Serie C
30 Dicembre 2025
CASARANO SERIE C - Cosimo Chiricò, attaccante classe 1991, nella prima parte del campionato ha messo a segno 11 reti con il club pugliese
Il silenzio dello stadio «Capozza» a fine allenamento è rotto da un dato che rimbalza più forte di qualsiasi coro: 11 gol in 19 partite. Sono i numeri che hanno rimesso Cosimo Chiricò al centro della mappa del calcio italiano, attirando attenzioni, domande e, inevitabilmente, voci di mercato. L’ultima, quella di un possibile interessamento della Salernitana, ha avuto vita breve. È bastata una frase, pronunciata con voce piana dal direttore sportivo del Casarano, Antonio Obiettivo, ai microfoni di Antenna Sud: «Chiricò sta bene a Casarano e non si muove». Fine della discussione? Sì, ma non solo. Perché dietro quella chiusura c’è un progetto tecnico, una dimensione emotiva e un pezzo di identità di una piazza che, dopo anni in apnea, oggi respira ambizione. Con un lusinghiero 6° posto a quota 28 punti nel Girone C di Serie C.
PERCHÈ CHIRICÒ OGGI NON È SOSTITUIBILE
L’impatto immediato: dopo una stagione sotto tono tra Catania e Cavese, fin da agosto l’ex Lecce, Padova, Crotone e Catania ha tradotto il suo bagaglio tecnico in produttività pura. I tabellini raccontano di doppiette in sfide a coefficiente alto, come a Picerno (vittoria esterna per 2-1 con firma d’autore), e di serate in cui trascina la squadra con continuità offensiva. L’effetto-contagio: nelle gare chiave in casa, al «Capozza», la sua presenza ha elevato il livello dei compagni: dalla sintonia iniziale con Giancarlo Malcore alla complementarità con Vincenzo Millico, un trio che ha garantito soluzioni sia in attacco posizionale sia in transizione. La vittoria netta con l’Audace Cerignola, anche lì con doppietta di Chiricò, è un fotogramma recente che spiega bene la portata del suo momento. Leadership tecnica e psicologica: la maglia numero 10, il ruolo di regista offensivo fra le linee, il carisma nel prendersi punizioni e rigori, ma anche nel chiedere pressing o palleggio lento quando serve.
LA POSIZIONE DEL CLUB: UN PROGETTO CHE NON SI SMONTA A GENNAIO
«Non si muove» significa, prima di tutto, proteggere un’architrave tecnica. Ma è anche un’indicazione strategica su cosa sarà il mercato invernale del Casarano. La società guidata dal presidente Antonio Filograna e orchestrata sul piano sportivo da Antonio Obiettivo ha costruito in pochi mesi un’identità precisa: esperienza nelle zone nevralgiche, qualità negli ultimi 30 metri, e una trama di gioco pensata per esaltare le caratteristiche degli interpreti offensivi. Gli innesti di livello, arrivati a inizio ciclo del ritorno tra i Professionisti, su tutti Chiricò e Raffaele Maiello, hanno dato spessore a un gruppo confermato in larga parte. Questa linea è stata esplicitata più volte dal ds nelle sue uscite pubbliche, in cui ha rimarcato il principio della continuità e la ricerca di ritocchi mirati, non di rivoluzioni. E oggi è il fattore che consente al Casarano di sbarrare la porta alle cessioni dolorose e guardare al mercato di gennaio come a un’occasione per colmare, semmai, lacune specifiche.
IL RAPPORTO SPECIALE TRA CHIRICÒ E IL CASARANO
C’è anche un filo emotivo, e non secondario, in questa storia. Chiricò a Casarano non è un «semplice» acquisto: è un ritorno. Nella stagione 2010-2011 indossò la maglia rossazzurra in Serie D, allora ragazzo del territorio in cerca di strada. Quindici anni più tardi è tornato da leader compiuto, con oltre 400 presenze nei professionisti e quasi 90 reti all’attivo, per guidare la neopromossa nel salto di qualità. Il suo annuncio ufficiale dello scorso 2 luglio 2025 ha avuto un valore simbolico potente: un talento cresciuto nel Salento che sceglie di rimettersi in gioco «a casa», per provare a spostare l’orizzonte del club. Non è un caso che nelle sue interviste più recenti Chiricò abbia parlato di equilibrio ritrovato, di motivazioni alimentate dalla vicinanza ai propri affetti e di una forma fisica che gli consente di interpretare la partita con continuità per 90 minuti. È la materia prima con cui si costruiscono le stagioni speciali.
DENTRO IL CAMPO: COME DI BARI HA CUCITO IL SISTEMA SU CHIRICÒ
L’allenatore Vito Di Bari ha adattato principi e dettagli per esaltare il suo numero 10. Ecco tre scelte che stanno facendo la differenza: 1) Libertà tra le linee e compiti «ibridi»: partenza nominale da esterno alto, ma con licenza di stringere sul centro-destra per ricevere tra mezzala e trequarti. Lì Chiricò può alzare il tasso tecnico delle combinazioni corte, guadagnare falli e aprire il campo verso l’inserimento del quinto opposto. 2) Rotazioni coordinate con la punta: quando dialoga con Malcore o si appoggia a Millico, il Casarano genera linee di passaggio interne e libera il corridoio per l’ala sul lato debole. Le sue conduzioni diagonali, seguite da cross tesi o palloni «scaricati» al limite, spiegano la crescita degli assist. 3) Palle inattive come arma: con un battitore specialistico, i calci piazzati diventano una fonte stabile di occasioni. Il dato degli assist nasce anche da lì e da schemi codificati che hanno portato punti pesanti.
EPILOGO (PROVVISORIO): UNA SCELTA CHE FA BENE A TUTTI
Restare, oggi, conviene a tutti. Al Casarano, che difende la sua ambizione con i fatti. A Chiricò, che sta giocando la stagione più incisiva della carriera e può guidare una rincorsa che, al netto delle variabili del campionato, ha già acceso la fantasia della città. Agli avversari, infine, che sanno di misurarsi con una squadra vera, non con una vetrina da saldi invernali. Nel calcio i «no» contano quanto i «sì». Questo «no», detto bene, detto presto, detto forte, definisce il perimetro di una stagione. E restituisce alla parola «progetto» il suo significato migliore: costruire, proteggere, credere.