Serie D
23 Dicembre 2025
VERONA SERIE A - Fallou Cham, difensore classe 2006, è arrivato dalla Scafatese di Serie D e conta 5 presenze e 214 minuti giocati con i gialloblù
La scena è questa: un ragazzo del 2006, fino a poche settimane prima in Serie D, entra all’Etihad Stadium con la tuta del Napoli e si siede in panchina in Champions. Si chiama Mathias Ferrante. Centinaia di chilometri più a nord, un suo coetaneo, Fallou Cham, affronta l’Udinese da titolare con l’Hellas Verona, dopo aver cominciato l’estate alla Scafatese. Due fotogrammi, stesso messaggio: le Rappresentative Nazionali LND non sono più solo una vetrina, ma una corsia preferenziale verso il professionismo. La fotografia dei numeri lo certifica: nell’ultima estate, tra chi ha svolto attività con le selezioni LND, sono stati 118 i passaggi ai club di Serie A, Serie B e Serie C, con un rapporto che, dal 27% del 2017, è salito fino a sfiorare il 40% nell’ultima stagione: circa un convocato su tre completa il salto. Un tracciato in crescita costante, non un picco isolato.
UN LABORATORIO STRUTTURATO: IL MODELLO RAPPRESENTATIVE
Le selezioni sono sei: Rappresentativa Serie D, Under 19, Under 17, Under 16, Under 15 e Femminile Under 20 (con declinazioni Under 19 e Under 17). Non una squadra «vetrina» e basta, ma un circuito di stage, raduni, amichevoli e tornei contro avversari professionistici, pensato per aumentare l’esposizione di chi gioca tra i dilettanti. Dal 2017-2018 il raggio d’azione si è allargato fino all’U15 e U16; dal 2020-2021 è entrata l’Under 20 femminile. L’ultimo ritocco, nella stagione 2024/2025, riguarda l’Under 18 «rifondata» sui campionati dall’Eccellenza in giù, per pescare anche dove lo scouting professionistico arriva più raramente. Non è un progetto estemporaneo: fa parte di un Progetto Giovani con scouting capillare, seguito dall’Area Tecnica delle Rappresentative e sostenuto politicamente dalla LND di Giancarlo Abete. L’idea è “creare occasioni” in contesti di confronto con i professionisti e, di conseguenza, accelerare il cambio di status.
DUE STORIE-LAMPO CHE SPIEGANO IL FENOMENO
1) Il triplo salto di Fallou Cham. Terzino destro del 2006, in D con la Scafatese nella 2024-2025, convocato nella Rappresentativa Serie D alla Viareggio Cup e poi acquistato dall’Hellas Verona a metà luglio 2025. Debutta subito in Coppa Italia e, una settimana dopo, gioca 82 minuti alla prima di Serie A a Udine. Un passaggio senza fermate intermedie che la LND ha paragonato, con cautela, al percorso di Moreno Torricelli ai tempi della Caratese. Si tratta di un caso-chiave: riassume tre elementi del modello LND, la vetrina competitiva (Viareggio), la scelta coraggiosa del club pro e la prontezza del giocatore. 2) L’ascesa di Mathias Ferrante. Portiere del 2006, stagione di Serie D con la NovaRomentin chiusa con numeri imponenti (17 clean sheet in 36 gare ufficiali, più due ai playoff). A luglio 2025 il Napoli lo sceglie come terzo portiere della prima squadra e riferimento per la Primavera: contratto fino al 2030 e subito dentro il gruppo che affronta Fiorentina in Serie A e Manchester City in Champions League. Il club azzurro ne certifica l’appartenenza in organico; i siti ufficiali riportano la sua presenza nell’universo prima squadra nel 2025-2026. La D è scouting vivo, e se un profilo risponde ai requisiti atletici e mentali, oggi può essere acquisito e integrato rapidamente.
QUALI PROFILI ARRIVANO IN ALTO
Gli esempi «di oggi» includono ruoli e storie diverse. L’elenco dei giocatori transitati dalle selezioni LND oggi in Serie A non si ferma ai due casi-limite: tra i nomi citati di recente compaiono, tra gli altri, Lorenzo Bernasconi (Atalanta), Mattia Felici e Matteo Prati (Cagliari), Edoardo Goldaniga (Como), Federico Baschirotto e Alessio Zerbin (Cremonese), Emanuele Valeri (Parma), Edoardo Iannoni (Sassuolo). Un mosaico che racconta come la pipeline LND non produca un solo «tipo» di calciatore. Va però ricordato che l’appartenenza storica alle Rappresentative può risalire a fasi diverse del percorso dei singoli: è un canale che nel tempo incrocia carriere poi sviluppatesi in modi eterogenei.
ZOOM TATTICO: COSA GUADAGNANO I GIOCATORI CON IL SALTO
1) Giocatori «match ready». Il terzino che regge duelli a campo lungo, il portiere abituato a difendere area e profondità, la mezzala che sa fare due fasi. Il salto dalla D alla C o direttamente alla A oggi è più spesso un upgrade di contesto che un salto nel buio tecnico. Cham ne è la prova: atletismo, gamba e coraggio nel portare pressione in alto, qualità trasferibili nel gioco verticale del Verona. 2) Costi di entrata contenuti e orizzonte lungo. Operazioni come Ferrante al Napoli si chiudono con investimenti contenuti e orizzonte pluriennale (contratti fino al 2030): un mix che mitiga il rischio ed è coerente con la costruzione di profondità di rosa e valore patrimoniale. 3) Tempo di adattamento ridotto. Chi viene dalla D ha già imparato a gestire contatto fisico, stress competitivo, trasferte, campi «imperfetti». Quando lo porti in un ambiente di alto livello, il salto di qualità in termini tecnici è grande, ma la base caratteriale c’è. Risultato: adattamento spesso più rapido del previsto.
EFFETTO SISTEMA: LA BASE FA CRESCERE IL VERTICE
Dentro questo quadro, la Serie D si conferma «quarto campionato nazionale» nel senso più pieno: un livello che non vive in isolamento ma «nutre» l’alto. La stessa LND rivendica il ruolo strategico del massimo torneo dilettantistico dentro la piramide: società organizzate, competizione vera e un contesto che oggi dialoga con i professionisti senza complessi. Un’ulteriore spinta è arrivata dalla capacità della LND di presidiare anche il calendario (date certe per campionati e coppe, orari uniformi) e aggiornare in modo coerente le norme su tesseramenti, prestiti e trasferimenti: elementi invisibili al pubblico, ma decisivi per i dirigenti che devono chiudere operazioni in poche settimane. È un «corridoio» che, se ben tenuto, fa risparmiare tempo e abbassa le frizioni burocratiche.