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Allenatore e volto televisivo, è morto Carlo Pogliani: «Buon viaggio amico mio»

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Carlo Pogliani

Carlo Pogliani

Un messaggio molto triste è apparso nella giornata di martedì su “X” da parte del direttore dell’emittente Telelombardia, Fabio Ravezzani: «Una notizia molto triste per noi di QSVS. Purtroppo ci ha lasciato mister Carlo Pogliani. Ospite sempre acuto, milanista di buon senso. Obiettivo e profondo nelle sue considerazioni. Una persona speciale. Siamo senza parole. Sembrava che il suo tumore fosse in remissione da anni. Invece… Buon viaggio, caro amico nostro».

No, non ci credo ancora. Solo qualche giorno fa mi parlavi al telefono dandomi dritte calcistiche e suggerimenti di ogni genere sul mondo del calcio; eh si il tuo pane quotidiano, il tuo ossigeno. Ti avevo conosciuto anni fa, a Telelombardia/Top Calcio 24 e subito siamo entrati in sintonia perché tu non parlavi di calcio ma lo raccontavi. Passavo ore ad ascoltare le tue storie le tue esperienze che ti davano gioia, ultima delle quali, allenare una squadra femminile di calcio della periferia di Milano

Tu eri dei nostri, prima calciatore amatoriale con le squadre di Milano, dalla Torpedo in Bovisa alla Garibaldina o alla Gescal, fino alle società del Gallaratese, quartiere a ridosso dello stadio San Siro, è stato poi allenatore delle giovanili cominciando con la Viscontini e proseguendo fino ad arrivare alla più celebre Aldini, lavorando anche accanto a tecnici quotati come Walter De Vecchi, Maurizio Ganz, Andrea Icardi e Alessandro Pistone.

Perdo un amico, un consigliere, un uomo tutto di un pezzo di una bontà rara. Una volta mi invitò a casa sua con la mia famiglia ad assaggiare il suo polpettone; mi aveva subito colpito la sua semplicità, il suo apprezzare la vita e ascoltare con entusiasmo i racconti di mio figlio di 8 anni. Veniva spesso a vederlo giocare ed era per lui fonte di ricchezza di confronto; lui voleva vivere il calcio e trasmettere le sue idee che quasi mai si rilevarono sbagliate. Con lui non eri l’interista o il milanista, con lui eri un amico che parlava di calcio. Rimase stupito, durante la mia collaborazione con Top Calcio quando nella mia trasmissione a “Interlandia” lo invitai in studio. Ma come, un milanista in una trasmissione che si parlava di Inter? Si, perché lui stava bene ovunque e con chiunque perché lui era il “Carletto”, il mister, ed era una piacere confrontarsi con lui e non solo sul calcio. Un amico tutto di un pezzo, una di quelle persone che anche nei periodi bui del Covid trasmettevano gioia ed entusiasmo. Me lo confidava spesso: «Ricky io non vado in tv per apparire, ci vado perché posso parlare della mia passione per il calcio ed il giorno che non mi vorranno più racconterò ai ragazzi sul campo la mia esperienza e il mio sapere».

Sei andato via senza dirmi ciao ma è come se l’avessi fatto. Ora hai un compito: insegnare agli angeli come si gioca a calcio. A me hai lasciato l’umiltà e lo spirito di cosa possa essere vivere una passione divertendosi senza essere legato ad interessi o al denaro.

A presto MISTER e grazie di tutto. Ci sentiamo presto

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