Serie A
23 Dicembre 2025
JUVENTUS SERIE A - Marco Ottolini, dopo la fine del rapporto con il Genoa è pronto a tornare in bianconero
L’argenteria è riposta, i calici tintinnano. È la sera della cena di Natale alla Continassa, c’è anche John Elkann, e in un angolo si scambiano sguardi di intesa Damien Comolli e Giorgio Chiellini. È qui, in un contesto che mescola ritualità e strategia, che prende forma la Juventus del futuro: la scelta del nuovo direttore sportivo ricade su Marco Ottolini, dirigente pragmatico, cosmopolita di relazioni, passato bianconero e una tesi, letteralmente, sulle «relazioni internazionali nel calcio globale». La notizia filtra nel giorno giusto, il 23 dicembre 2025, dopo mesi di colloqui, valutazioni e candidature scartate tra profili italiani e stranieri: la Juventus ha deciso, l’annuncio formale è atteso a breve, ma la direzione è chiara.
UN DS PROGETTATO PER UN CALCIO CHE NON ASPETTA
Non è una promozione interna né un nome di cartello. È un investimento su un metodo. Marco Ottolini, che ha lasciato il Genoa lo scorso 31 ottobre 2025, arriva con un mandato diverso: presidiare l’area scouting, guidare la selezione dei giocatori e misurare la loro affinità con la maglia bianconera, una formula che in casa Juve equivale a cultura del lavoro, affidabilità sotto pressione, capacità di reggere l’urto tecnico ed emotivo di una piazza che non contempla alibi. Dietro la scelta c’è la regia di Comolli, la sponda di Chiellini e anche la validazione di head hunter chiamati per scandagliare il mercato dei dirigenti: un processo che ha valutato alternative internazionali, ultimo tra i profili sondati lo strategist inglese James Gow, prima di convergere su Ottolini. In termini operativi, a Ottolini sarà chiesto di: 1) gestire un perimetro di osservazione ampio e data–driven, ma con un filtro umano sui contesti competitivi; 2) costruire shortlist per ruoli chiave, calibrate su parametri tecnici, fisici, economici e di personalità; 3) alimentare pipeline sui giocatori ad alto potenziale rivendibile, preservando sostenibilità e margini; 4) armonizzare il lavoro con la struttura tecnica e con la Next Gen, il vivaio professionale che la Juve ha reinventato per accelerare transizioni tra Under e prima squadra.
I MOTIVI DELLA SCELTA: RELAZIONI FORTI
Dietro ogni grande mercato c’è una rete: relazioni, referenze, timing. È qui che Ottolini ha costruito la propria reputazione, prima da osservatore internazionale all’Anderlecht (dal 2015), poi alla Juventus (dal 2018) dove ha seguito scouting e, dal 2021, la regia dei calciatori in prestito, un ruolo cruciale per monitorare evoluzioni, minutaggi, salti di categoria. La sua tesi da Direttore Sportivo, qualifica ottenuta l’8 ottobre 2020, porta un titolo programmatico: «Le relazioni internazionali nel calcio globale. Un direttore sportivo ad hoc», premiata con una borsa di studio FIGC. È un manifesto operativo che combacia con il profilo cercato da Comolli: un direttore che funzioni da «Ministro degli Esteri» del club, capace di trasformare contatti in opportunità, dossier in decisioni snelle. Il quinquennio che ha trasformato il calcio europeo, tra salary cap soft, pressioni Financial Fair Play e nuove rotte di recruiting, chiede figure ibride. Ottolini porta esattamente questo: una rubrica piena di prefissi internazionali e la memoria tecnica di chi ha già respirato la Continassa.
IL RUOLO DI COMOLLI E LA CABINA DI REGIA BIANCONERA
Per comprendere la mossa Juve bisogna leggere la nuova architettura societaria. Damien Comolli è arrivato a Torino come Direttore Generale il 4 giugno 2025, con responsabilità sull’Area Sportiva maschile e sulle Direzioni Marketing e Commerciale; l’11 novembre 2025 ha assunto la carica di Amministratore Delegato, consolidando di fatto la regia operativa del club. Fin dal suo insediamento, Comolli ha annunciato l’intenzione di costruire una struttura «snella, competente, coordinata», con l’inserimento di un Direttore Sportivo e di figure complementari. La scelta di Ottolini si innesta qui: un ds focalizzato su scouting e selezione, coordinato a monte dal CEO nella cornice strategica. Nelle prime uscite pubbliche, Comolli ha marcato due priorità: stabilità tecnica (confermare il lavoro dell’allenatore e pianificare senza scosse isteriche) e strutturazione dell’area sportiva. L’arrivo di un ds con competenze orizzontali rende coerente il disegno.
CHIELLINI, CERNIERA CULTURALE E CONTROLLO IDENTITARIO
C’è poi la dimensione identitaria, che a Torino non è un dettaglio. Giorgio Chiellini è tornato in società nel settembre 2024 come Head of Football Institutional Relations, poi, dal 1° giugno 2025, ha assunto il ruolo di Director of Football Strategy, collocato gerarchicamente sotto Comolli. Cosa significa, in concreto? Supervisionare le scelte strategiche sul calcio, fare da guida culturale, rappresentare la Juventus presso le istituzioni e, non ultimo, contribuire a definire i criteri di «compatibilità bianconera» dei profili. Il suo appoggio a Ottolini è stato un tassello non secondario nel percorso di selezione.
IL PASSAGGIO AL GENOA: UN MASTER ACCELERATO
Per valutare il ds che sarà, è utile guardare al ds che è stato. Ottolini ha assunto la direzione sportiva del Genoa nell’estate 2022, in un passaggio complicato: retrocessione in Serie B, necessità di ricostruzione, stabilità finanziaria incerta. La promozione immediata in Serie A e la successiva permanenza nella massima serie hanno dato sostanza al progetto, mentre la stagione 2024-2025 è stata segnata da scossoni, cambio in panchina, contestazioni, risultati in bilico, fino alla separazione ufficiale del 31 ottobre 2025. Quell’uscita, letta oggi, è stata la premessa del ritorno a Torino. Ora, al netto delle formalità, resta la parte che conta: tradurre il metodo in giocatori, e i giocatori in punti. Il resto, alla Continassa, non serve dirlo due volte.