La Pro Lissone, domenica, è retrocessa in Prima categoria. Un capitolo doloroso per una storia gloriosa. Il presidente del club, Claudio Benetti, ha inviato alla stampa un lungo comunicato. Adesso che la matematica ha tolto anche l’ultimo barlume di speranza, la luce in fondo al tunnel rischia di spegnersi. Da oggi, la Pro Lissone è ufficialmente in Prima Categoria. I numeri dicono che la retrocessione è certa, che non si vive di sola memoria, che i 117 anni di questa società ci hanno visto giocare su campi prestigiosi e portare il nome di Lissone in ogni Regione d’Italia.Oggi la realtà è diversa.L’ultimo posto in classifica e le oltre 20 partite trascorse senza vittorie, sono un boccone impossibile da digerire. L’amarezza vince sulla rabbia. Capire come sia potuta finire così una stagione iniziata in modo brillante è un po’ come ritrovarsi fra le mani il cubo di Rubik: gira e rigira, si rischia sempre di tornare al punto di partenza. Il campo dice che abbiamo perso. Non sconfitti. Gli altri, più semplicemente, sono stati più forti di noi. Magari più fortunati, magari più cinici, magari più abili. È onesto da parte nostra accettare il verdetto del campo. Fa parte dello sport.Le sconfitte, poi, servono per crescere. Vorremmo che i nostri ragazzi di questo fossero consapevoli. Nel loro curriculum sportivo, il 2017/2018 rimarrà come un campionato perso, frustrante, avvilente. Noi vogliamo vedere la parte migliore. Il gruppo ci ha insegnato cosa vuol dire credere nel valore della “squadra”. Allenarsi d’inverno, sotto la pioggia e con temperature polari, è sempre difficile. Farlo dopo aver perso la domenica, è ancora più dura. I nostri ragazzi non si sono mai tirati indietro. Sempre lì, tre sere a settimana, a correre, a provare schemi, a studiare movimenti. Una dedizione alla maglia che ci ha fatto capire cosa vuol dire sentirsi parte della Pro Lissone.Tutti, nessuno escluso, hanno onorato il bianco e il blu; i colori che a Lissone hanno scritto la storia del calcio. Passione vera da parte di chi ha sempre giocato, di chi è partito dalla panchina, di chi talvolta si è dovuto sedere in tribuna.La Pro Lissone è questo. Non ci sarà categoria che tenga. La luce in fondo al tunnel rimarrà viva più che mai in attesa che un’altra stagione ricominci. Grazie ai nostri ragazzi, abbiamo compreso cosa vogliano dire 117 anni di storia. Grazie ai nostri dirigenti, che hanno sacrificato tempo libero ed energie mentali per stare vicini alla squadra. Grazie ai nostri allenatori, che nulla hanno da rimproverarsi per il risultato finale.Grazie ai tifosi, che la squadra l’hanno seguita anche quando le cose iniziavano ad andare male. Nessuno è sceso dal carro, neanche quando dopo 20 partite senza vincere l’incubo sembrava un horror degno di Dario Argento. Grazie anche a chi ha commentato i risultati e le prestazioni (magari senza vederle) al bar, su Facebook, su Whatsapp. Anche grazie a loro, il fuoco della Pro arde più forte che mai.Oggi la giornata è di quelle cupe. Ripartiamo da qui, forti della nostra storia e orgogliosi di questa maglia.
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