Cerca

Serie A

Il Torino punta dritto sul difensore del futuro, è lotta serrata con i Campioni d'Italia per accaparrarselo

Dietro le quinte del mercato: perché il centrale 21enne è in cima alla lista e quali scenari si aprono con una clausola di riscatto

NAPOLI SERIE A - LUCA MARIANUCCI

NAPOLI SERIE A - Luca Marianucci, difensore centrale classe 2004, nel campionato in corso una sola presenza in massima serie con i partenopei

La scena si apre su una stanza di albergo ancora intrisa di odore di erba sintetica e sabbia: la notte di Riyadh è appena scesa, il Napoli ha messo in bacheca la sua Supercoppa Italiana con un secco 2-0 al Bologna e un protagonista inatteso, David Neres, ha rubato i riflettori. In quell’istante, però, l’oggetto del desiderio del Torino, il 21enne difensore centrale Luca Marianucci, osserva dalla panchina. Non un minuto in semifinale, né in finale. È qui che s’innesta una dinamica che il calcio di mercato conosce bene: quando il talento scalpita ma il minutaggio non c’è, si apre una fenditura per chi ha bisogno urgente di rinforzare la propria retroguardia. Da giorni il Toro ci pensa, da giorni il Napoli resiste, e tra le due sponde si incunea un negoziato che avrà il suo discrimine in tre parole: diritto di riscatto.

PERCHÈ IL TORINO HA MESSO MARIANUCCI IN CIMA ALLA LISTA
Il punto di partenza è semplice: la difesa di Marco Baroni ha bisogno di certezze immediatamente spendibili. Le rotazioni nel pacchetto arretrato sono state ridotte dagli impegni e dagli acciacchi: a lungo Tameze ha dovuto adattarsi da «braccetto» di destra, un ripiego che il tecnico ha utilizzato quando ha scelto di riproporre la struttura a difesa a 3. L’indirizzo tattico è tracciato: Baroni ha aperto con chiarezza all’uso stabile del 3-5-2, tornando anche su principi che a Torino hanno lasciato memorie recenti, e ha alternato la linea a 3 e a 4 in base all’emergenza uomini. In questo contesto, un centrale rapido, aggressivo, con letture preventive e un buon piede per l’uscita dal basso, è la priorità di gennaio. Parliamo di un classe 2004 che la scorsa stagione, con l’Empoli, ha superato quota 20 presenze complessive (tra campionato e Coppa) mettendo in mostra personalità e margini di crescita, tanto da convincere il Napoli a investirci a titolo definitivo in estate. 

IDENTIKIT TECNICO, NUMERI E RAGIONI DI UN INVESTIMENTO
Luca Marianucci, nato a Livorno il 23 luglio 2004, 186 cm, difensore centrale di piede destro, è arrivato dall’Empoli dopo la tappa formativa alla Pro Sesto. Tra le curiosità statistiche, spiccano i 467 minuti in Coppa Italia 2024-2025, secondo solo a Liberato Cacace, e due assist che ne raccontano la capacità di incidere anche sulle palle inattive e sulle seconde palle in area. In campionato ha chiuso a 18 presenze, senza reti ma con una frequenza elevata di duelli vinti nell’ultimo terzo difensivo. Cartellino intorno ai 9 milioni e un contratto lungo, con ingaggio cresciuto in modo significativo rispetto a Empoli. Un progetto, dunque, da top prospetto italiano, non da tappabuchi.

NAPOLI E TORINO SI SIEDONO AL TAVOLO CON VEDUTE OPPOSTE
La fotografia sportiva del presente, però, è impietosa: con Antonio Conte, fin qui Marianucci ha messo insieme pochissimo minutaggio tra Serie A e coppe, senza vedere il campo nella EA SPORTS FC Supercup di Riyadh. È uno dei paradossi delle grandi rose: si può alzare un trofeo e restare in attesa della prima sequenza di partite vere. Non stupisce, quindi, che il giocatore possa aver manifestato la disponibilità a un trasferimento invernale pur di giocare. Qui entra in scena il nodo tecnico-giuridico della trattativa. Il Torino ha già fatto sapere per bocca del ds Petrachi di non volere «giocatori di passaggio»: niente prestiti secchi, ma almeno un diritto di riscatto a cifre prefissate, così da non limitarsi a sviluppare un talento altrui senza alcun ritorno. Dall’altra parte il Napoli, che ha lavorato su Marianucci come investimento, è più orientato a un semplice prestito per sei mesi, puntando a rivalutarne il cartellino con il minutaggio. Ed è qui che si consuma la distanza.

IL CONFRONTO PETRACHI-MANNA
Il dialogo tra Gianluca Petrachi e Giovanni Manna è al centro del quadro. Gli incastri sono molti: il Toro deve muoversi in un mercato in cui intende anche completare il pacchetto degli esterni e valutare cessioni in uscita (la posizione di Adam Masina non è blindata), il Napoli non vuole indebolire gli equilibri difensivi senza contropartite sufficienti. La spinta del calciatore, legata alla voglia di continuità in vista dell’Under 21, è la leva principale che il Toro può usare per strappare una formula meno rigida. Sul tavolo, per ora, c’è uno schema che il Napoli vede bene: prestito fino a giugno, senza vincoli. Il Torino, al contrario, chiede almeno un diritto di riscatto. Possibile una mediazione.

CONCLUSIONE: UNA TRATTATIVA A TEMPO, CON UN DETTAGLIO CHE FA LA DIFFERENZA
Il calendario non aspetta. Dal 2 gennaio il Torino vuole consegnare a Baroni un centrale pronto; il Napoli, forte del titolo di Riyadh e delle proprie ambizioni su tre fronti, non può indebolire gli incastri senza garanzie economiche. La quadra è sottile, ma c’è: un prestito che non sia un «una tantum», un diritto di riscatto che non svaluti l’investimento azzurro, e un progetto tecnico che esalti le qualità di Luca Marianucci. Se le parti sapranno attivare la giusta ingegneria contrattuale, il ragazzo potrà finalmente fare ciò che tutti si aspettano da lui: difendere alto, leggere in anticipo, crescere. A Torino, da protagonista. Con un futuro non scritto a matita, ma a penna.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Sprint e Sport

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter