Serie D
23 Dicembre 2025
TREVISO SERIE D - Tommaso Brevi, centrocampista classe 2002, giunto in estate in squadra dopo la fine dell'esperienza all'Arzignano Valchiampo
Un pallone che bacia il palo, un respiro trattenuto da uno stadio intero e poi la rete che vibra come una corda. È il minuto 85 allo Stadio Omobono Tenni: il derby tra Treviso e Mestre sembra scritto nella pietra dell’equilibrio, fino a quando Tommaso Brevi non piomba su un rimpallo e scarica di destro. Il legno suona, la sfera rotola oltre la linea, la Curva Nord diventa un’onda. Lui scarta verso i tifosi, braccia al cielo, il boato copre tutto: dopo 2 mesi e mezzo di assenza per infortunio, il centrocampista umbro firma l’1-0 che consegna ai biancocelesti il «derby del Terraglio» e un titolo simbolico ma pesante: i biancocelesti chiudono da Campioni d’inverno. Davanti a oltre 2.600 spettatori e con la capolista che allunga il passo, sono quei 5 minuti finali a spostare geometrie, morale e classifica.
IL COLPO CHE DECIDE IL DERBY
La cronaca racconta una gara spigolosa, tattica, con due difese tra le migliori del Girone C di Serie D a schermare ogni linea di passaggio. Quando l’arbitro Mansour Faye di Brescia estrae il secondo giallo per Soprano al 38’ della ripresa, l’inerzia si sposta. Treviso spinge, un cross tagliato genera una carambola e Brevi anticipa tutti: conclusione secca, palo-rete, 1-0 al 40’ st. Il tabellino è asciutto come la partita: un solo gol, ma decisivo. Finale 1-0, Treviso che consolida la vetta e Mestre che paga carissimo l’inferiorità numerica. Grande soddisfazione per il centrocampista che ha il calcio nel sangue sin da bambino, considerando che è figlio di Ezio Brevi, ex centrocampista di Reggina, Ternana e Genoa, nonchè nipote di Oscar Brevi, già difensore di Torino e Como.
IL PROFILO DEL GIOCATORE
Arrivato in estate per irrobustire la mediana, Tommaso Brevi (classe 2002, umbro, scuola Ternana con passaggi in Serie C all’Arzignano Valchiampo) si è subito ritagliato un ruolo da «due vie»: gamba, senso della posizione, inserimenti senza palla. Il Treviso FBC 1993 lo ha presentato come un profilo «giovane ma pronto», con 76 presenze in Serie D e 25 tra i Professionisti, a conferma di un percorso già solido. Nel derby ha messo la firma che vale un inverno in vetta con largo margine su chi insegue. Ma è il contesto umano a rendere la sua storia più densa: rientrava dopo due mesi e mezzo di stop per infortunio. «Speravo tantissimo di segnare… Vincere il derby e fare gol sotto la curva è stato bellissimo», ha detto a fine gara. Poi la dedica: «Alla mia ragazza e ai miei amici». Parole semplici, ma che riportano il calcio alla sua essenza: il gesto tecnico incorniciato dalle relazioni, dai legami, da quel tratto emotivo che nel dilettantismo avanzato resta ancora visibile.
LA SCENA SOTTO LA CURVA: UN LEGAME CHE CONTA
Il fotogramma più potente non è solo il pallone che entra: è la corsa verso la Curva Nord, il contatto con chi era lì per una partita che a Treviso vale più di 3 punti. Il derby con il Mestre torna da qualche stagione a essere vissuto con misure di sicurezza elevate: tra limitazioni e contingentamenti, l’atmosfera al Tenni è stata comunque quella delle grandi occasioni. Un contesto che ha reso ancor più intenso il rapporto squadra-tifosi, soprattutto quando le partite si decidono sul filo. Non è un caso che proprio un gol «sotto la curva» sia diventato la lente emotiva del pomeriggio: in partite così, il calcio torna «luogo», e il Tenni ridiventa casa. «È bellissimo giocare con tanta gente allo stadio e li ringraziamo sempre» ha aggiunto Brevi nell’intervista post-partita, lasciando che la sua festa privata, la dedica alla fidanzata e agli amici, s’intrecci con quella collettiva.
CAMPIONI D'INVERNO, COSA SIGNIFICA DAVVERO
Il titolo non assegna punti extra, ma conta. Alla 17ª giornata, essere in testa con margine, la stima parla di +10 sulla prima inseguitrice e +15 sul Mestre al tramonto dell’andata, consegna alla squadra di Edoardo Gorini un credito psicologico ed editoriale non banale. Il Treviso chiude il giro di boa davanti a tutti e con un vantaggio in doppia cifra; nella foto di giornata c’è il gruppo che regge l’urto di un derby e lo sposta con pazienza, senza strappi inutili. È un primato costruito su una cifra difensiva stabile, pochi gol subiti nel girone, e sull’idea, sottolineata dallo stesso Brevi, di una squadra che «ha segnato con 15 giocatori diversi»: tradotto, una distribuzione della responsabilità offensiva che riduce la dipendenza da un singolo e moltiplica le soluzioni. Un dettaglio non comune a questi livelli.
IL PROTAGONISTA
«Adesso mancano 17 partite: dobbiamo azzerare tutto e ripartire ancora meglio», ha scandito Brevi. È la frase-chiavistello del suo dopogara. La capolista ha margine, ma non licenza di distrazione. Il calendario del girone di ritorno, con gli scontri diretti distribuiti e diversi impegni su campi «caldi», chiederà proprio quel tipo di maturità mostrata nel derby: pazienza, ordine, attacco dei momenti. E ancora profondità di rosa, la stessa che consente a Gorini di pescare un uomo-rientro e trasformarlo nella giocata-simbolo del weekend. Il palo, in casi così, è spesso un alleato traditore. Stavolta no: la carambola premia il gesto e trasformala frazione di secondo nel racconto di un derby. «Quando la palla ha colpito il palo ci sono rimasto un po’ male, poi però ho visto il pallone entrare e ho festeggiato sotto la curva», ha detto Brevi. Dal dettaglio tecnico al dettaglio umano, il calcio ha di nuovo raccontato una storia semplice e piena: la storia di una capolista che non si accontenta e di un centrocampista che si è ripreso il suo tempo.