Serie C
28 Dicembre 2025
LANEROSSI VICENZA SERIE C - Nicola Rauti, attaccante classe 2000, miglior marcatore dei biancorossi in campionato con 7 reti all'attivo
C’è un’immagine che racconta l’andata più di mille statistiche: al minuto 73 di una domenica gelida, un mancino di Alessio Tribuzzi scivola tra il boato del «Menti» e affonda la Triestina. Non è solo l’1-0 che chiude il cerchio del girone d’andata: è il sigillo su un inverno da collezione. LR Vicenza campione d’inverno del Girone A con 49 punti in 19 partite, frutto di 15 vittorie, 4 pareggi e 0 sconfitte; difesa di granito, 10 reti al passivo, e un’idea di partita che non deraglia mai. Sotto la giacca, Fabio Gallo infila il suo 51° risultato utile consecutivo in campionato, sommandone 19 con il Lane a quelli raccolti prima nel suo percorso recente con la Virtus Entella. Per gli avversari, il tema è diventato semplice da formulare e complicatissimo da svolgere: come si batte una squadra che, da agosto a dicembre, non sbaglia quasi mai la scelta di gioco cruciale?
IL CONTESTO: UNA CLASSIFICA CHE NON LASCIA APPIGLI
L’arco del girone d’andata si è chiuso con il Vicenza primo a 49, davanti a un Lecco a quota 37 e al gruppo che insegue staccato. L’ampiezza del margine non nasce da un colpo isolato, ma da una continuità feroce: media superiore ai 2,5 punti a gara, differenza reti a +23 (33 segnate, 10 subite), un’uniformità di rendimento in casa e fuori che smonta il solito cliché della «fortezza casalinga» come unico appiglio. L’LR Vicenza è forte ovunque, a prescindere dalla cornice. E, dettaglio non marginale, lo è con una disponibilità sorprendente a cambiare pelle dentro la partita senza cambiare identità. La delusione del 2° posto della passata stagione è stata assimilata e la squadra è ripartita a spron battuto anche nel campionato 2025-2026.
COME SI È COSTRUITO IL TITOLO D'INVERNO
Il 3-5-2 di Gallo sembra un abito cucito sulla rosa: esterni capaci di doppia fase, mezzali che sanno innescare o occupare area, due punte che alternano profondità e pulizia del primo controllo. I nomi cambiano con intelligenza nella gestione delle energie, l’ossatura no. In difesa, il blocco con Cuomo, Leverbe, Benassai ha garantito letture preventive e tempi d’uscita; in mezzo, Zonta e Carraro hanno dato ordine e densità, mentre la corsia mancina con Costa ha aggiunto spinta e cross. Davanti, Morra e Capello hanno lavorato sui corridoi, liberando spazi per gli inserimenti e aprendo la porta ai subentranti. La partita con la Triestina è il compendio del girone d’andata: ritmo alto, costruzione paziente e, quando serve, cambi che spostano l’inerzia. Dentro Tribuzzi e Rauti, poi Alessio e Stückler: è dal lato delle sostituzioni che il Lane ha spesso alzato la leva del risultato. Il gol decisivo contro gli alabardati arriva proprio da un subentrante. Non è episodico: la panchina «produttiva» è stata una ricorrenza autunnale.
PERCHÈ FUNZIONA: CONCETTI CHIAVE
Il Lane non corre a vuoto: sceglie dove alzare il volume. Appena oltre la metà campo, spesso, dove il primo passaggio orizzontale dell’avversario diventa il trigger per saltare addosso. In area propria, la priorità è negare il centro: gli avversari finiscono ai lati, difficilmente sfondano per vie interne. La palla in verticale non è rifugio, è scelta. Con Carraro che filtra e Zonta che accompagna, il Vicenza accetta anche il duello sulla seconda palla: lo fa perché le distanze tra i reparti sono sempre cortissime, e l’eventuale respinta diventa occasione, non rischio. I cambi non sono riparazioni: sono strumenti. Tribuzzi è l’emblema di un approccio che prevede momenti diversi nello stesso match. Dentro chi conduce, poi chi rifinisce; dentro chi pressa, poi chi attacca lo spazio. È un grammatico del ritmo, Fabio Gallo: sposta i pesi senza cambiare la grammatica.
LA CONCORRENZA E IL MARGINE: COSA DICONO CALENDARIO E NUMERI
Il vantaggio in classifica è consistente, ma il girone di ritorno è un’altra stagione. Il Lane ripartirà con una trasferta insidiosa, a Lumezzane il 4 gennaio 2026, subito seguita da un ciclo che metterà in vetrina lo stato di forma post-sosta. È in queste fasi che servono scelte di gestione: rotazioni misurate, ritmo allenante alto, soglia d’attenzione senza strappi. Ci sono due dati, però, che autorizzano l’ottimismo misurato: 1) L’intervallo difensivo: 10 gol subiti in 19 gare non è un ritmo facilmente invertibile dagli avversari. 2) La stabilità emotiva: partite chiuse sull’1-0 come contro la Triestina raccontano la capacità di difendere il vantaggio senza arretrare a oltranza.
CONCLUSIONE: UN INVERNO CHE INSEGNA, NON CHE ILLUDE
La storia del girone d’andata del Vicenza non è la storia di una fuga occasionale, ma di una squadra che ha imparato a somigliare alla propria idea di calcio. Il titolo d’inverno con 49 punti, l’imbattibilità, la striscia di Gallo sono capitoli della stessa narrazione: ordine, ritmo, lucidità. Il ritorno chiederà conferme e una dote in più, la fame. Ma se l’inverno è una promessa credibile della primavera, a Vicenza hanno tutte le ragioni per alzare la qualità dei sogni, senza abbassare la guardia.