Serie C
29 Dicembre 2025
RAVENNA SERIE C - Paolo Rrapaj, centrocampista classe 1997 e capitano dei giallorossi, nel campionato in corso conta 18 presenze e un gol
Una domenica di nebbia bassa sul Bruno Benelli, i fari accesi e un dettaglio che tradisce l’aria del cambio di stagione: al minuto 72 l’urlo si accende per l’ennesima volta, e la capolista mette altri 3 punti in cassaforte. È una scena qualsiasi, di una partita qualsiasi del girone d’andata. Eppure dentro quell’istante c’è la trama di un mezzo campionato: Ravenna in controllo emotivo, ritmo crescente nella ripresa, capacità di «stappare» il risultato con un lampo. Non è fortuna: è metodo. La fotografia è scolpita nei numeri. Alla boa di metà stagione i giallorossi guidano il Girone B con 41 punti in 18 gare: 13 vittorie, 2 pareggi, 3 sconfitte, media di 2,28 punti a partita. È un passo da squadra adulta, non da neopromossa che vive dell’onda dell’entusiasmo. Qui c’è struttura, c’è progettualità, ci sono scelte tecniche coerenti e ci sono indicatori che raccontano perché la vetta non sia un balcone di passaggio.
PRIMATO COSTRUITO OVUNQUE: IL BENELLI COME FORTINO
In casa: 2,44 punti/gara (9 partite, 7V-1N-1P, 17 gol fatti e 10 subiti). Il Benelli non è solo una cornice: è un attivatore competitivo. Il Ravenna apre con ritmo, consolida il possesso senza estremizzarlo e colpisce quando l’inerzia si piega. Fuori casa: 2,11 punti/gara (9 partite, 6V-1N-2P, 14 gol segnati, 7 concessi). Etichetta di neopromossa che scolora, solidità che resiste ai viaggi, punteggi spesso «corti» che raccontano un’identità capace di adattarsi. È il binario gemello che regge il primato. Un dettaglio per valutare la portata del cammino: la vetta a 41 è stata riconosciuta anche nel racconto del weekend che ha sancito il titolo di «regina d’inverno» al giro di boa, con l’Arezzo costretto a inseguire. Il contesto resta fluido, perché il torneo ha vissuto scossoni extratecnici (vedi vicenda Rimini), ma il dato di fondo non cambia: Ravenna ha messo in fila un medio-lungo tratto di regolarità.
L'ATTACCO VALE E PESA: 31 GOL
1) 31 gol complessivi, media 1,72 a gara; squadra a segno in 15 gare su 18; conversion rate al 14%. Non sono numeri «dopati» da percentuali irreali: sono il riflesso di una produzione costante, fatta di 11,94 tiri a incontro e di 4,06 nello specchio. Il rapporto tiri/gol (circa 6,9) parla di un attacco che costruisce, occupa l’area con più uomini e, quando serve, vince anche di corto muso: l’1-0 è lo score più frequente (in 4 occasioni). Qui l’elemento chiave non è la dipendenza da un singolo, ma il paradigma della coralità: la distribuzione delle reti nei vari reparti è una firma del progetto. In un 3-5-2 elastico, gli esterni e le mezzali portano uomini e palloni sul secondo palo; i primi riferimenti offensivi aprono le corsie interne per le tracce corte da trequarti; e le seconde palle diventano benzina per gli inserimenti. È un’identità che non acceca con il possesso fine a se stesso: il dato medio del 53% di palla dice «iniziativa sì, ma con equilibrio».
DIFESA-PILASTRO, POCHI PICCHI NEGATIVI
Il Ravenna concede, ma concede bene. La lettura incrociata tra xG contro (1,32 a gara) e gol effettivamente subiti (0,94 a match, 17 in totale nel girone d’andata) indica una squadra che difende l’area con ordine e «gestisce gli episodi» oltre media. Le clean sheet sono 6 (circa un terzo delle partite): un capitale psicologico, prima ancora che statistico, perché permette alla squadra di «mantenere il filo» anche quando la prima parte non si sblocca. La fase senza palla è responsabilità collettiva, ma ha protagonisti riconoscibili. Da una parte i meccanismi della linea a tre, sul cui perno il lavoro settimanale ha costruito sincronismi nei ribaltamenti; dall’altra la qualità di frangiflutti dei centrocampisti: schermano la prima verticalizzazione rivale e liberano il primo passaggio pulito per uscire. A chiudere il cerchio, l’affidabilità del portiere: quando serve, l’intervento «da uno» tiene in equilibrio i punteggi stretti. Il risultato è un trend con pochi scarti: emblematica la tenuta in trasferta, dove la media subita scende fino a 0,78.
LA REGIA DELLA PANCHINA
La regina d’inverno, prima di essere un elenco di numeri, è la storia di un’idea tecnica rifinita nel tempo. Marco Marchionni ha ricevuto la conferma con un rinnovo fino al 30 giugno 2027 e lavora con uno staff definito: la solidità organizzativa è parte integrante della competitività sul campo. Tra le figure-chiave, il direttore sportivo Davide Mandorlini e il direttore tecnico Gianluca Olivieri, con una filiera decisionale che ha permesso di mantenere lo zoccolo duro e innestare profili funzionali. È governance, non cosmetica. La dimensione tecnica racconta, inoltre, un processo di crescita che parte da lontano: l’arrivo di Marchionni, il lavoro di ritaratura fatto tra Serie D e il salto nei professionisti, fino all’odierna fisionomia da squadra di alta classifica. Un passaggio che in città è stato percepito come la conferma che il progetto non si esaurisce nelle oscillazioni del singolo torneo.
UN PRIMATO CHE PESA NELLA STORIA RECENTE DEL CLUB
I 41 punti al giro di boa non sono solo un numero alto in assoluto: nella memoria ravennate rappresentano un massimo rispetto alle stagioni che in passato portarono al salto di categoria. È un tassello identitario: il parallelismo con le annate migliori non vale come garanzia, ma come indicatore della profondità del percorso attuale. La città lo percepisce, lo stadio lo restituisce, lo spogliatoio lo metabolizza senza farsi schiacciare. Proiezione aritmetica sul lungo periodo non è profezia, ma esercizio utile a capire l’ordine di grandezza: tenere un 2,28 di media, anche tollerando una fisiologica flessione, significa giocarsi il primo posto sino all’ultima curva. La concorrenza, su tutte Arezzo e Ascoli, obbliga a percentuali alte; la distanza fra le prime tre è stata spesso risicata e il calendario proporrà incastri intermittenti con scontri diretti e trasferte «trappola». Ma il Ravenna ha già dimostrato di saper navigare nei «mesi misti» del campionato, quelli in cui gli strappi di classifica si consolidano.