Under 13
29 Dicembre 2025
ATLETICO MADRID • Luca e David Villa, figlio e papà, entrambi attaccanti incredibili
«Voy a ser mejor de mi padre». Tradotto: sarò migliore di mio padre. Una promessa sussurrata al vento, quasi impossibile da mantenere quando il cognome pesa come una leggenda: David Villa. Una Champions League, un Mondiale con la Spagna, tre Liga e una carriera che ha segnato un’epoca. Eppure, tra il sole delle Isole Canarie e il prato dello Stadio Gran Canaria, un primo, luminoso tassello è stato posato. A farlo è Luca Villa, figlio d’arte, protagonista assoluto a La Liga Futures, il torneo internazionale Under 13 che riunisce le migliori squadre d’Europa. In semifinale, nel derby più infuocato contro il Real Madrid, è lui a scrivere la storia: numero 7 sulle spalle, bacio allo stemma dell’Atlético Madrid dopo il gol dell’1-0 e una domanda che riecheggia nell’aria come un’eco romantica: sarà davvero il nuovo Villa-Maravilla?
Il calcio ama i cerchi che si chiudono. Il 24 maggio 2014, allo Stadio da Luz di Lisbona, David Villa vive una delle notti più amare della sua carriera: finale di Champions League persa con l’Atlético Madrid contro il Real Madrid. Il sogno sembra prendere forma con il gol di Godín, ma al 93’ l’incornata di Sergio Ramos spezza tutto. Nei supplementari arrivano le reti di Bale, Marcelo e Cristiano Ronaldo: 4-1 e Decima alzata al cielo dai Blancos di Ancelotti. Undici anni dopo, il 29 dicembre 2025, è il figlio Luca a prendersi una piccola, dolcissima rivincita. Segna in semifinale, contribuisce a eliminare il Real Madrid da La Liga Futures e contribuisce a scrivere una pagina che profuma di riscatto. Forse non cancella il passato, ma lo illumina di nuovo significato.
Luca Villa bacia lo stemma dell'Atletico Madrid dopo aver segnato nel derby contro il Real per l'1-0
Occhiali da sole, sguardo fisso sul campo, tensione trattenuta a stento. Sugli spalti dello Stadio Gran Canaria, David Villa osserva suo figlio con il silenzio di chi sa quanto sia fragile un sogno. Luca non aveva mai iniziato dal primo minuto nei turni precedenti del torneo contro Real Betis, Paris Saint-Germain, Las Palmas e Juventus. Poi, nel derby, la scelta che sorprende tutti. E bastano sei giri d’orologio. Palla sporca sull’out di sinistra, controllo delicato, mancino che parte come una carezza violenta: traiettoria incrociata sul secondo palo, imprendibile. È 1-0. È il momento in cui la genetica sembra parlare chiaro, trasformando l’attesa in esplosione.
Papà David che osserva la partita dagli spalti dello Stadio Gran Canaria
El Guaje. “Il bambino”. Così chiamavano David Villa da piccolo, perché fisicamente era meno imponente dei coetanei, ma immensamente più talentuoso. Il parallelo è inevitabile guardando Luca a La Liga Futures: spesso più minuto, talvolta sovrastato fisicamente, mai intimidito. Tecnica pulita, lettura del gioco, fiuto del gol che sembra innato. L’Atlético Madrid sa di avere tra le mani un tesoro da proteggere e coltivare. Non è una promessa qualsiasi: è una storia che ricomincia, con lo stesso cognome, lo stesso numero e una scintilla negli occhi. Si chiama Luca Villa. E il futuro, forse, ha già imparato a riconoscerlo.