Serie A
26 Dicembre 2025
JUVENTUS SERIE A - Mattia Perin, portiere classe 1992, ha già giocato nel Genoa dal 2008 al 2011, dal 2013 al 2018 e dal 2020 al 2021
Una porta vuota, tre maglie appese nello spogliatoio e un cognome che rimbalza sui muri di Pegli: Perin. È l’immagine che racconta meglio il paradosso del Genoa di fine 2025: un club con un’identità ferrea, ma senza il suo «guardiano» titolare. Con Nicola Leali squalificato e Benji Siegrist ai box, l’«emergenza portieri» non è un titolo, è un’urgenza tecnica. E il nome al centro del piano di rilancio di Daniele De Rossi è uno solo: Mattia Perin, oggi vice alla Juventus, ieri pezzo di cuore rossoblù. L’idea c’è, il gradimento pure; a mancare, per ora, sono le condizioni economiche e gli incastri che consentano di arrivare alla firma.
PERCHÈ PROPRIO PERIN
Per chi vive il Ferraris, Perin è molto più di un ex. Cresciuto nel vivaio, ha difeso i pali del Genoa da giovanissimo e poi in due rientri da protagonista, fino alla parentesi in bianconero. Il suo profilo tecnico e umano corrisponde al decalogo di De Rossi: esperienza, carisma, leadership dello spogliatoio e un legame identitario con la piazza. Non è un caso che, secondo gli ambienti vicini al club, l’ex Roma lo consideri la «prima scelta» per il ruolo di titolare nel percorso salvezza. Perin è il target numero uno, e il tecnico spinge per riportarlo a Marassi facendo leva sul rapporto speciale con Genova. A sostegno della pista ci sono più indizi convergenti: risulterebbe anche un Perin disponibile al ritorno, a fronte però di un equilibrio economico da trovare tra durata contrattuale, ingaggio e l’esigenza della Juventus di rimpiazzarlo.
COSA FRENA L'AFFARE
Il nodo è duplice. Da un lato, l’accordo con il giocatore e con la Juventus, con cui Perin è legato fino al 2027, dall’altro, la necessità per i bianconeri di nominare un nuovo vice per Michele Di Gregorio. Secondo le cronache di mercato, il club di Torino non spalancherebbe la porta a un addio a cuor leggero e valuta un indennizzo: niente «via libera» senza una sostituzione all’altezza e senza che i conti tornino. Perin, inoltre, ha rinnovato negli anni scorsi proprio per garantire stabilità a un ruolo che la Juve ritiene strategico, con Carlo Pinsoglio a scadenza 2026 e responsabilità crescenti per Di Gregorio. Il punto non è solo tecnico, Perin è un dodicesimo di lusso, ma anche gestionale, con l’aggiunta di vincoli economici e liste.
LA REGIA DI DE ROSSI E IL CONTESTO GENOA
È qui che entra la mano di Daniele De Rossi. L’arrivo del tecnico, ufficializzato a inizio novembre 2025, ha ridefinito priorità e gerarchie. La missione è chiara: risalire e blindare la categoria. Il tecnico ha indicato fra le prime urgenze l’alzare il livello tra i pali, anche per dare sicurezza a una squadra giovane e con tanti volti nuovi. Non sorprende, quindi, che dalla sua presentazione in avanti, il portiere sia diventato un dossier quotidiano sui tavoli di Villa Rostan. Il contesto non aiuta: con Leali squalificato e Siegrist ai margini per problemi fisici, la coperta è cortissima. A Roma, per esempio, il Genoa si è affidato a Matteo Sommariva, classe 2000, segnale di quanto l’emergenza sia concreta. Da qui la fretta «buona» di chi vuole chiudere prima possibile.
LE ALTERNATIVE: MANDAS PIANO B, INTRECCI CON LEALI
Se la pista Perin non dovesse sbloccarsi in tempi rapidi, il Genoa non vuole trovarsi scoperto. Il profilo alternativo che circola con maggiore insistenza è quello di Christos Mandas: giovane, esplosivo, in rampa di lancio. Con un possibile domino che coinvolgerebbe proprio Leali verso Lazio qualora si creassero le condizioni. Sono incastri complessi, ma coerenti con il calendario: il mercato di gennaio apre il 2 gennaio 2026 e chiude il 2 febbraio 2026. Ogni giorno conta.
TRA SENTIMENTO E LOGICA
Sul tavolo, in realtà, c’è una domanda semplice: quanto vale, in punti, restituire al Genoa un riferimento tecnico ed emotivo come Perin? La risposta non è matematica, ma i precedenti dicono che riportare un «talismano» nel posto giusto, al momento giusto, può cambiare l’inerzia di una stagione. Al tempo stesso, nessuno a Torino vuole correre rischi in un anno in cui la Juventus sente di poter tornare a raccogliere. La trattativa, dunque, galleggia tra sentimenti e numeri: carisma e esperienza da una parte, indennizzi, sostituti e sostenibilità dall’altra. Oggi il semaforo è giallo. Domani, con il mercato che si accende, può diventare verde. O tornare rosso. Per ora, l’unica certezza è che l’idea di De Rossi non è un fuoco di paglia: il Genoa ha scelto il suo obiettivo, ha una lista di alternative e ha una finestra temporale chiara per provarci. Tocca alle condizioni economiche, e al domino delle seconde linee bianconere, trasformare l’idea in firma.