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Serie C

Scende dalla Serie B ai Dilettanti ma dopo soli 4 mesi saluta già, l'attaccante è ora pronto a tornare tra i Prof

L’esperimento non decolla e a gennaio la parentesi si chiuderà, la punta rientra alla base e attende una nuova destinazione

TREVISO SERIE D - TOMI PETROVIC

TREVISO SERIE D - Tomi Petrovic, attaccante classe 1999, nella scorsa stagione con il Trento in Serie C ha messo insieme 37 presenze e 6 reti guadagnandosi la chiamata dalla B (foto FB Treviso FBC)

La scena è questa: all’Omobono Tenni, sotto un cielo lattiginoso di fine dicembre, una sacca da allenamento resta appoggiata a bordo campo più a lungo del solito. Sulla targhetta c’è scritto un nome che a Treviso, solo pochi mesi fa, doveva cambiare la stagione: Tomi Petrović. A gennaio quella sacca prenderà la via di Castellammare di Stabia, perché tra la punta croata e il Treviso FBC il rapporto non ha mai trovato la frequenza giusta. È una separazione programmata, comunicata e ormai prossima a diventare ufficiale con l’apertura del mercato invernale: la società veneta ha informato la Juve Stabia, proprietaria del cartellino, della decisione di interrompere il prestito. Una riga netta su un progetto nato con ambizione ma rimasto incompiuto. E pensare che il Treviso è in vetta alla classifica del Girone C di Serie D con 43 punti e 10 lunghezze di vantaggio sul 2° posto.

UN COLPO ESTIVO CHE PROMETTEVA MOLTO
Quando il 12 agosto 2025 il Treviso ha annunciato l’arrivo di Petrović, prestito con «obbligo di riscatto condizionato», l’operazione è stata letta come un segnale forte: una neopromossa ambiziosa di Serie D capace di convincere un attaccante reduce dalla Serie B a scendere di due categorie per un progetto tecnico chiaro. Le parole del club e dei dirigenti, dal vice-presidente Alessandro Botter al ds Pierfrancesco Strano, sottolineavano proprio questo: determinazione e fiducia nel ruolo da riferimento offensivo del croato. Prima ancora di volare in Veneto, Petrović aveva sottoscritto un accordo biennale con la Juve Stabia (scadenza 30 giugno 2027), che poi lo aveva immediatamente girato al Treviso per garantirgli minutaggio e centralità. Un percorso pensato a tappe: contratto in Campania, trampolino in D, crescita e potenziale rientro tra i professionisti.

UN'OPERAZIONE CHE NON HA FUNZIONATO
Ci sono operazioni che sul tavolo del mercato funzionano alla perfezione e poi, sul campo, si inceppano. Nel caso Petrović–Treviso le ragioni sono sia tecniche sia di contesto. 1) Ruolo e gerarchie. Fin dall’avvio, il croato non è stato un titolare fisso. Spesso impiegato a gara in corso, raramente ha avuto la continuità necessaria per diventare fulcro dell’attacco. Un tabellino di fine settembre racconta, per esempio, un ingresso all’intervallo in un 1–1 con il Bassano: utile per leggere un trend, non per giudicare l’intera parabola, ma indicativo sul peso specifico nelle rotazioni. 2) Contributo sporadico ma non nullo. Il guizzo decisivo è arrivato il 4 ottobre 2025: gol al 79’ per piegare il Brian Lignano e firmare tre punti pesanti. Un acuto che, però, non ha fatto da volano a un cambio di status. 3) Identità tattica. Il Treviso di Edoardo Gorini ha spesso lavorato su principi di aggressione del campo e alternanza delle punte, con Giovanni Scotto e altri profili esperti. In questo quadro, un 9 «lungo» come Petrović necessita di rifinitura laterale e continuità di cross/palle sporche per accendersi. Il risultato è ciò che oggi appare inevitabile: «la scintilla non è mai scoccata davvero» e l’addio scatterà con l’apertura del mercato di gennaio. La comunicazione a Juve Stabia è già partita; la linea è condivisa da tutte le parti.

L'ORIZZONTI DELLA SERIE C
Ora ci sarà il rientro a Castellammare di Stabia e la volontà, condivisa dal giocatore, di tornare tra i Professionisti già in questa finestra. L’entourage sta scandagliando opportunità in Serie C: chiamate e sondaggi sono fisiologici quando si libera una prima punta con oltre 170 presenze fra B e C, nel pieno dell’età calcistica. Prudenza d’obbligo, perché finché non scatta il 1° gennaio 2026 esistono solo interlocuzioni informali, ma il trend è definito. Ridurre Petrović al cliché del centravanti d’area sarebbe comunque un errore. Il percorso racconta un attaccante formato in Croazia e Austria, completato in Italia con tappe che ne hanno ampliato il bagaglio: 1) Virtus Entella: debutto tra i Pro, assaggi di Serie B e crescita strutturale. 2) Rimini, Pro Vercelli, Lucchese, Lecco: Serie C vissuta da titolare in contesti diversi. 3) Pordenone, Pontedera, Trento, SPAL: un triennio di esperienze, con il picco realizzativo tra Trento e SPAL tra il 2023 e il 2024. Il suo marchio è nell’attacco del primo palo e nel gioco aereo, ma quando sta bene sa fungere da “ponte” per la manovra bassa: scarico corto, ri-attacco della profondità e lavoro sporco sui centrali. Un profilo che in C può tornare molto utile a squadre che cercano un riferimento per velocizzare le uscite e alzare la squadra.

LE RAGIONI UMANE OLTRE CHE TATTICHE
C’è un punto spesso sottovalutato: scendere di due categorie richiede un reset mentale. Petrović lo ha fatto in estate, scegliendo Treviso e parlando apertamente di ambizione personale e collettiva. Ma il calcio è incastro: se non trovi subito la porta giusta, non basta bussare forte. In questi casi, la cosa più professionale è riconoscere presto che il matrimonio non funziona e separarsi prima che l’inerzia diventi zavorra. La decisione di oggi, nel rispetto reciproco, è un atto di lucidità di tutte le parti. Resta la sensazione di un treno passato veloce. Resta la dignità di un giocatore che non ha mai fatto polemica e di una società che non ha trasformato una scelta tecnica in un caso mediatico. Resta soprattutto il messaggio che il Treviso vuole continuare a dare: ambizione sì, ma dentro una trama coerente, senza forzature. In Serie D, più che altrove, la coerenza spesso vale 3 punti.

CHE GIOCATORE RITROVA LA SERIE C
Chi lo prenderà si assicurerà un 26enne con un bagaglio ampio tra C e B: fisico, gioco aereo, poche carezze ma essenziali, una discreta lettura degli spazi «sporchi» in area. In un campionato com’è la Serie C, che spesso si decide su calci piazzati e duelli, un profilo come Petrović può far comodo. La condizione? Dargli continuità e 5-6 partite consecutive per entrare in fiducia: è così che l’abbiamo visto rendere di più nelle esperienze recenti. Si tratta in ogni caso di un giocatore che nella stagione 2024-2025 con la maglia del Trento ha realizzato 37 presenze e 6 reti in 1096 minuti disputati. E che quindi ha il passo per la categoria.

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