Serie D
23 Dicembre 2025
FLAMINIA CIVITA CASTELLANA SERIE D - Alessandro Tuia, difensore classe 1990, nella scorsa stagione ha giocato in Croazia nell'Osijek
La porta dello spogliatoio del «Turiddu Madami» si apre e un rumore familiare spezza il brusio: tacchetti che toccano il cemento, una borsa consunta e lo sguardo di chi non ha bisogno di essere presentato. A Civita Castellana, per qualcuno, il calcio torna ad avere il volto di casa: quello di Alessandro Tuia. Dopo un’annata all’estero, nella massima serie croata, e una carriera vissuta per 16 stagioni tra Serie A e Serie B, il difensore nato qui il 8 giugno 1990 indosserà la maglia della sua città. È ufficiale: la Flaminia Civita Castellana ha chiuso un’operazione che va oltre il campo, un patto emotivo prima ancora che tecnico. Tuia è un nuovo giocatore rossoblù. Un ritorno alle origini che profuma di appartenenza e che aggiunge qualità, carisma e letture difensive a una squadra che non vuole fermarsi all’ordinario della Serie D.
LA SCELTA FLAMINIA COME RITORNO ROMANTICO
C’è una logica sportiva, oltre al cuore. La Flaminia di Federico Nofri Onofri, tecnico confermato dopo aver centrato l’obiettivo salvezza e una crescita costante negli ultimi anni, ha imboccato una linea chiara: ringiovanire, costruire valore, ma senza rinunciare a pochi, mirati punti di esperienza. L’arrivo di Tuia incastra il puzzle in tre direzioni. 1) Gestione dei momenti. In Serie D, dove le partite si sporcano, un difensore con oltre 100 presenze in Serie B e 35 in Serie A conosce i tempi emotivi della gara: quando alzare la linea, quando spegnere le transizioni, quando spendere fallo. È un capitale intangibile che non si allena in settimana: lo si è vissuto. 2) Letture e guida del reparto. In granata e giallorosso, Tuia ha alternato difesa a 4 e a 3. Centrale di destra, braccetto, all’occorrenza terzino bloccato: versatilità che consente a Nofri Onofri di modellare le uscite dal basso e i compiti di marcatura sull’uomo, soprattutto contro avversari che occupano in modo asimmetrico l’ultimo terzo. 3) Crescita degli under. Il valore pedagogico. Chi segue i reparti in una settimana-tipo sa che la qualità della “parola in campo” riduce l’errore individuale dei più giovani. Una comunicazione continua, visibile: postura delle spalle dei compagni, linea palla-porta, tempi del salto in avanti. In una rosa che negli ultimi mesi ha inserito tanti Under un «allenatore aggiunto» tra i titolari orienta i dettagli.
COSA PORTA NELLO SPECIFICO TUIA
1) Esperienza «alta» convertibile in categoria. Le promozioni con Salernitana, Benevento e Lecce non sono medaglie da bacheca: sono un lessico comune di reparti, trigger di pressione consolidati, memoria di situazioni. Saperle tradurre in Serie D significa accelerare processi che di solito richiedono mesi. Doti aeree e scelta del tempo. Il gol alla Sardegna Arena – 6 gennaio 2021, Cagliari-Benevento 1-2 – è un’icona tecnica: attacco del primo palo, stacco in anticipo, frustata che non concede letture al portiere. In D, dove la palla inattiva decide stagioni, il peso sulle palle ferme vale un segmento di punti. 3) Letture preventive in transizione negativa. Tuia non è un difensore «di corsa pura»: il suo plus è la prevenzione. Mezzopasso prima, corpo aperto, invito all’errore del portatore. Un’arte che in D fa la differenza quando il campo si allunga e l’avversario attacca con due riferimenti mobili. 4) Polivalenza nella linea. Centrale destro in una difesa a 3 o stopper in una linea a 4; in emergenza può presidiare la corsia, bloccando la spinta. Una duttilità preziosa quando gli impegni si serrano e le rotazioni diventano necessarie.
COSA CAMBIA PER LA FLAMINIA, DETTAGLI TATTICI
1) Un 4-3-3 con costruzione a 2+1: Tuia e il compagno di reparto come base, con il mediano che si abbassa tra loro in uscita contro pressioni pari; esterni bassi scalati a scaglioni. Le verticalizzazioni immediate per Polidori danno il «primo piano» alla rifinitura tra le linee. 2) Un 3-5-2 reattivo: Tuia braccetto di destra con compiti di uscita forte sul trequarti avversario. L’esterno destro sale sull’ampiezza, l’interno copre il corridoio; scelta utile contro squadre che ricercano superiorità laterale. 3) Un 4-4-2 «da viaggio»: linee corte e riaggressione sull’errore, con Tuia a gestire la profondità su lanci diretti. In trasferta, quando il campo e l’avversario impongono pragmatismo, la sua esperienza guida i tempi del blocco medio.
LE CIFRE SENZA RETORICA
1) Presenze complessive tra A e B oltre la soglia delle 135; in Serie A circa 35 gare e 1 gol; in Serie B più di 100 gettoni con Salernitana, Benevento, Lecce; apporto realizzativo totale pari a 5 reti nelle due massime categorie nazionali. Sono parametri che in Serie D pesano come una garanzia. 2) Promozioni firmate: con la Salernitana lungo il percorso di risalita dalla Lega Pro fino alla B, con il Benevento dei record (86 punti in Serie B 2019/20), con il Lecce campione di B il 6 maggio 2022. 3) Anno d’esordio tra i grandi: 2009, Juventus-Lazio 2-0; l’ultima parentesi internazionale: NK Osijek, firma il 29 agosto 2024, separazione ufficiale a maggio 2025. In tutto circa 400 partite tra i Professionisti in Italia.
FATTORE CIVITA CASTELLANA
Quando a settembre 2025 Civita Castellana ha ospitato i sopralluoghi per la candidatura a «Comune Europeo dello Sport», tra i testimonial c’era proprio lui, Alessandro Tuia: un segnale tangibile del legame mai reciso con il territorio. Il ritorno in rossoblù è la traduzione calcistica di quel legame: un giocatore formato tra Flaminia e Lazio, maturato a Salerno, consacrato tra Benevento e Lecce, tornato dopo un passaggio europeo per mettere a disposizione ciò che ha imparato. È un filo rosso che unisce il ragazzo di ieri al professionista di oggi. Le «Scelte di cuore» nel calcio funzionano quando hanno senso anche per il campo. Qui c’è tutto: un club che sta costruendo con metodo, un allenatore che ha visione e continuità, una città che riconosce i suoi simboli, un difensore che torna dove ha iniziato per lasciare qualcosa di più di una firma sul contratto. La Flaminia prende Alessandro Tuia non per raccontarsi, ma per migliorarsi. L’immagine dei tacchetti che tornano a risuonare nel corridoio del Madami, stavolta, ha il suono di un progetto che cresce.