Procuratori
20 Gennaio 2023
Appassionato e professionale, preparato e di ampie vedute. Michele Puglisi, 36 anni da Torino, è il nuovo che avanza: fa parte della nuova generazione di Agenti Sportivi, è partito dal basso e sta arrivando già a grandi risultati raccogliendo diverse soddisfazioni importanti. Tutto comincia quando, a 24 anni, decide di lasciare il calcio dal punto di vista del calciatore per rientrarci subito da un ottica totalmente diversa:
«Visto che non sarei diventato un calciatore professionista, ho cominciato a chiedermi cosa avrei fatto da grande: mi piaceva il mondo imprenditoriale e manageriale, quindi decisi di fare l’esame e vengo promosso nonostante le percentuali di riuscita fossero assai demotivanti. Per un anno intero guardo partite su partite, poi l’inizio dell’avventura con Davide Lippi».
Quali sono le regole fondamentali del buon procuratore?
«Non bisogna mai mentire, anche a costo di litigare. È fondamentale instaurare un rapporto di fiducia con i tuoi assistiti, ed è anche la cosa più difficile. Per riuscirci, secondo me, bisogna sempre cercare di portare a conoscenza dei giocatori la verità di tutte le situazioni. Assecondare è un errore, se assecondi le idee delle famiglie non fai bene il tuo lavoro. Se si discute in maniera sana, nella stragrande maggioranza dei casi poi si va avanti con un’idea comune».
Giovani: secondo te abbiamo difficoltà naturali o strutturali?
«Ci sono tante problematiche ma anche cose buone. Il giovane in Italia ha una serie di agevolazioni che in alcuni casi possono diventare controproducenti subendo l’effetto contrario. Ci sono regole inserite con l’intento tutelare i giovani, poi però la percentuale di chi abbandona è alta. Troppo spesso con le società si ragiona sui costi invece che sulle qualità, alla lunga questo è un ragionamento che crea situazioni negative».
I giovani di 10 anni fa com’erano rispetto a quelli di oggi?
«Non mi piace fare il classico discorso generazionale: i cambiamenti esistono nel calcio come esistono nella vita di tutti i giorni. Le dinamiche di oggi non sono migliori o peggiori rispetto a quelle di 10 anni fa, sono semplicemente diverse. E non sono cambiati solo i ragazzi ma anche la figura dell’agente: oggi si tende a dare appoggio al calciatore in tutti gli aspetti, non solo sulla scelta della squadra ma anche su cose personali. Per questo ritengo sia necessario avere una rete di professionisti con cui interfacciarti. Per questo motivo ad esempio nella mia struttura ho scelto Pierfilippo Capello come avvocato sportivo, un professionista esemplare in continuo aggiornamento e sicuramente un valore aggiunto della MP Management. Bisogna tutelare il proprio assistito a 360 gradi, ed è la parte più impegnativa».
Come rispondi a chi dice che gli Agenti sono il male del calcio?
«Devo ammettere che come categoria ce la siamo un po’ cercata. Si sentono cose che fanno rabbrividire, e a causa di quelle si fa di tutta l’erba un fascio. Procure, mandati, avvocati: sembra tutto molto complicato ma in realtà diventa tutto semplice se si fanno le cose per bene».
Infine, una curiosità: sei molto legato a Giorgio Chiellini…
«Un amico, da anni: persona fantastica e professionista incredibile».
Giocatori di categoria come Simone Emmanuello, Federico Mattiello, Andrea Gasbarro, Tommaso Cancellotti, Fabio Castellano e Giulio Parodi; giovani in rampa di lancio come Nicolò Savona, Alassane Sidibe, Davide Rosso (classe 2001 dell’Albinoleffe, un nuovo arrivo), Sulaiman Oyewale, Alessandro Carosso o Abdoulaye Sall; favole incredibili come quelle di Kaly Sene, Clemente Perotti e Alessandro De Benedetti. Oltre a tutto un mondo di talenti del futuro: da Andrea Vaiarelli e Christian Sardo del Torino a Matteo Zamarian dell’Inter fino ad Alessandro Bassino della Juventus. Il parco giocatori di Michele Puglisi spazia, con un occhio rivolto al futuro e l’altro all’estero. Come è stato per Antonio Satriano, l’ultimo trasferimento messo a referto dalla MP Management: l’attaccante della Roma, capocannoniere della Primavera 1, è andato all’Heracles e ha anche già esordito in coppa contro il G.A. Eagles. Michele Puglisi è un Agente Sportivo di respiro internazionale, che non si rifiuta di guardare ai Dilettanti come possibile bacino, anzi è proprio da lì che arrivano le storie più belle e appaganti. L’esempio di Kaly Sene su tutti: pescato dal Vanchiglia in Eccellenza e portato prima alla Juventus e ora al Basilea. Oppure Clemente Perotti, classe 2003 preso dal Chisola e oggi beniamino della Pro Patria in Serie C. Oppure ancora il caso di Alessandro De Benedetti, scartato dalla Sampdoria e rilanciatosi al Finale Ligure dove da centrocampista viene trasformato in attaccante: oggi è al Genoa, ha firmato un contratto triennale e ha già segnato 10 gol in Primavera 2.
Michele Puglisi nasce a Torino il 12 aprile 1986, e dopo una carriera da calciatore dilettante intraprende la strada dell’Agente Sportivo. Da ragazzo ha giocato per 10 anni nelle giovanili del Torino, vestendo poi - tra le altre - le maglie di Ivrea, Chisola, Bra e Cheraschese tra Serie D ed Eccellenza. Giocava come difensore centrale. Dopo il ritiro passa subito l’esame CONI-FIGC ed entra a far parte di Reset Group SRL, l’agenzia di Davide Lippi, e da gennaio 2021 è con la sua Mp Management. Ha 36 anni e vive il calcio in tutte le sue forme: lo ha fatto da calciatore, ora lo fa da professionista ma anche da semplice appassionato. Come tutti, infatti, gioca al Fantacalcio: e la sua Lega è davvero una lega… VIP!
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