi, il paradosso potrà diventare la chiave della rimonta. Perché nel calcio i gol non «valgono» tutti allo stesso modo: contano i momenti, i contesti, le sinapsi di squadra. La Pro Patria ha trovato dunque il suo finalizzatore. Ora deve costruirgli attorno una squadra che sappia farli valere.