Serie D
31 Dicembre 2025
BARLETTA SERIE D - Domenico Franco, centrocampista classe 1992, è giunto in organico ad inizio dicembre
C’è un’immagine che racconta più di mille parole: tabellone dell'«Arcoleo» di Acerra che segna 0-4, esultanza compatta sotto il settore ospiti e il nome di Giancarlo Malcore che lampeggia due volte in rapida sequenza. In quella manciata di minuti di metà dicembre, il Barletta ha dato un primo assaggio della squadra che vuole essere nel 2026: aggressiva, verticale, con l’istinto da grande nei momenti che contano. Non è stato sempre così, anzi. Ma i segnali dell’ultima curva del girone d’andata dicono che qualcosa è cambiato. E il mercato di dicembre ha fatto il resto.
LA FOTOGRAFIA AL GIRO DI BOA: TERZI MA CON MARGINE DI CRESCITA
Il dato di partenza è chiaro: il Barletta ha chiuso la prima metà di stagione al 3° posto con 28 punti, a 6 lunghezze dalla capolista Paganese, rimettendosi in scia dopo un avvio zoppicante e una serie di frenate inattese. Entrando nel dettaglio numerico: le prestazioni più recenti confermano un’efficienza difensiva da vertice, la differenza reti è stata la migliore del girone a quota +11, e una produzione offensiva migliorabile, con 22 gol fatti che non rispecchiano appieno il volume di gioco creato. Il raffronto con la stessa Paganese, capolista con sole 16 reti segnate, sottolinea quanto, in questo Girone H, il «peso specifico» delle partite equilibrate conti più della goleada: capitalizzare, non stravincere, è ciò che fa la differenza.
IL MERCATO CHE CAMBIA IL VOLTO: BIZZOTTO, MALCORE E FRANCO
Il turning point è arrivato con il mercato. Dopo il mancato arrivo di Nicola Loiodice la dirigenza biancorossa ha scelto la via più semplice e al tempo stesso più ambiziosa: alzare con decisione il livello medio della rosa. Il primo tassello è stato Nicola Bizzotto: difensore centrale d’esperienza, colonna del Monopoli in Serie C nelle ultime stagioni, ha risolto il contratto con i biancoverdi e ha sposato il progetto Barletta. Leader silenzioso, letture pulite, cattiveria d’area: profilo da categoria superiore, perfetto per compattare il reparto. Poi il colpo che ha acceso la fantasia dei tifosi: Giancarlo Malcore. La nota ufficiale del club biancorosso ha introdotto un centravanti con numeri pesanti nelle ultime annate tra Audace Cerignola e Casarano; alla prima da titolare in campionato, la doppietta di Acerra ha spiegato in pratica perché. Infine Domenico Franco, mediano-regista di esperienza e personalità: un curriculum fatto quasi solo di Serie C, duttilità che fa comodo a chi punta alla promozione e capacità di dare ordine tra le linee.
PIZZULLI E L'IDEA DI SQUADRA
Alla guida tecnica c’è Massimo Pizzulli, richiamato a Barletta 8 anni dopo l’ultima esperienza. Il tecnico pugliese si è preso il tempo necessario per dare un’identità chiara: blocco corto, ampiezza quando serve, coraggio sulle seconde palle. La sua presentazione di giugno e i primi mesi di lavoro hanno messo al centro due parole chiave: crescita e concretezza. Nel frattempo, gli infortuni a giocatori-chiave (tra cui Coccia, Manetta, Guadalupi) hanno imposto correzioni in corsa. Adesso, con il rientro dei senatori e i nuovi innesti, il mosaico somiglia molto a ciò che l’allenatore aveva in mente.
NUMERI E CONTESTO NEL GIRONE H: TUTTO APERTISSIMO
Il Girone H è, storicamente, il più competitivo della Serie D: densità di piazze calde, rivalità territoriali, valori tecnici ravvicinati. A metà percorso, il quadro dice Paganese davanti, Martina subito dietro, poi un «condominio» che comprende Barletta, Fasano e Afragolese in una manciata di punti. Il dato più curioso è che a comandare non è la squadra con più gol, ma quella che sbaglia meno gli snodi cruciali. Per questo il margine è colmabile: con Bizzotto a regolare l’area e Malcore a finalizzare, il +11 di differenza reti può diventare un’arma di classifica se accompagnato da quel 1-0 «sporco» che ti fa scalare la montagna.
IDEE CHIARE E UN SEGNALE ALLA PIAZZA
Sul piano societario, l’ingresso del gruppo Audace nelle quote e il ridisegno dell’organigramma hanno dato il senso di un progetto che non si limita all’orizzonte di una stagione. Marco Arturo Romano resta il riferimento, ma attorno a lui la macchina è stata oliata con figure che conoscono piazza e campionato. È in questo perimetro che vanno letti i colpi Bizzotto-Malcore-Franco, il tagliando fatto all’area tecnica a novembre e, soprattutto, la capacità di reagire al no di Loiodice senza perdere un minuto. La classifica è corta, il margine d’errore inevitabilmente basso: ma proprio in un girone in cui si vince più per continuità che per spettacolo, la squadra biancorossa sembra aver trovato, finalmente, la propria cifra. E quell’immagine di Acerra, tabellone su 0-4 e abbraccio sotto il settore ospiti, potrebbe essere ricordata, tra qualche mese, come il momento in cui il Barletta ha smesso di discutere dei propri limiti e ha cominciato a somigliare davvero a una capolista.