Serie C
22 Dicembre 2025
PERUGIA SERIE C - Giacomo Manzari, trequartista classe 2000, nel campionato in corso conta 12 presenze e 3 reti all'attivo
La scena che resta addosso non è un gol in rovesciata né un coast to coast. È il gesto semplice, quasi antico, di un dito che ruota in aria verso il cielo: richiesta di revisione, FVS. Al minuto 17 del primo tempo, lo stadio Renato Curi si ferma un istante: l’arbitro Alessandro Recchia viene richiamato al monitor a bordo campo per rivedere una trattenuta su Tommaso Tozzuolo. Pochi secondi, decisione ribaltata, rigore. Dal dischetto Giacomo Manzari resta freddo e firma l’1-0: da lì, l’inerzia si tinge di biancorosso e il Perugia travolge il Forlì con un 4-0 che ha il valore di un promemoria al campionato. Non solo per i numeri, la squadra sale a 15 punti ed è a -3 dalla salvezza diretta, ma per i segnali tecnici e mentali che questa partita ha messo in vetrina.
UN PERUGIA CHE RIPARTE DALLE CERTEZZE (E DAI DETTAGLI)
La gara dura, di fatto, fino al raddoppio. Dopo il primo rigore trasformato da Manzari al 17’, il Perugia colpisce ancora al 20’: lavoro di sponda e visione periferica di Alessandro Bacchin, sinistro secco di Vincenzo Montevago per il 2-0. A fine primo tempo, altra accelerazione sulla corsia mancina, contatto su Bacchin e secondo rigore: ancora Manzari, ancora gol, 3-0 al 43’. Nella ripresa, al 69’, tocco d’autore di Joselito dal limite per il poker. In mezzo, una punizione velenosa di Filippo Bartolomei e un palo che nega la doppietta a Montevago. È il tipo di partita in cui le intenzioni si vedono chiare: linee strette, gamba, ripartenze verticali e un’attenzione nuova ai particolari.
LA PAROLA AI PROTAGONISTI: «SETTIMANA DI LAVORO SUL CARATTERE»
Nel post-partita, Giacomo Manzari, autore di 2 rigori davvero pesanti e importanti, non la butta in slogan. «Abbiamo fatto una grande prestazione e siamo felici, passeremo vacanze natalizie migliori. In settimana abbiamo lavorato tanto sull’aspetto caratteriale. Dobbiamo fare di più per la qualità della rosa e risollevare il Perugia. Non meritiamo questa classifica», dice l’attaccante, autore di una doppietta dal dischetto. Parole misurate, che raccontano il clima di uno spogliatoio che ha stretto una piccola tregua con se stesso dopo un periodo complicato. Dall’altra parte, il tecnico del Forlì, Alessandro Miramari, non cerca alibi: «Partita indirizzata dal rigore, ma abbiamo sbagliato tutto. Se non difendi in maniera corretta in area, in Serie C prendi gol». È il punto di vista di chi, lontano da casa, ha pagato caro letture difensive imperfette e transizioni mal gestite.
IL FATTORE FVS
Il primo rigore nasce dopo una revisione con Football Video Support (FVS), la novità introdotta in Lega Pro per affiancare il direttore di gara nelle situazioni chiave. Non è VAR: non c’è sala centralizzata, l’arbitro rivede al monitor a bordo campo con l’ausilio di un operatore; ogni squadra ha due «challenge» a partita per segnalare episodi su gol, rigori, espulsioni dirette o scambi d’identità. Se l’errore è «chiaro ed evidente», la decisione cambia e la chiamata non viene scalata. Il debutto stagionale c’è stato ad agosto 2025, e da allora lo strumento è stato parte integrante del protocollo di Serie C. Al Curi, l’operatore FVS è indicato in Matteo Lauri (Gubbio). È un dettaglio tecnico, ma spiega la lucidità del Perugia nel «leggere» il momento e chiedere la revisione: un segnale di squadra presente, connessa.
UN 4-0 CHE VA OLTRE I 3 PUNTI
1) Identità di gioco. Il 4-3-1-2 di Giovanni Tedesco ha trovato linee di passaggio corte e ampiezza sfruttata con Bacchin: spalle alla porta quando serve, strappo in conduzione quando si apre il corridoio. Il trequartista «di sistema», Manzari, ha cucito e rifinito, oltre a capitalizzare dagli undici metri. 2) Pressione coordinata. La prima palla del Forlì è stata spesso indirizzata verso le corsie, dove il Perugia ha raddoppiato con tempi corretti. 3) Gestione emotiva. Dopo le tre sconfitte consecutive che avevano appannato l’ambiente, la squadra non si è seduta sul 2-0 ma ha continuato a produrre, segno di un carico mentale rielaborato bene durante la settimana. 4) Palle inattive e micro-dettagli. Il primo rigore nasce da una palla ferma e da un «challenge»usato con criterio; il resto è rifinitura: tempi di ingresso in area, occupazione dell’half-space sinistro, scelte di passaggio semplici e pulite.
CLASSIFICA, CALENDARIO E NUMERI
Il Perugia si porta a 15 punti e accorcia a -3 dalla salvezza diretta. La fotografia dice che i biancorossi restano impelagati nella zona play-out, ma cambiano postura: il 4-0 è un credito di fiducia da spendere alla ripresa. Soprattutto se si considera l’assenza di vittorie esterne nell’anno solare, una zavorra che Manzari stesso ha ricordato come punto dolente, e la necessità di replicare anche fuori casa le prestazioni del Curi. Nel frattempo, l’analisi di contesto conferma la difficoltà del girone: club come Arezzo e Ravenna corrono, realtà solide come Ascoli, Carpi e Vis Pesaro presidiano la parte centrale della tabella, mentre neopromosse e sorprese, tra cui lo stesso Forlì, hanno già dimostrato di saper punire chi abbassa la guardia. In questo quadro, la prestazione del Perugia spicca non solo per lo scarto ma per la capacità di disinnescare un avversario che fin qui aveva viaggiato con passo discreto.