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Champions League

Doveva essere la finale dell'ultima Champions: i giovanissimi di Barça e Psg fanno ancora paura

4 tra classe 2006 e 2007 e un 2008: il palcoscenico più prestigioso è già della prossima generazione

HAKIMI LAMINE YAMAL PARIS SAINT GERMAIN BARCELLONA

CHAMPIONS LEAGUE BARCELLONA-PARIS SAINT GERMAIN • Hakimi e Lamine Yamal: due dei protagonisti della serata

25.4 vs 23.3. Non sono numeri messi a caso, sono l'età media in campo a Montjuic nella partita Barcellona e Paris Saint Germain. Tanto? Poco? Poco, pochissimo, soprattuto se si guarda alle altre due italiane impegnate nel mercoledì della seconda giornata di Champions League: la Juve superava i 26 anni mentre il Napoli arrivava quasi a 30. Se poi si guarda anche al martedì in salsa italiana la musica non cambia di tanto: i ragazzi di Juric superano i 26 anni mentre l'Inter di Chivu sfora addirittura i 29. Insomma, in soldoni questo cosa vorrebbe dire? Semplicemente che, in una partita che odorava già da semifinale - se non da finale anticipata - alcune squadre tra le più forti in Europa non hanno avuto paura di far giocare interpreti con la carta d'identità ancora poco usurata. Ma i risultati di questo?

CAPITOLO PSG: MBAYE NBT, MAYULU ORMAI "GRANDE"

Le grandi sorprese arrivano soprattutto dalla squadra campione d'Europa di Luis Enrique. Orfani di alcuni dei giocatori più forti del pianeta - Dembelé, Doué e Kvara tra tutti - la squadra francese si presentava nella tana del Barcellona con tanti dubbi ma soprattutto con tanti buchi. Barcola e Mayulu per sopperire al Pallone d'Oro e l'ex Napoli mentre - e qui la grande sorpresa - un classe 2008, Mbaye, per sostituire uno dei marcatori dell'ultima finale di Champions. Non proprio uno sconosciuto, ma poco ci manca: 15 minuti con l'Atalanta all'esordio assoluto nella Coppa dei Campioni e apparizioni sempre più costanti nella Ligue 1, dove l'ultima partita l'aveva con l'Auxerre l'aveva giocata dal primo all'ultimo minuto. L'inizio, però, non è di quelli memorabili. Lamine Yamal prende subito la scena con una ruleta dopo soli due minuti di gioco che sa già di sventura, mentre pochi giri di lancetta dopo è sempre lo spagnolo a pennellare un passaggio d'esterno magico che manda in porta Ferran Torres, con gol scampato solo grazie a un intervento di Zabarnyi.

Poi, però, con la rete proprio di Ferran Torres, sembra che il Psg cambi faccia, e i suoi piccoli diavoli iniziano a carburare. Nuno Mendes e Mbaye creano un'asse che in Italia ricordiamo lontanamente nell'anno dello Scudetto del Milan con il duo Hernandez-Leão, ma i risultati sono qualcosa di assurdo: il terzino portoghese sembra un treno che non fa fermate, mentre l'esterno classe 2008 detta i tempi come un veterano, e proprio dai loro piedi nasce l'azione del primo gol. La rete dell'1-1, infatti, dopo lo scambio assurdo tra i due, porta in area Mayulu che affonda il colpo e pareggia i conti. Nel secondo tempo, poi, la squadra francese accelera il passo e quasi non fa vedere più palla agli uomini di Flick: se non parte Rashford, il Psg riesce ad arginare alla perfezione i padroni di casa. Nel finale, poi, gli esperimenti danno ragione a Luis Enrique: Gonçalo Ramos realizza il 2-1 finale che regala tre punti assurdi ai transalpini. Giocare con i giovani funziona, parola di Paris Saint Germain.

CAPITOLO BARÇA: YAMAL A DUE FACCE, I BLAUGRANA DIPENDONO DA UN 18ENNE?

E il Barça? Non resta certo a guardare. Raphinha, Fermin Lopez e Gavi out ma sembra che i blaugrana possano sopperire agilmente alle assenze, con un Pedri sempre stellare in mezzo al campo, Rashford alla - forse definitiva - consacrazione e un Lamine Yamal sempre più incisivo. Come quando dopo soli due minuti si inventa un dribbling - un cambio di direzione con ruleta - degno degli esteti di questo gesto. È poi sempre il Campione d'Europa con la Spagna a illuminare lo stadio di casa con un passaggio di esterno, anche qui, che si perde senza essere concretizzato. Poi il gol di Ferran Torres, la partita che sembra andare sempre più in discesa e un Pedri gigante in mezzo al campo fanno propendere per un Barça tranquillamente in testa al girone. Ma, c'è un ma. La filosofia di Flick non ammette deviazioni, e come in semifinale di Champions 2024/2025 con l'Inter, il gol fatto non snatura la difesa alta, marchio di fabbrica del tedesco; difesa alta, però, che lascia spazio alla risalita francese. Prima è Nuno Mendes a seminare il panico, poi è Mayulu a finalizzare, beffando anche "l'esperto" - nonostante i 18 anni - Cubarsì. Il prosieguo della gara diventa ad appannaggio dei Campioni uscenti, con il gol di Ramos che sugella un ripresa magistrale degli uomini di Luis Enrique.

E i fenomeni blaugrana? Lamine Yamal esce progressivamente dal gioco, sia per una condizione non ancora al 100%, sia per un Nuno Mendes in versione inarrivabile che lo riesce praticamente ad annullare, spendendo anche un cartellino giallo. Pedri a centrocampo non può giocare da solo, mentre dietro la difesa traballa più volte. Anche qua va messo il proverbiale ma. Se l'esperimento francese ha funzionato, non per forza quello blaugrana ha fallito, tutt'altro. Con una prestazione come quella degli spagnoli, probabilmente, il 90% delle squadre della Champions League avrebbe alzato bandiera bianca già nei primi 45 minuti, a testimonianza del fatto che semplicemente sia capitata la serata storta - si pensi al salvataggio sulla linea di Hakimi su De Jong - e un po' troppa spregiudicatezza, soprattutto con una delle squadre peggiori da affrontare in questo momento, nonostante gli infortuni. Il dato da sottolineare, però, è proprio questo; nonostante tutto - infortuni, giovanissimi e sfortuna - abbiamo assistito ad uno spettacolo di stelle - con anche un po' di follia - che raramente si vede, soprattutto nel nostro campionato. Questo per dire che di strada, nonostante le tante finali europee tra Inter, Fiorentina e Roma negli ultimi anni, è ancora lungo per raggiungere le big del calcio europeo, e guardare meno la carta d'identità potrebbe essere il primo passo.

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