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'Gentili signore e signori all'ascolto...' L'addio a Bruno Pizzul: la voce che ha raccontato il calcio italiano

La scomparsa di Bruno Pizzul lascia un vuoto nel giornalismo sportivo italiano. La sua carriera e il suo impatto eterno

'Gentili signore e signori all'ascolto...' L'addio a Bruno Pizzul: la voce che ha raccontato il calcio italiano

'Gentili signore e signori all'ascolto...' L'addio a Bruno Pizzul: la voce che ha raccontato il calcio italiano

Chi non ricorda il leggendario "Robertobaggioooo" che risuonava nelle case degli italiani durante le "Notti Magiche" del 1990? Bruno Pizzul, una delle voci più iconiche del giornalismo sportivo italiano, ci ha lasciato all'età di 86 anni, poco prima di spegnere le 87 candeline. La sua scomparsa all'ospedale di Gorizia segna la fine di un'era per il calcio italiano e la telecronaca sportiva.



UN VIAGGIO STRAORDINARIO: DALLA PROVINCIA ALLA RIBALTA NAZIONALE
Nato a Udine, Pizzul ha intrapreso un percorso che lo ha portato dai campi di calcio dilettantistici agli studi televisivi della Rai. Prima di diventare la voce indimenticabile del calcio italiano, ha calcato il campo come centromediano per squadre come Cormonese, Pro Gorizia, Catania, Ischia, Udinese e Sassari Torres. Ma il calcio non era l'unico campo in cui eccelleva: laureato in giurisprudenza, ha anche insegnato nelle scuole medie prima di vincere un concorso in Rai che avrebbe cambiato per sempre la sua vita e quella del giornalismo sportivo.

LE NOTTI MAGICHE E I MOMENTI INDELEBILI
Il 1990 fu l'anno della consacrazione per Pizzul. Il Mondiale in casa, le "Notti Magiche", e quel celebre "Robertobaggioooo" sono entrati nell'immaginario collettivo, rappresentando un'era calcistica indimenticabile. Per 16 anni, dal 1986 al 2002, Pizzul è stato la voce ufficiale della Nazionale, raccontando cinque Mondiali e quattro Europei con una maestria che andava oltre la semplice cronaca. Era un narratore di emozioni, capace di trasformare le partite in racconti indimenticabili.



TESTIMONE DI EPOCHE CALCISTICHE IRRIPETIBILI
La sua prima telecronaca risale all'8 aprile 1970, uno spareggio di Coppa Italia tra Juventus e Bologna, iniziata curiosamente al 16° minuto per un suo ritardo. Da quel momento, ha accompagnato gli spettatori attraverso alcuni dei momenti più significativi del calcio europeo. Nel 1972 raccontò la finale europea vinta dalla Germania Ovest, nel 1973 seguì il successo del Milan in Coppa delle Coppe. Fu anche presente durante momenti drammatici come la tragedia dell'Heysel nel 1985, dimostrando sempre professionalità e sensibilità.

OLTRE IL CALCIO: UN COMUNICATORE COMPLETO
Non solo telecronista, Pizzul è stato anche conduttore di programmi storici come La Domenica Sportiva, Sport Sera e Domenica Sprint, contribuendo a formare la cultura sportiva di intere generazioni. La sua ultima telecronaca della Nazionale fu Italia-Slovenia del 21 agosto 2002, un match amichevole conclusosi con una sconfitta per 1-0, chiudendo simbolicamente un'era irripetibile del giornalismo sportivo. Bruno Pizzul non era solo un cronista, ma un poeta del calcio. La sua capacità di raccontare il gioco con passione e competenza ha lasciato un'impronta indelebile nella memoria sportiva italiana. La sua eredità continuerà a vivere nei cuori di chi ha avuto il privilegio di ascoltarlo.

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