Tanto tuonò che alla fine piovve. E così, in casa Real Leinì, dopo le dichiarazioni sbandierate a destra e manca da parte dei diretti interessati, è arrivata la mannaia del Giudice sportivo che ha squalificato fino ad aprile il tecnico Daniele Maselli. Che nel dopo partita con il Sanmauro qualcosa fosse successo era evidente, i tre rigori dell’arbitro Lama della sezione di Bra fischiati a favore della formazione ospite, non erano stati ben digeriti dal clan leinicese che a fine gara aveva protestato in maniera veemente nei confronti della giacchetta nera. Quello che non era noto ai più (i cronisti erano fuori dall’area tecnica mentre il contatto si sarebbe verificato nello spazio antistante gli spogliatoi) era che il tecnico Daniele Maselli avrebbe strattonato l’arbitro. Questo sostanzialmente si legge nella sentenza pubblicata sul comunicato ufficiale. E che questo tipo di sentenza fosse nell’aria si presagiva dalle dichiarazioni del Ds Giampietro Pedretti e dello stesso Maselli che a grandi linee accusavano l’arbitro di essersi comportato con arroganza nei loro confronti al punto da dover richiedere l’intervento dei carabinieri. «Se verrò squalificato – aveva detto Maselli
– mi dimetterò e farò causa all’arbitro». Per certi versi rincarava la dose il Ds che si lasciava andare contro non ben identificati poteri forti. «Non abbiamo amicizie che ci tutelano in certi uffici» il succo del discorso. Una dichiarazione pesantissima quasi a voler dire che la vittoria del Sanmauro fosse stata scritta a tavolino da non si sa bene chi e che l’arbitro avesse il compito preciso di far perdere il Real Leinì. Subire tre rigori in pochi minuti certamente lascia molto amaro in bocca, soprattutto se poi avviene contro una diretta concorrente per il passaggio di categoria, ma i “poteri forti” forse hanno altro a cui pensare.
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